«Protestate contro la guerra? Vi mando a Gaza a bordo degli autobus»

Se esprimete solidarietà nei confronti della striscia di Gaza, dovreste andarvene lì. È questo, in estrema sintesi, il messaggio del capo della polizia israeliana, Kobi Shabtai, che ha annunciato «tolleranza zero» per chi in Israele protesta contro i bombardamenti del Governo. In un video pubblicato sul canale TikTok della polizia israeliana, ha dichiarato: «Ahlan wa Sahlan (benvenuto, ndr.) a chiunque voglia essere cittadino israeliano. Chi vuole identificarsi con Gaza sarà inviato in autobus» nell'enclave palestinese. «Lo aiuterò io stesso ad arrivarci».
Il video risale a martedì. Ma ha iniziato a circolare solo ieri, dopo una manifestazione a sostegno della Palestina e contro l'aggressione a Gaza che si è svolta a Haifa, città costiera nel nord di Israele. Il sito d'informazione Arab48 ha riferito di sei persone arrestate, tra cui tre donne, e una ferita. La manifestazione non era stata autorizzata dalle forze di sicurezza e, nelle ore precedenti, la polizia di Haifa aveva messo in guardia i dimostranti, annunciando che non avrebbe permesso lo svolgimento della protesta organizzata via social. Alcuni gruppi di estrema destra avevano pure minacciato di intervenire per fermare il corteo.
Kobi Shabtai, nel breve video, afferma: «Israele è in uno stato di guerra. Non siamo in una situazione in cui è possibile permettere a ogni sorta di persone di venire a metterci alla prova. Tolleranza zero per qualsiasi caso di incitamento. Non ci sarà alcuna autorizzazione per le proteste».
Il portavoce della polizia israeliana – riferisce The Times of Israel – ha dichiarato mercoledì alla radio che dal 7 ottobre sono 63 le persone finite in manette nel Paese con l'accusa di sostegno o incitamento al terrorismo. Il sito di notizie Ynet, citando fonti di polizia, scrive che gli agenti stanno setacciando i social media per «scovare arabi israeliani che esprimono sostegno a Hamas e al suo attacco omicida contro Israele». Al vice commissario Dror Asraf viene attribuita la seguente affermazione: «Dopo l'operazione Guardiani delle Mura (parte della crisi israelo-palestinese, nel maggio del 2021, ndr.), abbiamo imparato la lezione e abbiamo creato una "stanza della guerra" per contrastare l'incitamento inteso come qualsiasi atto che abbia l'obiettivo di disturbare l'ordine pubblico o danneggiare gli altri».
Secondo il Jerusalem Post, il deputato della Knesset (il Parlamento israeliano) Ofer Cassif sarebbe stato sospeso per 45 giorni a causa di «dichiarazioni anti-israeliane». Il parlamentare, esponente di Hadash, coalizione di sinistra, in alcune interviste ha dichiarato che l’offensiva sferrata da Hamas è «intollerabile e ingiustificabile», però «l’esplosione di violenza era prevedibile alla luce del contesto mediorientale». All'agenzia Dire aveva spiegato: «Per garantire la sicurezza è fondamentale cambiare la situazione» e «l’unica via percorribile è smantellare del tutto gli insediamenti dei coloni in Cisgiordania, porre fine al regime di apartheid e alle violenze nei confronti dei palestinesi e poi stoppare subito l’assedio imposto alla Striscia di Gaza». Puntando pure il dito contro il governo di Benjamin Netanyahu che, «invece di garantire la sicurezza dei suoi connazionali, si sta muovendo in una direzione opposta istigando atti di violenza contro comunità specifiche, le quali hanno preso di mira civili, pastori e famiglie palestinesi innocenti». Ofer Cassif, con un tweet, ha definito la decisione di sospenderlo come «un altro chiodo sulla bara della libertà di espressione», sottolineando la sua onnipresente condanna ai «massacri criminali di Hamas»: «Le dichiarazioni politiche contro l'occupazione e la guerra non sono dichiarazioni contro Israele, poiché pace e giustizia servono anche al nostro Paese e ai suoi abitanti».