Il caso

«Al confine con il Ticino tutti poveri? Occhio ai dati sui frontalieri»

Massimo Mastromarino, sindaco del comune italiano oltrefrontiera, critica un'analisi che mostra come il gettito sia basso più ci si avvicina alla Svizzera
Massimo Mastromarino, sindaco di Lavena Ponte Tresa, comune di frontiera con il reddito medio più basso della provincia di Varese, secondo uno studio; sullo sfondo, la mappa dell'analisi: in verde, i comuni con il gettito più alto
Jona Mantovan
25.04.2023 14:00

I contribuenti della provincia di Varese, secondo l'analisi delle dichiarazioni fiscali consegnate nel 2021, hanno realizzato redditi complessivi per 13 miliardi e 274 milioni di euro. Un buon risultato, considerando che quello era il secondo anno di pandemia. La cifra, infatti, rappresenta un aumento di 91 milioni di euro rispetto al 2020, ma anche una diminuzione di 277 milioni di euro rispetto al 2019, annata prepandemica. Il portale d'informazione VareseNews, alla notizia, ha allegato pure una cartina interattiva in cui è possibile navigare, comune per comune, alla scoperta del valore del reddito medio. Già al primo colpo d'occhio, però, qualcosa non quadra. L'autore ha colorato in rosso le aree con i valori più bassi e in verde quelle che se la passano meglio. Ebbene, i comuni in rosso si trovano a ridosso del confine. Un po' strano, no? Un reddito medio di 13.126 euro a Lavena Ponte Tresa, possibile? Quando la media generale è di 22.330 euro? Risponde il sindaco della località di frontiera, Massimo Mastromarino: «La mappa non è sbagliata, semplicemente riporta un dato statistico che, però, non tiene conto della realtà delle zone di frontiera». Frontiera che fa rima con frontalieri. Giusto, Mastromarino? «Corretto», esclama il 56.enne in collegamento dal suo ufficio in comune. «Nelle venti località della Comunità montana del Piambello, i frontalieri sono oltre 12.000. Qui a Lavena ne abbiamo quasi 1.500, su un totale di 6.000 abitanti». Bene, ma dove sta, allora, l'inghippo? Presto detto: i numeri non considerano il differente regime a cui è sottoposta questa particolare categoria di lavoratori. Esattamente come indicato nell'articolo a firma di Tomaso Bassani. «Certo, perché pagano l'imposta alla fonte, in questo caso il Canton Ticino. Questa è poi riversata, per circa il 40%, allo Stato italiano che a sua volta, con un meccanismo un po' complicato, lo riversa ai comuni di frontiera».

«Da questo conteggio manca una somma importante che quest'anno raggiungerà all'incirca, per tutta la fascia di confine, 90 milioni di euro. Questi saranno poi appunto riversati nei comuni di frontiera che potranno utilizzarne metà in spese correnti e metà in investimenti». 

Novanta milioni (per essere più precisi, 82.757.287 euro) che costituiscono appunto il prelievo fiscale di compensazione versata dalla Svizzera all'Italia direttamente alle casse dei vari comuni delle regioni del Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia e provincia di Bolzano. In un ragionamento puramente teorico, potrebbero essere 'spalmati' sugli abitanti e consentire a Lavena Ponte Tresa di superare anche i primi della classe di Galliate Lombardo (con 38.212 euro di reddito medio), Casciago (33.824), Luvinate (33.722) e Comerio (33.676)? Forse sì. Ma sta di fatto che a questi dovrebbe essere aggiunto almeno un miliardo di euro che sono prelevati, come si diceva, alla fonte e quindi non rilevati dalle sole dichiarazioni fiscali compilate in Italia. La mappa è compilata in maniera meticolosa e sfrutta i dati ufficiali del Ministero, ma per completarla correttamente occorrerebbe aggiungere i dati sulle dichiarazioni dei frontalieri compilate in Svizzera. Da qui la stima, azzardata, di un valore complessivo superiore al miliardo di euro. 

