Quando il sole diventa un nemico

Se c?è qualcosa da cui il turista viene messo in guardia ?Down Under?, specialmente in questo periodo dell?anno, non sono certo i coccodrilli o gli squali, bensì il sole. Con il tasso di cancro cutaneo più elevato al mondo, l?Australia sta decisamente vivendo il cambiamento climatico sulla propria pelle. Venendo meno lo strato di ozono – barriera naturale contro i raggi ultravioletti – l?impressione è che il sole sia sospeso a pochi metri d?altezza. Il risultato è che a un australiano su tre viene diagnosticato il tumore prima dei settant?anni. Nel soleggiato Queensland poi, il rischio di contrarre il melanoma – la forma più aggressiva – raggiunge livelli particolarmente preoccupanti.Sembra che gran parte degli adulti siano ben coscienti del problema; certo non rinunciano a passare il proprio tempo libero in spiaggia – un?abitudine sacra per le principali città della costa australiana – ma lo fanno con le protezioni necessarie. Non è infatti raro incontrare surfisti con orecchie e naso – i punti critici – cosparsi di crema solare. Ciò non toglie, però, che c?è ancora una grossa fetta di popolazione la quale, spinta dal culto dell?abbronzatura, non prende le dovute precauzioni. I giovani in particolare si espongono ripetutamente ai rischi della tintarella. Non è dunque un caso se lo sforzo governativo verso quello che costituisce un problema di salute pubblica particolarmente costoso – basti pensare che, per un australiano, la probabilità di prendere il cancro alla pelle è quattro volte quella di contrarre qualsiasi altro tumore – quest?anno sia focalizzato sui ragazzi tra i 14 e i 17 anni. A questo proposito il Cancer Council (l?equivalente della Lega svizzera contro il cancro) ha realizzato il mese scorso una campagna particolarmente significativa a Bondi Beach, la spiaggia più famosa di Sydney. Stendendo 1'700 asciugamani l?uno accanto all?altro, ognuno raffigurante il simbolo di una scena del crimine, ha voluto ricordare il numero di australiani che ogni anno muoiono per questo problema. Recentemente, inoltre, un?insolita scoperta scientifica ha aperto le porte a una possibile cura per prevenire i danni legati al tumore: secondo alcuni ricercatori dell?Università di Melbourne, i canguri potrebbero fornire la chiave. Benché anch?essi non ne siano immuni, i marsupiali hanno infatti sviluppato un particolare enzima di riparazione nel DNA che dà alla loro pelle una protezione supplementare rispetto agli esseri umani. Idealmente, l?enzima potrebbe quindi essere contenuto in una sorta di crema riparatrice da applicare dopo una giornata di sole. Sebbene l?idea che un animale possa salvare l?uomo da una malattia come il cancro sia particolarmente esemplare, per ora, o almeno fino a che la scienza non realizzerà la ?crema delle meraviglie?, nella lontana terra dei canguri è sicuramente bene prendere sul serio i consigli dello Stato.