Quando il lupo entra in Paese: «Situazione fuori controllo»

Rassegnazione, ma anche un pizzico di paura. A Vergeletto, frazione del comune di Onsernone, il tema del lupo torna a farsi sentire. «Qualche anno fa, lo ha visto mia figlia, sempre qui in paese», racconta una signora raggiunta al telefono. «Oggi però è diverso: gli avvistamenti in Ticino sono aumentati e la percezione è cambiata». Nessuna sorpresa, nemmeno per la neopresidente dell’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori, Roberta Soldati, subentrata da poche settimane ad Armando Donati: «È l’ennesimo episodio di una serie che dovrebbe farci riflettere».
Ricordiamo che proprio quest’anno le autorità cantonali hanno ordinato l’abbattimento di due esemplari avvistati in altrettanti centri abitati: uno ad Arosio, in Malcantone, dopo un comportamento aggressivo nei confronti di una donna; l’altro ad Artore, sopra Bellinzona, in seguito a una serie di predazioni tra la capitale e Giubiasco ritenute dal Cantone «inusuali». Eppure, aggiunge Soldati, «nonostante gli ordini di abbattimento, ciò che continua a mancare è una strategia complessiva per la regolamentazione del lupo. Anche il piano di gestione cantonale approvato dal Gran Consiglio, con le sue raccomandazioni, è rimasto lettera morta». L’impressione - prosegue Soldati - è che «la gestione del grande predatore in Ticino sia fuori controllo».
La petizione
Un atteggiamento politico che secondo Soldati spiegherebbe, di riflesso, il successo della petizione popolare «Basta perdere tempo, salviamo ora o mia più l’allevamento e le attività alpestre in Ticino», lanciata da un ampio fronte che include l’Alleanza patriziale (ALPA), l’Unione contadini ticinesi (UCT), la Società ticinese di economia alpestre (STEA), oltre all’Associazione per la protezione del territorio dai grandi predatori e alla Federazione dei consorzi di allevamento ovicaprino. «La raccolta firme è a buon punto e presto consegneremo il documento a Bellinzona. La forte adesione, prosegue Soldati, nasce dal fatto che il tema ormai non riguarda più solo gli allevatori. Gli avvistamenti nei centri abitati e la preoccupazione che generano mostrano che le autorità sono troppo permissive. Basta leggere le linee guida su cosa fare in caso di incontro con un lupo: parlano semplicemente di “rispetto reciproco”», osserva Soldati.
«Esemplare in dispersione»
Tornando all’avvistamento di Vergeletto (la RSI ha pubblicato un video che mostra l’animale aggirarsi a ridosso di un’abitazione), al momento non è possibile stabilire se l’esemplare appartenga al branco già monitorato in passato dall’Ufficio caccia e pesca – per il quale Berna aveva autorizzato una riduzione del numero di esemplari – oppure se si tratti di un individuo isolato in movimento sul territorio. «Nell’alta Valle Onsernone c’è il branco accertato chiamato Onsernone che si sposta tra l’Italia e l’alta valle», spiega Armando Donati. «Non possiamo però escludere che si tratti di un esemplare in dispersione, ossia un individuo giovane, di solito tra 1 e 3 anni, che lascia il proprio branco d’origine per cercare un nuovo territorio». La zona ha infatti numerosi boschi e animali selvatici, per cui potrebbe ospitare più di un branco. «Questi lupi in dispersione non hanno ancora un territorio stabile e si muove molto, anche decine o centinaia di chilometri». Più di una volta, in questi anni, - prosegue Donati - è stato avvistato un esemplare singolo in un territorio dove poi si sono formate delle coppie». Il passaggio nel centro abitato potrebbe quindi essere una conseguenza: «L’ipotesi peggiore è che fosse un lupo affamato che pur mangiar qualcosa si sposta dai suoi posti abituali avvicinandosi anche all’abitato».
