Psicologi laureati in Italia, niente più esame di Stato
Niente più esame di Stato in Italia per i giovani ticinesi che, dopo la laurea in un ateneo della penisola, volessero intraprendere la loro attività nel nostro cantone. Rispondendo a un’interpellanza parlamentare presentata due mesi fa da Lorenzo Quadri, il Consiglio federale ha fatto finalmente chiarezza su una questione che da anni tormentava tutti coloro i quali avevano conseguito un titolo di studio master in psicologia oltreconfine.
Il problema, in sintesi, era che questi psicologi freschi di laurea «non potevano vedersi riconosciuto il titolo in Svizzera se non dopo un periodo di tirocinio e il conseguente esame di Stato in Italia - spiega al CdT Nicholas Sacchi, presidente dell’Associazione Ticinese Psicologi (ATP) - Ciò creava un grosso problema a coloro i quali l’abilitazione all’esercizio nel Paese confinante non era per nulla utile, né tantomeno desiderata».
Come si legge nel testo redatto dal Governo in risposta all’interpellanza di Quadri, «per esercitare la professione di psicologo in Italia occorre avere superato l’esame di Stato». In passato, per essere ammessi a questa prova, «era richiesto un anno di tirocinio pratico dopo aver conseguito il master». Ma dall’ottobre dello scorso anno, «l’Italia ha incluso il tirocinio pratico nel corso di studio. L’esame di Stato è quindi compreso nel diploma di master». Non solo: «per chi ha iniziato gli studi di master poco prima della modifica di legge - dice ancora Berna - sono state definite disposizioni transitorie che disciplinano le modalità per sostenere» il test finale di abilitazione professionale.
Ne consegue, conclude il Consiglio federale, che «per il riconoscimento di tutti i diplomi universitari in psicologia conseguiti in Italia tra il 2018 e il 2021 è sufficiente avere concluso un ciclo di studio master, e non occorre più avere sostenuto l’esame di Stato». Condizione che per i ragazzi ticinesi era particolarmente gravosa, ancorché accompagnata da obblighi di tirocinio quasi sempre gratuito e della durata di almeno un anno.
Problema risolto, quindi. «Gli studenti e le studentesse coinvolte, che per anni si sono trovati nel guado, speriamo possano oggi finalmente vedersi riconoscere un titolo tanto sudato e sicuramente meritato», commenta ancora Sacchi.
Professione in crescita
«Siamo molto soddisfatti e contenti della risposta del Consiglio federale - conferma Giovanna Mion, vicepresidente dell’ATP - noi stessi ci eravamo mossi in questa direzione per aiutare tutti quegli studenti che, dopo la laurea in Italia, al rientro in Ticino si imbattevano nell’ostacolo frapposto dalla Commissione delle professioni psicologiche (PsiCo)», cui compete il riconoscimento dei diplomi e dei titoli di perfezionamento conseguiti all’estero.
«I casi sottoposti alla nostra associazione sono stati almeno una trentina - dice ancora Mion - ma il problema non riguardava unicamente il Ticino e, in ogni caso, andava risolto perché non potevamo penalizzare chi aveva scelto di studiare in facoltà pure molto importanti e qualificate come quelle italiane».
Peraltro, sottolinea ancora Giovanna Mion, «la professione di psicologo in Ticino è una di quelle che, in ambito sanitario, è molto cresciuta negli ultimi anni, anche per gli effetti della pandemia». Attualmente, i professionisti iscritti all’albo ticinese degli abilitati al libero esercizio sono 651, gli psicoterapeuti invece 392 (ma gli elenchi, in larghissima parte, coincidono).
Sbocchi professionali
I due anni vissuti con l’incubo del coronavirus hanno fatto lievitare le richieste di aiuto psicologico in tutta la Svizzera e non soltanto in canton Ticino. «Non che prima il lavoro mancasse - dice la vicepresidente dell’ATP - ma è del tutto evidente che oggi sono in numero maggiore le persone più inclini ad avvicinarsi a uno psicoterapeuta. Anche per questo, la nostra è una professione che offre buone possibilità a chi la sceglie. Senza contare che, oltre al lavoro in àmbito sanitario, chi si laurea in psicologia può trovare impiego in numerosi e differenti settori: dall’ orientamento scolastico-professionale a quello aziendale, dal sostegno pedagogico e formativo alla ricerca, alla neuro-psicologia. Credo di poter dire che, come categoria, siamo ormai molto presenti e ben radicata sul territorio, e che giochiamo un ruolo importante nello sviluppo e nella crescita del cantone».