Ticino

«Quale impatto ha avuto sugli animali il maltempo in Vallemaggia? È troppo presto per dirlo»

Con il veterinario cantonale Luca Bacciarini e con la direttrice della Società protezione animali Locarno e Valli Daphne Jelmini facciamo il punto della situazione
© CdT / Gabriele Putzu
Mattia Darni
10.07.2024 12:15

Morti, dispersi e ingenti danni: questo è il bilancio del maltempo della scorsa settimana in Vallemaggia. Di fronte alla catastrofe, il sindaco di Lavizzara Gabriele Dazio era perfino giunto a dire: «Mi chiedo come riusciremo a dare un futuro alle zone colpite». A subire l’ira degli elementi naturali non sono però stati solo gli uomini, ma anche gli animali.

«Lo Stato maggiore regionale di condotta ha fin dall’inizio fornito alla popolazione un’informazione completa ed esaustiva: il nostro Ufficio non è quindi stato sollecitato da molte chiamate» esordisce il veterinario cantonale Luca Bacciarini. «Ci siamo comunque attivati immediatamente nel recupero delle carcasse e nell’offrire assistenza alla veterinaria della condotta veterinaria Valle Maggia. Il recupero delle carcasse viene eseguito su mandato del cantone da una ditta specializzata della Svizzera interna in collaborazione con una ditta ticinese. Rispetto ad altre calamità naturali, abbiamo un problema in più in termini di rischi igienico-sanitari perché l’acqua può essere contaminata da microrganismi provenienti dalle carcasse in grado di provocare malattie nelle persone e negli animali. È quindi importante smaltire subito e correttamente questi resti; soprattutto in estate quando la decomposizione delle carcasse può generare forti odori».

Nei giorni successivi alla tragedia in Vallemaggia sono stati trovati alcuni animali morti nel lago Maggiore. «Per ovviare al problema, il nostro ufficio ha sùbito preso contatto con il Consorzio per la pulizia delle rive e dello specchio d’acqua del lago Verbano», spiega Bacciarini.

Parlare di numeri è però ancora presto. «Come detto, alcune carcasse sono state recuperate nel lago Maggiore, altre nei greti dei fiumi e altre ancora sotto il materiale franato. Per ogni intervento, la ditta specializzata redige un piccolo rapporto che invia al nostro Ufficio. Essendo tuttavia il processo alle sue battute iniziali e non avendo ancora ricevuto tutti i formulari non è ancora possibile fare un primo bilancio. Finora, comunque, abbiamo recuperato soprattutto carcasse di bovini» chiarisce il veterinario cantonale.

Difficile sarà anche identificare le carcasse rinvenute. «Viste le condizioni in cui sono stati trovati i corpi di alcuni animali non sarà sempre evidente associarli alle denunce di scomparsa effettuate dagli allevatori» precisa Bacciarini.

Molte carcasse ritrovate finora appartengono ad animali da reddito. Viene allora da chiedersi se gli animali selvatici riescano a prevedere e quindi a scappare dai pericoli naturali. «Per istinto la selvaggina tende a ripararsi nel bosco quando arriva il brutto tempo e questo può aver contribuito a salvare qualche esemplare. Poi è ovvio che, in caso di eventi di grande portata come quello avvenuto in Vallemaggia, nessun luogo è veramente al sicuro» conclude il veterinario cantonale.

«Per ora solo due interventi, ma restiamo a disposizione»

Detto di come si è mosso l’Ufficio del veterinario cantonale, vediamo di capire qual è la situazione alla Società protezione animali Locarno e Valli. «Per ora non siamo stati particolarmente sollecitati a seguito del disastro avvenuto in Vallemaggia» esordisce la direttrice Daphne Jelmini. «La settimana scorsa siamo intervenuti in due occasioni su richiesta della polizia per prendere in carico alcuni animali trovati sani e che sono stati prontamente riconsegnati ai proprietari. Vista la gravità dell’accaduto ritengo sia comunque troppo presto per fare un rapporto preciso delle eventuali mancanze. Le persone presenti sui luoghi colpiti dal maltempo sono ancora impegnate nella ricerca dei dispersi e nel ripristino della situazione e quindi, purtroppo, gli animali passano, non per egoismo ma per necessità, un po’ in secondo piano in questo momento. È altresì possibile che, prima di chiamarci, la gente temporeggi un attimo nella speranza che gli animali scappati tornino a casa da soli. Un gatto, per esempio, può stare lontano dalla propria abitazione per mesi a causa dello spavento e poi rientrare in modo spontaneo. Il nostro picchetto è comunque attivo 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno: in caso di bisogno, ci siamo».

Malgrado la situazione non sia ancora ben delineata, la Società protezione animali Locarno e Valli è pronta a rispondere in caso di necessità. «Attualmente sarebbe inutile allestire piani di intervento che poi non rispondono ai bisogni sul campo: preferiamo attivarci su richiesta precisa e mirata da parte delle persone o delle autorità» spiega Jelmini. «Non restiamo comunque con le mani in mano in quanto il lavoro che svolgiamo quotidianamente è sempre molto impegnativo e ci vede in prima linea nella protezione degli animali».

Ma gli animali come vivono eventi catastrofici come quelli accaduti in Vallemaggia? «Gli animali sentono arrivare il maltempo prima che esso si manifesti ed entrano in stato d’allerta. Durante lo svolgersi dell’evento vivono poi situazioni di forte stress. Più in generale, per loro i cambiamenti sono fonte di ansia: ora, in una valle in cui il paesaggio è completamente mutato, ritrovare i riferimenti abituali diventa complicato e quindi ugualmente il rientro a casa, sempre che questa ci sia ancora, si fa problematico» conclude Daphne Jelmini che tiene a esprimere la sua vicinanza e quella della Società protezione animali Locarno e Valli alla popolazione colpita dal maltempo.

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