"Quatur" si chiude con un flop

BERNA - Il Ministero pubblico della Confederazione ha abbandonato l'accusa di organizzazione criminale nei confronti di Fortunato Andali e di altri tre indagati – tutti italiani ma attivi in Svizzera – coinvolti nell'inchiesta «Quatur» relativa a presunte attività illecite sull'asse Zurigo-Italia (sospetti traffici di droga o d'armi da fuoco e riciclaggio). A renderlo noto è stato il legale di Andali, Tuto Rossi (gli altri tre sono difesi dagli avvocati Nadir Guglielmoni, Yasar Ravi e Daniele Timbal). L'inchiesta svizzera era stata avviata nel 2002 dopo un'informativa delle autorità antimafia di Roma, arenandosi a più riprese per questioni procedurali. Gli accertamenti erano ripartiti in giugno quando la Procura federale aveva annunciato la promozione delle accuse (ora ridimensionate) per fine anno
Si chiude così "Quatur", un'imponente inchiesta del MPC durata oltre 13 anni e che ha visto la pluriennale carcerazione preventiva dell'imputato principale.
Andali, un calabrese con la doppia cittadinanza italiana e svizzera, è stato assolto definitivamente in Italia dall'accusa di appartenenza alla 'Ndrangheta, al termine di un procedimento durato anni e che è passato attraverso numerose istanze. Secondo la Corte italiana che ha messo il punto finale alla vicenda, i criminali pentiti sulle cui affermazioni si fondava tutta l'accusa, non erano credibili ed avevano parlato per tornaconto.
Secondo il MPC, a causa di quest'assoluzione non è più possibile dimostrare in maniera evidente il collegamento tra la 'Ndrangheta e un'organizzazione criminale in Svizzera, guidata proprio da Andali. Per questo motivo la Procura federale ha deciso giovedì di archiviare le accuse di appartenenza/sostegno ad organizzazione criminale nei suoi confronti e degli altri quattro co-imputati.
I cinque facevano parte di un gruppo iniziale di 13 persone, nei confronti dei quali il MPC aveva avviato, nel maggio scorso, un'inchiesta - un ramo della sopracitata "Quatur" - per appartenenza alla 'Ndrangheta. Già lo scorso giugno la Procura era stata costretta a lasciar cadere le accuse nei confronti di parte degli imputati.
Sei di essi sono tuttavia stati nel frattempo incriminati dal Tribunale penale federale per reati qualificati contro la legge sugli stupefacenti. Ai primi di dicembre un ticinese di 49 anni è stato condannato a 12 mesi di carcere sospesi con la condizionale: l'uomo ha per cinque anni esportato dal Ticino all'Italia armi da fuoco e munizioni.
L'inchiesta "Quatur" ipotizzava il reato di organizzazione criminale con riferimento a riciclaggio di denaro e vari traffici illeciti, in particolare un giro di cocaina stimato dagli inquirenti in una ventina di chili. Essa riguardava le ramificazioni in Svizzera, Ticino compreso, della cosca Ferrazzo, affiliata alla 'Ndrangheta calabrese. Andali era stato messo sotto inchiesta nel 2002 e accusato di essere il cervello della 'Ndrangheta in Svizzera.
Tra i 14 capi d'imputazione che pendevano su di lui figuravano traffico internazionale di stupefacenti, traffico illegale d'armi e riciclaggio per oltre 15 milioni di franchi. L'inchiesta – che aveva coinvolto un centinaio di persone e portato all'arresto di una quarantina di queste – si era svolta in collaborazione con la Direzione nazionale antimafia di Roma.
Una prima battuta di arresto il MPC l'aveva incassata nel 2012, quando il Tribunale penale federale di Bellinzona aveva annullato l'atto d'accusa del maxi processo sulla Ndrangheta, avendo rilevato irregolarità a livello di partecipazione della difesa agli interrogatori dei testimoni a carico.