Guerra

Quando i film, purtroppo, diventano realtà: la storia di Anastasia, da Kharkiv al canton Vaud

Protagonista di un lungometraggio franco-svizzero in cui interpreta una giovane atleta ucraina costretta a scappare in esilio in Svizzera, Anastasia ha poi veramente dovuto rifugiarsi nel nostro Paese per scappare dalla guerra scatenata da Putin
© Keystone
Red. Online
19.07.2024 17:00

Quanti, almeno una volta nella vita, non hanno sperato che un determinato film diventasse realtà? E magari di essere protagonisti della storia sognata? Sicuramente non Anastasia Budiashkina. Nel suo caso, infatti, la finzione si è trasformata in realtà. La giovane donna ucraina, tuttavia, ne avrebbe volentieri fatto a meno. Ma di cosa stiamo parlando e chi è Anastasia Budiashkina? Facciamo un passo indietro.

A raccontare la curiosa storia di Anastasia è Le Temps. Alle nostre latitudini, la giovane ragazza ucraina è conosciuta per aver interpretato il ruolo della protagonista Olga nell'omonimo film franco-svizzero del 2021 diretto da Elie Grappe e candidato agli Oscar 2021 come «miglior film internazionale». Nel lungometraggio, la giovane interpreta una quindicenne ucraina esiliata in Svizzera. Promessa della ginnastica, Olga si allena al centro sportivo di Macolin con l'obiettivo di preparare gli imminenti Campionati europei e poi le Olimpiadi. La rivoluzione di Maidan entra però in modo dirompente nella sua vita dato che sua madre, di professione giornalista, si trova ancora nel Paese d'origine per seguire la rivoluzione ucraina.

Quello che Anastasia, nel frattempo rientrata nel Paese natale, certo non immaginava è che il film di cui è protagonista sarebbe diventato realtà. È infatti il marzo del 2022 quando la ragazza si vede costretta a scappare da Kharkiv in seguito all'offensiva lanciata dalla Russia in Ucraina. Dopo un breve passaggio in Polonia, Anastasia trova rifugio in Svizzera grazie all'aiuto di Elie Grappe e delle squadra del film Olga. Oggi vive nel canton Vaud dove cerca di costruirsi una nuova vita. Più volte a settimana si reca all'EVAM, l'Etablissement vaudois d’accueil des migrants, per imparare e perfezionare il suo francese. Nell'immediato, infatti, nei piani di Anastasia non c'è un rientro in patria. «Non tornerò in ucraina» dice la ragazza a Le Temps. «Perlomeno non lo farò presto. Anche se la guerra finisse, in effetti, ci vorranno almeno dieci anni affinché le cose tornino come prima».

La ventiduenne, in particolare, vorrebbe diventare allenatrice nel club di ginnastica artistica di Puidoux e punta ai Campionati svizzeri a squadre che si terranno a Liestal, nel cantone di Basilea Campagna, in settembre. Sogno condiviso anche dal club di ginnastica che vorrebbe annoverarla tra i propri insegnanti. Tuttavia la legge non consente al sodalizio di assumerla per uno stage e quindi la ragazza si deve accontentare di aiutare nel club come volontaria. «L'EVAM mi vuole aiutare a formarmi. Io tuttavia vorrei seguire le mie passioni e lavorare in ambito ginnico, non nella ristorazione o nelle pulizie: ho ancora dei sogni».

Oltre agli inconvenienti di carattere amministrativo, Anastasia ha problemi anche a capire l'atteggiamento degli svizzeri nei confronti dello sport. «È difficile per me comprendere il vostro Paese» racconta la ragazza. «In Ucraina, il piacere è legato ad una posizione sul podio e all'ottenimento di una medaglia: facciamo sport per vincere. In Svizzera devo invece cambiare il mio modo di lavorare in quanto, a volte, sono troppo severa con i bambini. A Puidoux, lo sport è invece vissuto in maniera più inclusiva: qui lo sport è per tutti e ognuno riceve una medagli alla fine della gara». A sorprendere Anastasia è anche l'attrezzatura a disposizione a Puidoux – e a Morges, dove pure allena, –. «In Ucraina è molto più professionale».

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