Il ricordo

Quella volta in cui Dick Marty parlò ai diplomati del Liceo

Aurelio Sargenti, allora direttore del LiLu2, ha voluto condividere con noi il discorso pronunciato il 26 giugno 2015 dall'ex magistrato e politico di lungo corso deceduto oggi
© Aurelio Sargenti
Red. Online
28.12.2023 18:31

«Cari studenti, credo che ognuno di noi sia chiamato ad assumere, in modo molto diverso e con modalità imprevedibili, un ruolo e una funzione particolare nel cammino dell’umanità. Ognuno è insomma chiamato a spostare un sassolino e sappiamo che tanti sassolini possono costituire delle montagne. È il fascino straordinario della vita e del succedersi delle generazioni». Era il 26 giugno 2015 e Dick Martydeceduto oggi a 78 anni per un tumore – pronunciava queste parole ai neo diplomati del Liceo di Lugano 2. Era stato l'allora direttore dell'istituto, Aurelio Sargenti, a invitarlo per pronunciare il discorso davanti agli studenti. Oggi il consigliere comunale (PS) di Lugano ha voluto condividere quelle parole con i lettori del Corriere del Ticino.

«Vorrei cercare di esprimere un messaggio di speranza – disse otto anni fa Marty di fronte a quei giovani –. Il mondo che vi apprestate a prendere in consegna dalle generazioni che vi hanno preceduto è sì guasto - Guasto è il mondo è il titolo di un libro di grande spessore di Tony Judt -, ma è anche un mondo pieno di sfide affascinanti». Parole che oggi Sargenti collega a generosità, passione e ottimismo, tra le molte qualità di Dick Marty: «Viene oggi a mancare una grande personalità ticinese, tra le poche conosciute a livello internazionale. Ai molti liceali che hanno avuto la fortuna di incontrare e di conversare con lui – che varcò la soglia del LiLu2 come consigliere agli Stati, come membro e relatore dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa o, semplicemente, come cittadino – farà senz’altro piacere leggere un suo testo inedito, lontano sì nel tempo, ma molto vicino ai loro e ai nostri cuori.

© Aurelio Sargenti
© Aurelio Sargenti

In quell'occasione, l'ex magistrato e politico di lungo corso invitò i giovani ad «affrontare la vita con saggezza ma anche con un briciolo di follia e con passione», raccogliendo «due sfide decisive: l'ambiente e la giustizia»: «Essere solidali con i meno abbienti, battersi per i diritti degli altri non è solo altruismo. In verità è innanzitutto agire nel nostro interesse».

Il discorso integrale di Dick Marty al Lilu2, il 26 giugno 2015

Temo che il vostro direttore abbia assunto un notevole rischio nell’invitarmi, un rischio che temerariamente ho accettato di condividere.

Ma cosa potrei raccontarvi di interessante per il vostro futuro, io che ho ottenuto la maturità esattamente 50 anni or sono, quasi giorno per giorno, io che solo alla vostra età cominciavo a scoprire la televisione, incapace allora di poter anche solo immaginare l’esistenza di uno smartphone e  – come si dice bene in italiano – dei social networks ?

Già, sono nato quando la Seconda guerra mondiale non era ancora terminata, la bomba atomica non ancora sganciata su Hiroshima e Nagasaki. Appartengo alla generazione di chi ha vissuto nel clima della guerra fredda, l’Europa delle frontiere – ricordo un’attesa di trenta ore alla dogana per andare a Berlino – la schedatura sistematica da parte delle nostre autorità di tutti coloro che manifestavano un’indipendenza di giudizio, sospetti così di simpatie di sinistra.

Una generazione che si rivoltò nel ’68 contro l’autoritarismo nel nome d’ideali generosi ma confusi e che scese in piazza per protestare contro la guerra nel lontano Vietnam, una guerra simbolo di arroganza e di sopraffazione.

Vedete, la tentazione è grande di cadere nei ricordi, nella nostalgia. Antonio Gervaso, che ha qualche anno più di me, ha scritto che I giovani guardano al futuro come i vecchi al passato. I primi con speranza, i secondi con nostalgia.

Beh, oggi, vorrei cercare di esprimere un messaggio di speranza. Il mondo che vi apprestate a prendere in consegna dalle generazioni che vi hanno preceduto è sì guasto – Guasto è il mondo è il titolo di un libro di grande spessore di Tony Judt – ma è anche un mondo pieno di sfide affascinanti.

L’Europa – oggi così ingiustamente vilipesa – non ha mai conosciuto un periodo così lungo di pace, la libera circolazione è una straordinaria opportunità di arricchimento, si pensi solo al successo del programma di scambio di studenti ERASMUS. La creazione di una Corte europea chiamata a tutelare i diritti fondamentali di ognuno di noi e di oltre 800 milioni di cittadine e cittadini europei costituisce una straordinaria garanzia contro l’abuso di potere, una protezione dei valori essenziali della nostra civiltà e della nostra dignità di esseri umani.

