«Quando passano i camion trema tutta la casa»

Ci sono rumori molesti che, se non ci proteggiamo, danno il colpo di grazia alle nostre capacità uditive – pensiamo al chiasso di un cantiere oppure alla musica «a manetta» in discoteca – e rumori più discreti che però superano i cosiddetti valori di allarme, minando la nostra salute progressivamente senza che neanche ce ne accorgiamo (ce ne parla il dottor Renato Piantanida nella pagina accanto). Tra questi ultimi troviamo il «brusio» causato dal traffico stradale. All’inizio di novembre l’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) ha pubblicato un rapporto intitolato «Inquinamento fonico in Svizzera» in cui si spiega come nel nostro Paese circa un milione di persone, vale a dire una persona su sette, siano esposte a rumori superiori ai valori limite fissati dalla legge. «La causa principale del rumore – indica ancora il documento – è il traffico stradale all’interno e all’esterno dei principali centri abitati». Dopo aver parlato con Ennio Malorgio, capo Ufficio della prevenzione dei rumori del Dipartimento del territorio, e individuato le strade sensibili del cantone, siamo andati a constatare di persona e abbiamo discusso con chi in quelle zone ci abita.
«Il rumore in casa era allucinante», afferma Chiara che vive a Rivera, proprio sulla strada cantonale, insieme al suo compagno e alle figlie. «Quando mi sono trasferita qui, cinque anni fa, non pensavo potesse darmi tanto fastidio. Ci abitavano i miei nonni, in questi spazi sono cresciuta. Non ricordavo questo baccano». Ma non ci è voluto molto per rendersi conto del problema. «Di giorno il viavai dei veicoli è continuo», spiega la giovane. «Di notte passa un’auto ogni 30 secondi ma è quasi peggio. Oltretutto davanti casa hanno anche costruito un dosso artificiale che ha peggiorato la situazione. Ad esempio quando passano camion con rimorchi – erano parecchi al tempo dell’ex discarica di Petasio – trema anche la casa. Ma per questioni di sicurezza – ci ha detto il Cantone – il famigerato dissuasore di velocità non si può togliere». Di recente Chiara ha apportato delle migliorie all’abitazione: «Fortunatamente siamo riusciti a spostare la camera da letto sul retro, adesso dà sul giardino ed è meno chiassosa. Inoltre abbiamo scelto dei tripli vetri fonoassorbenti per le finestre sulla strada. Però il rumore si sente comunque. In ogni caso niente a che vedere con la situazione disastrosa di prima».
Non tutti, però, hanno le possibilità economiche di modificare l’abitazione o, magari, di traslocare altrove. Lo sa bene il signore che abita un appartamento in una casa popolare sulla strada cantonale all’altezza di Mezzovico. Ci accoglie con un sorriso malinconico insieme alla sua bimba che gioca davanti all’albero di Natale. Il rumore delle auto in salotto è davvero forte, non lo si può certo ignorare. «La piccola, che ha la stanza affacciata sulla strada, fa molta fatica. Dopo le 5 di mattina non dorme più perché sente auto e camion. E anche noi, a pochi metri di distanza, ci svegliamo di continuo. L’asfalto è dissestato e quando passano veicoli pesanti le pareti addirittura tremano. Prima abitavamo dall’altro lato dell’edificio ma, per risparmiare, abbiamo optato per questo appartamento più piccolo. Ma vivere qui è un disastro totale. Le finestre sono quelle che sono e il proprietario non ha nessuna intenzione di sostituirle. A volte di notte, per riposare, ci mettiamo sul divano: c’è un po’ meno baccano».


Rumore che accompagna da 35 anni anche Silvano che risiede a Taverne, nei pressi della Cantonale. «Negli anni il traffico è sempre aumentato», racconta. «Comincia alle 5,30-6 di mattina e va avanti tutto il giorno. Quando poi succede qualcosa in autostrada, un incidente, le lascio immaginare... Comunque ci abbiamo fatto l’abitudine. Aspettiamo e speriamo nelle misure di risanamento fonico – come l’asfalto fonoassorbente e la riduzione della velocità – che, se tutto va bene, dovrebbero entrare in funzione nei prossimi anni».
