Putin ringrazia i soldati: «Avete impedito una guerra civile»

Un breve messaggio durante il tentato golpe della Wagner, il 24 giugno. Ieri, l'intervento in TV alla nazione. Quindi, oggi, il discorso al Cremlino ai reparti dell'esercito e delle forze di sicurezza. Vladimir Putin torna in scena e fornisce la sua versione.
«Tutti i tentativi di creare disordine interno andranno a fallire», ha dichiarato ieri al popolo russo il presidente. Che ha condannato le «azioni criminali» di chi ha messo in atto un «ammutinamento armato». Secondo Putin, «la ribellione armata sarebbe stata comunque soppressa, ma ho dato ordine di evitare spargimenti di sangue». Poi, le sue considerazioni sui miliziani del gruppo Wagner: «La maggior parte dei combattenti e dei comandanti sono patrioti e fedeli alla loro patria, l'hanno dimostrato sul campo di battaglia, liberando diversi territori». Ma «sono stati usati da chi ha organizzato la ribellione», ha sottolineato, non nominando mai esplicitamente Yevgeny Prigozhin, che dal canto suo ha negato l'«intenzione di condurre un golpe o modificare la leadership russa eletta». Quindi, la rassicurazione: miliziani della Wagner «possono sottoscrivere un contratto per mettersi agli ordini del ministero della Difesa, tornare alle loro famiglie o riparare in Bielorussia», ha aggiunto Putin. Che ha espresso «riconoscenza» nei confronti del presidente bielorusso, Alexander Lukashenko, «per aver risolto la crisi». «Il sostegno della Bielorussia ci ha consentito di superare questa grande sfida». Infine, in qualche modo, il presidente ha voluto rispondere alle domande sul «silenzio» durante la «marcia verso Mosca» e ai video che mostravano i suoi soldati «compiacenti»: «Fin dall'inizio degli eventi, su mie dirette istruzioni, sono state prese misure per evitare un grande spargimento di sangue. Ci è voluto del tempo, anche per dare a coloro che hanno commesso un errore la possibilità di cambiare idea, per chiarire che le loro azioni sono state fortemente respinte dalla società, per le conseguenze tragiche e devastanti per la Russia, per il nostro Stato, che avrebbe potuto portare l'avventura in cui sono stati trascinati. Tutti i militari russi, i servizi speciali e i cittadini hanno mantenuto la loro fedeltà alla Russia».


Oggi il presidente russo ha incontrato personalmente in Piazza della Cattedrale al Cremlino i militari e le forze dell’ordine che hanno contributo a fermare la «marcia verso Mosca». Era presenti oltre 2.500 persone. «Avete sostanzialmente fermato una guerra civile, agito in modo corretto e coordinato», ha dichiarato il capo dello Stato russo, mostrandosi grato ai soldati. La Russia «non ha dovuto rimuovere unità militari» dalle zone di combattimento in Ucraina. La sicurezza interna, ha aggiunto, «è stata garantita da unità del ministero della Difesa, della Guardia Nazionale e personale del ministero dell’Interno». Già, l'Ucraina. Se non fosse stato fermato l'ammutinamento della Wagner, nel fine settimana qualcosa sarebbe cambiato, ha sostenuto Putin. «Non si sa cosa sarebbe stato del Paese, ma tutti i risultati ottenuti nei combattimenti sarebbero andati perduti».
Intanto, questa mattina il jet privato di Yevgeny Prigozhin, leader della Wagner, è atterrato all’aeroporto militare di Machulishchi, vicino a Minsk. «La Bielorussia non ha nulla da temere dall'arrivo dei miliziani Wagner, che anzi possono essere utili alle forze armate di Kiev per la loro esperienza», ha detto il presidente Alexander Lukashenko incontrando il ministro della Difesa Viktor Khrenin. «Ci diranno cosa è importante adesso» in fatto di armi e strategia sul campo, ha affermato. Nel frattempo, rende noto l’agenzia Tass che cita il ministero della Difesa russo, sono in corso i preparativi per il trasferimento dell’equipaggiamento militare pesante del battaglione Wagner alle truppe russe. In precedenza, il presidente bielorusso ha dichiarato che «le guardie di frontiera segnalano quasi ogni giorno provocazioni al confine con la NATO, ma Minsk ha le capacità tecniche per contrastare la minaccia Occidentale». Oggi ha poi aggiunto, in una dichiarazione ripresa dall’agenzia di stampa statale Belta: «La situazione ci è sfuggita di mano, poi abbiamo pensato che si sarebbe risolta, ma non è stato così. Non ci sono eroi in questa storia».