Quei tesori da tutelare

«Immaginatevi la Bellinzona di 175 anni fa. Non c’era corrente elettrica e l’acqua si prendeva dai pozzi. Era un piccolo Borgo poverissimo. Niente posti di lavoro, le Officine non c’erano ancora. In quel contesto vi furono delle persone che decisero di costruire un teatro. Non per l’aristocrazia, ma per tutta la comunità. E infatti tutt’oggi si chiama non a caso “Sociale”». È iniziata con le parole del sindaco Mario Branda la tavola rotonda in occasione dei 50 anni della Convenzione per la protezione del patrimonio mondiale culturale e naturale dell’UNESCO (1972-2022). Un incontro aperto al pubblico che si è tenuto al teatro Sociale, monumento storico d’importanza nazionale, in occasione dei 25 anni dalla sua riapertura dopo i lavori di restauro. Per questo evento è stata scelta non a caso la città all’ombra della Fortezza. Sono 13 i monumenti svizzeri che figurano nella lista UNESCO tra i quali dal 2000 si contano anche i tre castelli, la murata e la cinta muraria cittadina (in Ticino si annoverano anche il monte San Giorgio e le faggete delle Valli di Lodano, Busai e Soladino). «Siamo molto fieri ed orgogliosi della nostra Fortezza. Se ne parla spesso in città, anche se altrettanto spesso si percepisce che forse non tutti colgono appieno la ricchezza e l’importanza di questo patrimonio – prosegue Branda –. Attualmente stiamo portando avanti un progetto di valorizzazione che è partito già negli anni Novanta. Manca ancora però una vera consapevolezza e comprensione del valore storico, culturale e identitario di questo monumento, che contribuisce con il suo significato storico a dare una importante identità alla nostra città. Come Municipio vogliamo farlo conoscere ancora meglio».
Conservazione e sostenibilità
Durante la serata, condotta dalla giornalista RSI Monica Bonetti, si sono toccati molti temi cercando di capire innanzitutto cosa sia cambiato in questi 50 anni. La Svizzera ha ratificato la Convenzione nel 1975, impegnandosi a proteggere, curare e conservare il proprio patrimonio di valore universale eccezionale per le generazioni future. Oggi però ci sono delle sfide importanti quali la crisi climatica ed i conflitti armati, la globalizzazione culturale e il turismo internazionale, la trasformazione tecnica e la digitalizzazione, i mutamenti nelle sfere sociali, politiche ed economiche della società. Tutto ciò ha un impatto anche sul patrimonio e sulla sostenibilità della sua conservazione.
Secondo il capo della Sezione Cultura della costruzione Oliver Martin dell’Ufficio federale della cultura «la conservazione del patrimonio è in sé un’azione sostenibile. Dire che la tutela del patrimonio non sia sostenibile è sbagliato. Il concetto stesso di sostenibilità include la salvaguardia, la manutenzione e il riuso di qualcosa. Sono principi storici che negli ultimi decenni abbiamo dimenticato ma che oggi stiamo invece riscoprendo. Attualmente si sta parlando molto dell’energia operativa che il patrimonio richiede ma esistono già modi di ridurre i consumi in modo responsabile».
«Servono risorse»
Temi che toccano anche la Fortezza, di proprietà del Cantone e gestita dalla Città. «Con l’assegnazione del label UNESCO era appena entrata in vigore la nuova Legge per la protezione dei beni culturali. Insieme hanno contribuito a mantenere il tema della conservazione d’attualità», spiega il capo dell’Ufficio dei beni culturali e UNESCO site manager della Fortezza Endrio Ruggiero. «Il label ha aumentato la consapevolezza locale di questo patrimonio, tutelato però già a livello cantonale dal 1911, ed è stato uno dei primi a livello svizzero a ricevere questo tipo di tutela. I label però non bastano da soli a conservare e valorizzare, certo aiutano. Il tema della conservazione deve essere nutrito quotidianamente. Per fare questo ci vogliono risorse finanziarie e umane. In questo senso Città e Cantone stanno portando avanti egregiamente un lavoro impegnativo con un nuovo Piano di gestione».
Ad esprimersi sulla formazione è stato il professore dell’USI Lorenzo Cantoni. «È un compito complesso che richiede interdisciplinarità. Per questo motivo esistono un insieme di cattedre in rete dell’UNESCO per rispondere a esigenze e sfide complesse e temi correlati, come il turismo sostenibile e i media digitali, affrontati nel Master in turismo internazionale».