Continuiamo il nostro giro e arriviamo davanti alla stazione FFS di Taverne. Suoniamo al campanello di una vecchia casa. Si affaccia una signora al primo piano che ci chiede cosa cerchiamo. Tentiamo di comunicare con lei ma il fracasso delle auto e dei treni ci sovrasta. Gesticoliamo. Attendiamo. Per fortuna arriva ad aprirci la porta suo marito che è cresciuto qui, dove – dice – passavano le diligenze mentre adesso passa di tutto e a grande velocità. Si tratta di Giovanni Vittori, per tanti anni anche granconsigliere. «Ho calcolato che passano circa 200 treni al giorno», afferma. «I TILO quasi non si sentono ma ci sono treni merci coi vagoni sgangherati che disturbano parecchio. Quando passano, ad esempio, bisogna alzare il volume della televisione al massimo per sentire». Una volta il nostro interlocutore ha fatto una scommessa con un amico. «Ho scommesso di riuscire a capire, anche non vedendolo perché mi mettevo sulla terrazza nel retro della casa, se passavano vagoni delle nostre FFS oppure treni provenienti dalla Germania o dall’Italia, decisamente più rumorosi». E ha vinto. «Lasciamo insomma entrare treni che, secondo me, non bisognerebbe lasciar passare». Inoltre, aggiunge Giovanni, hanno posato dei ripari fonici accanto alla ferrovia. «Il problema è che la barriera riflette il rumore delle macchine sulla Cantonale verso di noi, quindi non credo sia stata una gran soluzione». L’unica nota positiva, conclude ridendo: «Quando non guiderò più, potrò almeno prendere il treno con facilità».


Incuriositi, entriamo anche in un albergo situato a Vezia, sempre sulla strada cantonale. Il proprietario Markus Wilke ci spiega: «Abbiamo dovuto fare degli investimenti maggiori per rendere più silenziose la camere, specialmente quelle che danno sulla strada: finestre fonoassorbenti, isolazione dei muri, ecc. E il Cantone ha di recente messo l’asfalto fonoassorbente. La differenza per noi non è stata percettibile. Ci sono ancora clienti che arrivano solo se possono alloggiare nelle stanze sul retro. Mentre le auto continuano ad aumentare e, quelle dirette alle zone industriali, passano tutte di qui». Contento invece per la pavimentazione fonoassorbente è Massimo che lavora in un bar nei pressi della rotonda di Manno: «Da quest’estate la situazione è migliorata. Ti puoi tranquillamente sedere nei tavolini all’esterno del locale. Il rumore è attutito, sembra quasi che passino macchine elettriche. E qui dentro, tra la musica e le chiacchiere della clientela, non ce ne accorgiamo quasi. In ogni caso ad una certa ora il traffico finisce». E i clienti non mancano. Sarà per la simpatia dei camerieri?
L’ultima tappa del nostro viaggio è sulla trafficatissima strada che da Agno porta a Ponte Tresa. Entriamo nell’appartamento di Adriana Guglielmetti, la quale rivela: «Abito qui da 50 anni e sono più infastidita dalle colonne che dal baccano. È pazzesco il tempo che si perde fermi in auto. Per quel che riguarda il rumore, come detto, la situazione non è così terribile. Ho le camere al piano inferiore, rivolte verso il giardino. Un espediente architettonico che mi salva: posso dormire sonni tranquilli». Chissà se possono dire altrettanto i bambini dell’asilo nido che sorge proprio di fianco alla casa di Adriana...

VALORI FUORI NORMA LUNGO I PRINCIPALI ASSI DI TRANSITO TICINESI
«Il traffico stradale e ferroviario, gli aeroporti, le industrie e i poligoni di tiro rappresentano la principale fonte di rumore in Ticino», afferma Ennio Malorgio, capo Ufficio della prevenzione dei rumori del Dipartimento del territorio. «E il rumore, se intenso e prolungato nel tempo, può portare a scompensi fisici e psichici» (leggi intervista in alto). Per questo è necessario monitorarlo e, in certi casi, correre ai ripari.
Nell’Ordinanza federale contro l’inquinamento fonico – continua il nostro interlocutore – sono previsti dei valori limite che devono essere rispettati, a dipendenza del contesto in cui ci si trova. Prendiamo ad esempio il traffico stradale: il valore limite d’immissione per le zone residenziali è di 50 decibel di notte e 60 decibel di giorno. Nelle zone industriali, artigianali e miste – in cui vi è una minore sensibilità al rumore – i limiti sono meno severi: 55 decibel di notte e 65 decibel di giorno.