Sono conquiste che oggi sembrano ovvie, anzi c’è chi le ritiene inutili e fastidiose invocando i principi d’indipendenza nazionale, senza rendersi conto che in un mondo sempre più interdipendente la sovranità deve necessariamente essere condivisa, pena l’isolamento e la decadenza.

Purtroppo si dimentica rapidamente, si dimentica la storia travagliata e dolorosa del nostro continente. Forse nelle prime lezioni di latino avete sentito la massima di Cicerone, secondo cui la storia è maestra di vita. Secoli dopo, Antonio Gramsci ha tradotto questa massima con termini più realistici, affermando che la storia insegna ma non ha scolari ! Come dargli torto ? Possa la vostra generazione smentirlo !

I cantieri che vi attendono sono enormi, difficili e ricchi di insidie.

La democrazia è per definizione fragile, anche la nostra, nonostante la sua ormai lunga storia, perché esposta alle pressioni del denaro e di interessi non sempre trasparenti, esposta pure alla tentazione di interpretare il bene comune come una semplice addizione di interessi particolari.

Il pericolo maggiore è tuttavia quello dell’indifferenza, del disimpegno, un pericolo così ben descritto da Martin Luther King: Non ho paura della cattiveria dei malvagi ma del silenzio degli onesti.

Due mi sembrano essere le sfide decisive che dovranno essere raccolte dalla vostra generazione: l’ambiente e la giustizia, il primo essendo peraltro una sfaccettatura della seconda.

Mai il degrado dell’ambiente ha assunto connotazioni tanto minacciose. La nostra generazione ha la responsabilità di aver vissuto sprecando in modo irresponsabile le risorse naturali e ripartendo la ricchezza in modo iniquo; alla vostra generazione, ormai consapevole del pericolo che grava sul nostro pianeta, incombe la responsabilità di porvi rimedio proponendo e mettendo in atto nuovi modelli di sviluppo che tengano conto non solo delle risorse disponibili, ma anche dei principi di giustizia e di equità.

Essere solidali con i meno abbienti, battersi per i diritti degli altri non è solo altruismo. In verità, è innanzitutto agire nel nostro interesse.

La consapevolezza di ogni cittadino di godere degli stessi diritti e delle stesse opportunità degli altri è premessa indispensabile per uno sviluppo armonioso di ogni società. Così dovrebbe essere anche tra i paesi.

Nel telefonino di ognuno di noi c’è una sostanza senza la quale non potrebbe funzionare, è il coltan che si trova quasi solo in Africa, una ricchezza straordinaria. Eppure la popolazione dei paesi in cui vi sono le miniere di questi minerali è poverissima e vive in una situazione di violenza permanente. Le ipotesi sono due, entrambe inique: un intermediario estraneo al paese si arricchisce in modo colossale, oppure noi non paghiamo il giusto prezzo per il prodotto. Pensiamoci ogni volta che prendiamo in mano il nostro cellulare ! Un esempio che illustra bene, ahimè, gli attuali rapporti di forza nei rapporti commerciali internazionali.

Senza rapporti internazionali fondati sul rispetto e l’equità, non ci sarà mai pace e il nostro benessere sarà così sempre minacciato. Potremo chiudere le frontiere, innalzare muri sempre più alti ma nulla potrà mai fermare i flussi migratori provocati dalla miseria, dalla violenza e dalla disperazione.

Cari studenti, credo che ognuno di noi sia chiamato ad assumere, in modo molto diverso e con modalità imprevedibili, un ruolo e una funzione particolare nel cammino dell’umanità. Ognuno è insomma chiamato a spostare un sassolino e sappiamo che tanti sassolini possono costituire delle montagne. È il fascino straordinario della vita e del succedersi delle generazioni.

State per entrare nell’età adulta, forti anche del sapere che vi è stato trasmesso dai vostri docenti. La mia vita professionale e privata mi ha permesso di entrare in contatto con la realtà di moltissimi paesi in ogni angolo o quasi del mondo. Ebbene, e non lo dico per compiacere, ma sono certo che pochi, pochissimi hanno il privilegio di beneficiare di una scuola pubblica che può vantare una qualità pari alla nostra.

La scuola pubblica non è solo trasmissione della conoscenza, ma è anche strumento insostituibile di coesione sociale. È giusto allora esprimere rispetto e riconoscenza a chi opera nella nostra scuola.

Godete pienamente della vostra libertà ! Essere liberi è saper convivere con il dubbio, non rinchiudersi nel conformismo, nelle mode e nelle facili certezze. La vita va affrontata con saggezza certo, ma, credo, anche con un briciolo di follia e con passione. Voltaire diceva che le passioni sono i venti che gonfiano le vele del vascello; talvolta lo sommergono, è vero, ma senza di loro il vascello non potrebbe navigare.

Vi auguro allora buon vento e, a partire da subito, buone vacanze!

© Aurelio Sargenti
© Aurelio Sargenti
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