Il dato

Quei Comuni d'Italia dove la Svizzera è più forte dell'Europa

Alle ultime Europee l'astensionismo si è manifestato con forza lungo la fascia di confine, nel Varesotto, e in particolare a Lavena Ponte Tresa – Ne parliamo con Massimo Mastromarino: «Pesano i frontalieri»
© CdT/Gabriele Putzu
Marcello Pelizzari
13.06.2024 10:30

Più nel Varesotto che nel Comasco, certo. Anzi, quasi esclusivamente nel Varesotto. Il dato, però, è concreto: nella fascia di confine, alle ultime Europee ha vinto l'astensionismo. Soprattutto laddove, come riporta Varese News, sabato e domenica non si votava anche per le Amministrative ma, appunto, solo per l'Europarlamento. A colpire, in particolare, è Lavena Ponte Tresa. A due passi dal Ticino, già. Nel Comune di frontiera, infatti, si è recato alle urne poco più di un elettore su quattro: con il 26,48% dei votanti, addirittura, Lavena Ponte Tresa si è classificato all'ultimo posto nella speciale classifica della Provincia di Varese. Rispetto alle elezioni del 2019, parliamo di un -12.3% di elettori in termini di affluenza. Ahia. Sono andati male, dati alla mano, anche Cadegliano Viconago (28,32%) e Cugliate Fabiasco (29,6%). E non sono certo andati tanto meglio di Lavena Ponte Tresa altri due Comuni in fascia di confine: Marchirolo (30,97%) e Cremenaga (30,98%). Meglio, invece, hanno fatto Luino (36,27%), Porto Ceresio (37,2%), Saltrio (40,1%) e Clivio (42,84%). 

Da noi contattato, il sindaco di Lavena Ponte Tresa Massimo Mastromarino non ha nascosto una certa delusione per la scarsa affluenza: «Sì, il dato personalmente mi ha molto deluso» ha spiegato il nostro interlocutore, che è pure presidente dell'Associazione comuni di frontiera. Detto delle percentuali, restano da capire i motivi di un simile astensionismo. E allora, a Mastromarino chiediamo: perché? «Non c’è attenzione, evidentemente. L’Unione Europea sembrerebbe essere un’entità sempre più lontana dall’interesse dei cittadini e questo non è un dato positivo». Quindi, Mastromarino è entrato nel merito: «Credo che a questi dati concorrano una serie di fattori, sia generali sia territoriali» ha detto il sindaco di Lavena Ponte Tresa. «C'è una disaffezione al voto europeo manifestatasi a livello nazionale. Mi riferisco alle nuove generazioni, sempre più restie a votare. Per questo, potrebbe essere utile pensare ad altre modalità, come il voto elettronico».

Non finisce qui, perché agli occhi di Mastromarino anche il frontalierato potrebbe spiegare il dato di Lavena Ponte Tresa. L'alta percentuale di residenti con impiego in Svizzera, insomma, avrebbe avuto un peso. Un po' come nel caso del reddito medio, più basso nei Comuni di frontiera proprio perché lì è più massiccia la presenza di frontalieri. «Queste zone, in effetti, hanno un tasso altissimo di lavoratori frontalieri» ha riconosciuto il sindaco. «Spesso, poi, parliamo di persone che arrivano da altri contesti e che si spostano qui soltanto per lavorare in Svizzera, un Paese extra UE». Di conseguenza, il fatto di lavorare in una realtà non europea (nel senso di Unione) e con un interesse rivolto «sul lavoro e sui guadagni elevati che garantisce il lavoro oltreconfine», ha chiosato Mastromarino, «l'Europa per queste persone probabilmente è ancora più lontana. È una spiegazione plausibile, sebbene richieda un’analisi più approfondita con l’incrocio di altri dati».

Dicevamo del Comasco. A livello di Provincia, il dato aggregato parla di una partecipazione del 53,58%. In netto calo rispetto al 2019, quando l'affluenza si era attestata a un lodevole 62,09%. «Con le elezioni europee – ha commentato alla Provincia Unica Daniele Butti, segretario provinciale della Lega – si fa sempre più fatica rispetto al solito ad avere una partecipazione ampia, quasi come se quello che succede a Bruxelles fosse qualcosa che ci riguardi meno. Ma in realtà non è così». «Il dato è preoccupante – gli ha fatto eco Manuel Tropenscovino, segretario provinciale del Partito Democratico –. È evidente che sempre più persone non credono più nella politica, soprattutto quella lontana dalla quotidianità, che non risolve problemi ma spesso ne crea. È una sconfitta per tutti, soprattutto perché i prossimi cinque anni in Europa saranno un passaggio fondamentale per tante questioni». Una lontananza che, pensando al Ticino, ha manifestato in particolare Campione d'Italia: nell'enclave, che di suo si sente spesso abbandonata dalla stessa Italia, ha votato appena il 29,09% degli aventi diritto. Un dato comunque in crescita rispetto all'appuntamento precedente (24,36%). Astensionismo pesante anche a Cavargna (24,21%) e Valsolda (28,92%).

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