Negli scorsi anni – spiega l’esperto – il Cantone ha provveduto ad allestire, tramite simulazioni, i catasti dei rumori per 72 Comuni (109 sezioni comunali), che sono consultabili sul sito www.ti.ch/rumore. «Grazie ai dati raccolti abbiamo individuato i tratti stradali bisognosi di risanamento fonico a causa del superamento dei limiti di immissione dettati dalla legge». Situazioni di disagio si riscontrano in particolare a ridosso dei principali assi di transito: Airolo-Chiasso (P2), Lumino-Ascona (P13), Cadenazzo-Gordola (PT406), Manno-Ponte Tresa (PA398), ecc. «Così – aggiunge Malorgio – abbiamo elaborato una serie di progetti di risanamento fonico che quest’anno sono stati messi in consultazione pubblica. Abbiamo già ricevuto le osservazioni degli interessati, ora siamo nella fase di valutazione. Una decisione sul risanamento e sulle priorità d'intervento verrà verosimilmente presa nei prossimi mesi».
Ma cosa si può fare per migliorare le situazioni critiche? «Per prima cosa – risponde l’intervistato – bisogna cercare di contenere il rumore nelle strade con più traffico, naturalmente tenendo presente i crediti a disposizione. La strategia dell’Ordinanza federale è quella di intervenire soprattutto alla fonte, dove viene emesso il rumore. Quindi prevedere delle misure quali la posa di pavimentazioni fonoassorbenti, la riduzione della velocità o la moderazione del traffico. In particolare, l’asfalto fonoassorbente che viene preso in considerazione garantisce in media almeno 3 decibel di riduzione del rumore, che equivale a un dimezzamento del traffico, ma si può arrivare fino a meno 6 decibel al momento della posa».
In secondo luogo si può intervenire tra la fonte di rumore e il punto di ricezione (abitazione) attraverso ad esempio i ripari fonici. «Sulle strade comunali e cantonali – indica però l’esperto – questo tipo di soluzione è difficilmente attuabile per diversi motivi: ha un impatto paesaggistico ed estetico non indifferente, non c’è spazio sufficiente oppure esistono troppi accessi stradali e pedonali (che vanificherebbero l’efficacia del riparo)».
Gli interventi di risanamento fonico devono essere ponderati in base a tutti gli interessi in gioco, sottolinea Malorgio. «Nel caso non sia possibile intervenire alla fonte, né mettere un riparo fonico, in presenza del superamento dei valori d’allarme, e a determinate condizioni, occorre mettere in atto provvedimenti di isolamento acustico sugli edifici esistenti, in particolare l’installazione di finestre fonoisolanti. In questi casi le spese sono a carico del proprietario dell’impianto stradale che causa i superamenti (Cantone oppure Comune)». Queste situazioni possono verificarsi soprattutto a ridosso degli assi stradali a forte traffico.

«L’INQUINAMENTO FONICO COMPROMETTE LO SVILUPPO DEI BAMBINI»
«Il rumore è fastidioso, molesto e nocivo per la salute», si legge su «Inquinamento fonico in Svizzera», l’ultimo rapporto in materia dell’Ufficio federale dell’ambiente. Pensando soprattutto al traffico stradale, in che senso? Lo abbiamo chiesto a Renato Piantanida, primario di otorinolaringoiatria all’Ospedale regionale di Lugano: «È improbabile che le persone residenti nei pressi di una strada trafficata o dell’autostrada, dove i limiti di immissione fissati dalla legge vengono controllati, subiscano danni diretti legati al rumore. Mentre questi si manifestano facilmente, ad esempio, negli individui che esercitano un’attività lavorativa in un ambiente assordante senza protezioni. Nel tempo possono infatti accusare una perdita graduale della capacità uditiva». Molto più pericolosa nel caso citato, anche perché interviene in maniera progressiva, è la possibilità che si verifichino dei danni indiretti. «È dimostrato che l’organismo, in presenza di rumore, si metta in allerta», spiega il nostro interlocutore. «Determinando tutta una serie di assestamenti sia biologici sia umorali. Il corpo produce ad esempio ormoni dello stress: adrenalina e cortisolo. Il battito cardiaco, la pressione sanguigna e la frequenza respiratoria aumentano. Una situazione che, a lungo termine, nuoce alla salute». In particolare – osserva il primario – possono essere attribuiti ad un’eccessiva esposizione al rumore malattie cardio-metaboliche (ipertensione, malattie coronariche, infarto, ictus), un aumento degli stati di nervosismo e tensione o, al contrario, di spossatezza e depressione. Di conseguenza emergono disturbi della concentrazione e cali del rendimento, oltre a picchi di aggressività.
