Quei «risparmi» di Locarno che non travolgono la cultura

A Locarno c’è un paradosso. Non solo nei numeri, ma anche nella sostanza. Lo si trova al capitolo «Cultura»: a fronte di un risparmio finanziario, la Città aspira a un aumento dell’affluenza di visitatori a eventi, mostre e altre proposte. Una magia natalizia? Mica tanto, perché l’ambizione travalica i confini dei prossimi anni, addirittura. Com’è possibile? Lo svela, al Corriere del Ticino, la capodicastero Nancy Lunghi: «È tutto merito della nostra eccezionale collezione». Collezione che, in futuro, si vuole ulteriormente valorizzare. Tornando alle cifre, il preventivo appena pubblicato prevede un budget di spesa per il 2026 quantificato a poco più di due milioni, mentre nel 2025 questo era a quota 2,2. Certo, non un taglio massiccio, ma pur sempre un «risparmino», in quel 2% delle uscite totali.
L’aiuto delle squadre
«Al netto, si tratta di un importo di 1,8 milioni che però non tiene conto di sostegni che passano da altri dicasteri o sono più “materiali”», spiega ancora la municipale, riferendosi a concessioni gratuite di spazi (inclusi quelli adibiti alla pubblicità) e all’aiuto delle squadre comunali per la realizzazione di appuntamenti di rilievo. È da anni che la situazione finanziaria richiede sforzi per contenere le uscite e, dove possibile, aumentare le entrate. Come detto, il settore diretto dalla nostra interlocutrice ha lavorato su una strategia pluriennale.
«Il principale contenimento delle spese per il 2026 è reso possibile dalla fusione tra Scuola popolare di musica e Musica cittadina, che permetterà un risparmio di 30.000 e, dal 2027, di ulteriori 30.000 grazie all’ottimizzazione di spese e personale. L’obiettivo è comunque quello di continuare a mantenere l’offerta educativa da una parte e quella bandistica dall’altra, ma con una gestione unificata». Anche se, per coerenza, la contabilità di questo settore è stata spostata sotto il dicastero Educazione».
«Limatura» sul murale
Non solo. Un ulteriore risparmio è stato possibile rinunciando alla gestione di iniziative d’arte nello spazio pubblico (nel 2026 risparmio di 18.000 franchi e, nel 2027, di ulteriori 5.000): «Parliamo del murale in Piazza Remo Rossi, che lo scorso anno era stato frutto di un concorso d’arte urbana. Sappiamo che questo genere di iniziative sono molto apprezzate, tuttavia, ci rendiamo conto che questo settore comporta costi di realizzazione molto elevati, richiede tempi lunghi per generare visibilità e si inserisce in un contesto già ampiamente sviluppato in Ticino, con progetti di dimensioni e rilevanza ben superiori e che hanno a disposizione risorse sia umane che finanziarie importanti». Il luogo in questione sarà mantenuto altrettanto vivace e decorato - in collaborazione con gli «inquilini» del vicino PalaCinema, legati al settore audiovisivo - «in attesa della sistemazione definitiva del centro cittadino intitolata “La Nouvelle Belle Époque”».
L’offerta è salva
Tornando alla «materia» principale, è proprio grazie alle già citate e notevoli proprietà gelosamente custodite nei depositi che sarà possibile limitare il «peso» delle esposizioni temporanee a Casa Rusca: «Un’esigenza necessaria anche a causa delle difficoltà nel reperire sponsorizzazioni. Ma la varietà continuerà a essere garantita e molta importanza sarà messa sulla mediazione culturale, che in questi anni si è dimostrata essere un valore aggiunto per avvicinare diversi pubblici ai musei, con eventi particolari». Infine, Lunghi ricorda il grande successo ottenuto nelle ultime stagioni tramite un riorientamento.
Sempre più visitatori
«Casa Rusca è passata dai 2.500 visitatori del 2022 agli oltre 6.000 del 2024; stesso discorso per Casorella e Castello Visconteo, passate da 6.000 nel 2022 a 10.000 nel 2025, raggiungendo il miglior risultato di sempre. Sottolineo poi come oltre 1.500 bambini e ragazzi frequentino le nostre strutture per merito delle nuove idee messe in campo». In conclusione, «siamo una piccola-grande capitale della Svizzera, con un Festival internazionale del film, festival musicali importanti, tre istituzioni museali comunali e un numero di luoghi d’arte e di cultura che pro capite tra i maggiori nella Confederazione. Non è un caso che il programma strategico della Città inserisca la cultura e l’audiovisivo al centro delle linee di sviluppo».
