Autismo

Quell’estro che ti accomuna a Einstein

Nasce «Aper’Incontro», un’occasione per condividere esperienze e mettere in contatto chi presenta la sindrome di Asperger - Il disturbo rientra nello spettro dell’autismo e spesso porta all’emarginazione e alla solitudine
Federica Galfetti
11.01.2019 18:05

SORENGO - Cosa accomuna Bob Dylan a Vincent Van Gogh? O Albert Einstein a Steve Jobs o, ancora, a Susan Boyle? Apparentemente nulla ma, scavando tra le pieghe delle personalità, si scopre che tutti mostrano - o mostravano - le caratteristiche della sindrome di Asperger. Si tratta di un disturbo dello spettro autistico, che però non interessa persone con deficit cognitivo anzi, in diversi casi è legato a doppio filo con una capacità cognitiva eccezionalmente superiore alla media. Una caratteristica quest’ultima che prende il nome di Alto potenziale cognitivo (APC). Precisazioni che però non aiutano a chiarire le idee. Come si riconosce la sindrome di Asperger? «È identificata come una diversità che porta a vedere e percepire la realtà in modo inconsueto. Spesso nel relazionarsi con gli altri, può succedere che nascano dei malintesi, dovuti a una diversa decodifica dei segnali sociali» spiega Emmanuelle Rossini, ergoterapista e docente ricercatrice alla SUPSI, che peraltro rileva come in Svizzera sia una persona su 60 a presentare il disturbo. Chi soffre di questa sindrome «mostra comportamenti interpretati come strani o bizzarri dalla società e per questo motivo spesso viene emarginato» aggiunge Rossini, che abbiamo incontrato a Sorengo in occasione del primo «Aper’incontro», nato dalla volontà di Daniele Bucello e Michel Rapelli, due ragazzi con disturbo dello spettro autistico di tipo Asperger. «Vogliamo creare momenti di convivialità, senza fini scientifici né medici, per scambiare esperienze e idee. Spesso ci si sente soli e inadeguati, - spiega Daniele - e sapere che esiste un nucleo di interazione e di dialogo penso sia incoraggiante». A fargli eco è poi Michel: «Vorremmo fossero incontri itineranti, per mettere in contatto il maggior numero possibile di persone con la nostra sindrome». Daniele, così come Michel, non è stato frenato dall’Asperger, ha infatti conseguito una laurea in Economia alla Bocconi, malgrado oltretutto il bullismo psicologico subito a scuola. Il suo quoziente d’intelligenza è pari a 140, caratteristica che lo fa rientrare anche tra i casi di APC. «Fin da piccolo mostravo passioni ossessive che mi portavano a ripetere più volte lo stesso gesto. Per esempio - racconta Daniele - ero affascinato dagli sciacquoni dei bagni. Ovunque andassi, dovevo fare tappa alla toilette, un incubo per mia mamma». Chi soffre di questo disturbo «presenta una percezione sensoriale particolarmente sviluppata e spesso può essere infastidito per esempio dai rumori di sottofondo» sottolinea Rossini. «Mi terrorizzano le ragnatele, mentre le luci che si spengono da sole e lo scoppio dei palloncini ora non mi spaventano più» racconta Daniele, che crescendo ha imparato a convivere con le sue paure e a mascherarle. Lo stesso vale per Michel che a 11 anni si interrogava sulla differenza tra un turbo reattore e uno stato reattore e che ora ha addirittura conseguito la patente come pilota d’aereo. A inserirsi a gamba tesa nelle discussioni, a un certo punto è stata la mamma di un ragazzo di 12 anni al quale è stata ventilata la possibilità di rientrare tra i casi di Asperger: «Ho paura che la diagnosi possa marchiarlo per la vita, rubandogli l’infanzia». Questo particolare spettro dell’autismo infatti non è sempre diagnosticato subito. «Prima di sapere se effettivamente ero Asperger o meno, ha aspettato dieci anni - spiega Daniele - non volevo affrontare la cosa, mi illudevo di potermene fregare. Ma poi ho afferrato il toro per le corna e la mia vita ha preso un’altra piega. L’Asperger può anche non essere un ostacolo, ma anzi una risorsa». In Ticino negli ultimi anni «è stata portata avanti una campagna di sensibilizzazione in molte scuole, che ha permesso anche ai docenti di conoscere più a fondo il disturbo. Inoltre, sono stati fatti passi avanti anche per quanto riguarda la legislazione - aggiunge Rossini - e si può per esempio richiedere di sostenere le prove in aule separate, in modo da evitare i fastidiosi rumori di fondo che distraggono questi ragazzi». Gli «Aper’Incontri» prendono le mosse dal gruppo Asperger Svizzera italiana creato su Facebook da Daniele, concepito proprio come una «piattaforma virtuale di scambio, condivisione e conoscenza reciproca» e sono sostenute dall’associazione Autismo Svizzera italiana (ASI): «È una collaborazione innovativa, una sinergia nata proprio da loro e che abbiamo accolto con grande entusiasmo» spiega la presidente dell’ASI Patrizia Berger.