Putin schiera i suoi missili

MOSCA - Vladimir Putin lo aveva detto chiaro e tondo nel suo discorso alla nazione di qualche giorno fa: "Non aspiriamo allo status di superpotenza come pretesto egemonico" ma "nessuno dovrebbe illudersi sulla possibilità di ottenere una superiorità militare sulla Russia, risponderemo a ogni sfida, politicamente e tecnologicamente".
Secondo le rivelazioni in esclusiva del quotidiano tedesco Bild, che cita non meglio precisate "fonti di sicurezza", Mosca avrebbe già risposto allo scudo antimissilistico Usa in Europa dispiegando "negli ultimi 12 mesi" un "numero a due cifre" di batterie di missili a corto raggio alla frontiera con la Ue: nell'enclave russa di Kaliningrad, tra Polonia e Lituania, e lungo il confine con i Paesi Baltici.
"Putin schiera missili per testate atomiche" è il titolo del giornale. "Ritorna la guerra fredda?", si chiede il sottotitolo. Una mossa documentata da "immagini satellitari riservate", di cui non è precisata né la provenienza né la data. Si tratterebbe degli Iskander M (gli SS-26 Stone, nel codice Nato), missili dotabili sia di cariche convenzionali che nucleari, con una gittata massima di circa 500 km, sufficiente quindi a colpire Berlino (la distanza in linea d'aria è di 527 km).
Una potenziale minaccia di strike nucleare contro il Vecchio Continente, compreso l'alleato militare più prezioso per Usa e Nato nella Ue. Secondo la Bild, la Russia avrebbe quindi attuato una minaccia che aveva formulato da tempo come reazione al progetto di scudo anti missile americano, concepito come difesa da eventuali attacchi da Iran e Corea del nord ma considerato da Mosca come un vulnus alla propria sicurezza e all'equilibrio strategico.