Non bisogna in ogni caso dimenticare i fattori soggettivi che intervengono a sparigliare le carte, dice Piantanida. Non esistono insomma regole assolute. «Quello che purtroppo si osserva è che livelli eccessivi di rumore possono comportare disturbi a lungo termine anche ai più piccoli, in quanto agiscono in maniera negativa sulla loro memoria e motivazione». Le ricerche relative agli effetti del rumore sullo sviluppo cognitivo dei bimbi dimostrano inoltre che nelle zone chiassose i bambini in età scolare imparano a leggere più lentamente di quelli che frequentano la scuola in aree tranquille. Insomma, maggiore è l’inquinamento fonico, più lo sviluppo viene compromesso. Un altro capitolo delicato è quello dei disturbi del sonno su cui si concentra grande attenzione (vedi Centro di medicina del sonno di Lugano dell’EOC). «Di fatto la connessione col rumore stradale è valutata insieme ad altri fattori», sostiene l’intervistato. «Durante la notte, comunque, un carico fonico eccessivo può provocare disturbi del sonno. Le conseguenze sono sonnolenza, un’attenzione e un’efficienza minori l’indomani».

Piantanida sottolinea che la scala usata per misurare il rumore non è geometrica (20 decibel non sono il doppio di 10 decibel) bensì logaritmica. «Ad esempio 5-10 decibel sono il rumore di una foglia che cade e 50-60 decibel la mia voce durante l’intervista. Nei pressi di un’autostrada o dell’aspirapolvere si arriva ai 70 decibel. Sopra gli 80 tutto diventa problematico e spesso insopportabile. Ma è proprio nella fascia mediana, quella di una casa relativamente tranquilla (40-50 decibel) e di un ristorante o un ufficio (60-70 decibel), che possono presentarsi delle situazioni critiche».
Cosa si può fare a livello individuale per ridurre i danni? «Di sicuro non serve contrastare il rumore stradale con musiche o rumori della natura», dichiara l’esperto. «L’orecchio, e di conseguenza il cervello, in presenza di rumore si attiva. È difficile che riconosca una musica piacevole, e che questa diventi un elemento di favore, da un rumore di sicuro fastidioso. Io consiglio di evitare il sovrappiù. Vedo spesso persone di ogni età e sesso che camminano con gli auricolari magari ad alto volume. Mezz’oretta o poco oltre fa più danni del rumore costante in un ambiente comunque protetto come può essere quello dell’ufficio o dell’abitazione, anche se vicini ad una strada. Bisogna insomma essere più prudenti nei comportamenti personali perché le normative contro l’inquinamento fonico ci sono, sono serie, aggiornate e rispettate. Esistono inoltre i ripari fonici, l’asfalto fonoassorbente, eccetera».
Nonostante tutto, però, i disturbi all’udito sono in continuo aumento tra la popolazione, sottolinea il medico. «La sordità è una problematica con un importante impatto sulla società e sull’individuo. Mentre già alla nascita interessa un neonato su 1.000, con l’età la percentuale si aggrava al punto da toccare almeno il 50% dei soggetti oltre i 65 anni e il 95% dei soggetti oltre gli 80 anni. Spesso associato a problematiche uditive, ma anche in diversi casi autonomo, si presenta l’acufene, detto anche tinnito, ossia la percezione o sensazione di rumore all’interno dell’orecchio. Pur non avendo spesso una causa riconoscibile, merita la nostra massima attenzione perché può a sua volta insidiare e invalidare le capacità relazionali, l’umore e la qualità di vita dei nostri pazienti». La maggior parte delle persone con problemi di udito che arrivano nel reparto di otorinolaringoiatria dell’Ospedale regionale di Lugano, rende noto Piantanida, soffrono di presbiacusia ovvero di diminuzione dell'udito per effetto dell'invecchiamento (peggiorato dai danni da rumori). «Un problema che – con l’aumento dell’età media – diventa sempre più significativo. L’aspetto più antipatico è che le prime frequenze uditive ad andare perse sono quelle della voce. Inutile dire che è un problema difficile da correggere, almeno per ora. Ma se l’industria riesce a fare un piccolo sforzo per migliorare gli apparecchi acustici, e non solo gli smartphone, possiamo ben sperare».