Politica

«Quell'iniziativa porta solo burocrazia, va bocciata»

Presentato il comitato interpartitico contrario al testo «Per cure sociosanitarie e socioeducative di qualità» - È formato da PLR, Centro, Lega, UDC, Verdi liberali ed HelvEthica
© CdT / Chiara Zocchetti
Giona Carcano
22.05.2025 20:30

Un’iniziativa che, se approvata, «creerebbe solo burocrazia». Non solo: «Vuole raggiungere obiettivi che sono già una realtà». Insomma, l’iniziativa popolare «Per cure sociosanitarie e prestazioni socioeducative di qualità», sulla quale i cittadini ticinesi sono chiamati a esprimersi il prossimo 15 giugno, «va bocciata». È questa, in entrema sintesi, l’opinione del comitato interpartitico (formato da deputati di PLR, Centro, Lega, UDC, Verdi liberali ed HelvEthica) che intende combattere la nuova legge.

Promossa da VPOD e sinistra, l’iniziativa è stata bocciata a larga maggioranza dal Parlamento a fine febbraio. Il testo poggia su cinque pilastri: condizioni lavorative minime per tutto il settore; la codificazione dei diritti di pazienti e utenti; la valutazione indipendente e trasparente della qualità nelle strutture; la creazione di organi di mediazione per pazienti, utenti e personale; la creazione di una commissione parlamentare di controllo sull’intero settore.

«Si tratta di una legge che va a toccare ambiti delicati del sistema sociosanitario, e che avrebbe ripercussioni su oneri amministrativi e burocratici non indifferenti», ha sottolineato Maurizio Agustoni (Centro). «A prima vista può anche essere sensato disporre di una legge quadro, ma nella realtà larga parte degli obiettivi dell’iniziativa sono già raggiunti grazie alle leggi settoriali e ai contratti collettivi di lavoro». Insomma, per Agustoni si tratterebbe di un doppione inutile. «Le aggiunte vere e proprie inserite nella legge sono burocrazia farraginosa, che andrà a sottrarre risorse al settore». Anche Lara Filippini (UDC) ha centrato il suo intervento sulla burocrazia. Il testo «prevede una serie di nuovi adempimenti, controlli, obblighi di rendicontazione stringenti, una commissione parlamentare di sorveglianza», ha elencato. «Si tratta di un carico amministrativo frustrante», in un settore già fortemente sotto pressione. «Così si svuota di significato il ruolo professionale: il collaboratore diventa un mero compilatore» di scartoffie.

Stefano Tonini, deputato leghista e capo dicastero istituti sociali di Chiasso, ha da parte sua evidenziato che «più burocraizia significa aumentare creare più lavoro». E ciò «mette in secondo piano quello che invece dovrebbe essere centrale: il paziente, l’utente». «Non serve più carta, serve maggiore attenzione alle cure e alle persone». Per Matteo Quadranti, deputato PLR e relatore del rapporto di maggioranza sostenuto dal Gran Consiglio, «si crea una legge inutile, astringente e complicata». E che, appunto, non porta alcun beneficio reale al settore sociosanitario. «Si carica oltremodo personale già sotto forte stress». L’iniziativa, ha concluso Massimo Mobiglia (Verdi liberali), «porta a un aumento dei costi senza però migliorare i servizi. È una legge sbilanciata perché tratta alcuni temi in modo generico, altri - quelli a carattere sindacale - in maniera approfondita».