«Ma non mi preoccupo per il dato da 'correggere' sulla mappa. Che comunque è corretta perché riporta i dati del Ministero dell'economia e delle finanze. Qui siamo di fronte a una sorta di federalismo fiscale: i comuni hanno risorse che derivano in modo diretto dal lavoro dei loro cittadini. Guardo comunque questo dato in positivo. Il tema, poi, penso sia un altro. Proprio perché, come si diceva una volta a scuola, non è possibile sommare le mele con le pere. Si tratta di scenari, situazioni e conteggi completamente diversi tra loro».

È come una sorta di federalismo fiscale ante litteram, che chi ci ha preceduto ha immaginato già nel 1974. Sta funzionando bene, la logica è quella di investire sul territorio i soldi che producono ricchezza in un altro Stato
Massimo Mastromarino, 56 anni, sindaco di Lavena Ponte Tresa (Italia)

Nuovo accordo all'orizzonte

Il meccanismo fiscale dell'imposta alla fonte poi riversata al comune, secondo Mastromarino, è una soluzione che sta funzionando: «È come una sorta di federalismo fiscale ante litteram, che chi ci ha preceduto ha immaginato già nel 1974. Sta funzionando bene, la logica è quella di investire sul territorio i soldi che producono ricchezza in un altro Stato, in questo caso del Canton Ticino. E le opere vanno a beneficio di quella comunità, i frontalieri e le loro famiglie, che di fatto hanno generato questo reddito. Certo, dagli anni Settanta a oggi di tempo ne è passato. E, come un'automobile storica, qualche tagliando, qualche revisione la deve pur fare, ogni tanto. Ed è proprio quanto stiamo facendo ora, con il nuovo accordo fiscale: ormai è in dirittura d'arrivo anche nel Parlamento italiano. Dopodomani, mercoledì 26, sarà discusso alla Camera, dovrebbe quindi fare un ultimo passaggio in Senato per poi essere finalmente chiuso».

La fascia transfrontaliera, la fascia di confine, di fatto è un distretto a tutti gli effetti. Ed è anche giusto che abbia logiche diverse, che non possono essere applicate in altre parti del territorio

Effetti concreti? «Fra 25 anni»

Il sindaco italiano ci tiene a sottolineare come la realtà di confine debba essere trattata con una logica un po' diversa: «Diciamo di vivere in un periodo in cui riconosciamo la peculiarità dei territori, dei distretti economici, dei distretti socioculturali. Ecco, la fascia transfrontaliera, la fascia di confine, di fatto è un distretto a tutti gli effetti. Ed è anche giusto che abbia logiche diverse, che non possono essere applicate in altre parti del territorio. Quando vedremo effetti concreti di questo nuovo accordo? Beh, alcuni ipotizzano almeno vent'anni. Io sarei più cauto, direi anche 25. A quel punto avremo un maggior gettito fiscale anche qui in Italia e quindi i comuni di frontiera si collocheranno in una fascia medio-alta rispetto a quella in cui si trovano le province stesse».

Clicca la mappa interattiva

La distribuzione del reddito per comune

Correlati
Frontalieri, Province e Comuni spingono verso la Svizzera
Mentre il Governo nazionale e il ministro varesino Giancarlo Giorgetti promettono incentivi e risorse per trattenere i lavoratori italiani oltreconfine, gli enti locali si muovono nella direzione opposta e organizzano addirittura corsi in cui si insegna come fare a cercare lavoro in Ticino
Infermieri in fuga, l'Italia lancia l'allarme
Il Ticino ha bisogno di personale sanitario e le zone a ridosso del confine rappresentano un serbatoio da cui attingere – Il presidente di OPI Varese Aurelio Filippini: «Nel 2022, per la prima volta, i nostri numeri sono stati negativi»