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Quello di Chiara Ferragni è «un unico disegno criminoso»?

Il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco ipotizza che tutte le iniziative della famosa influencer legate alla beneficenza intendessero suggerire che più grande fosse stato il numero di prodotti venduti, più grande sarebbe stata anche la somma devoluta
© Instagram (Chiara Ferragni)
Red. Online
23.01.2024 13:45

Quello di Chiara Ferragni è «un unico disegno criminoso»? A chiederselo, spiega il Corriere della Sera, è il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco.

Uno schema che si ripete

Andiamo con ordine. A far scoppiare il bubbone è stato il pandoro Pink Christmas prodotto dalla Balocco in collaborazione con Chiara Ferragni e commercializzato lo scorso Natale. Al centro della polemica c’era il fatto che l’azienda dolciaria e le società riconducibili alla famosa influencer e imprenditrice italiana avessero fatto intendere ai consumatori che, acquistando il pandoro, avrebbero contribuito a una donazione all'Ospedale Regina Margherita di Torino quando, invece, la sola Balocco aveva già effettuato una donazione di 50.000 euro alla struttura. Da qui la sanzione di oltre un milione di euro alle società riconducibili a Chiara Ferragni e di 420.000 euro all’impresa Balocco per pratica commerciale scorretta.

Quello del Pandoro, tuttavia, non sembrerebbe essere uno schema isolato. Già, perché l’influencer italiana è stata iscritta nel registro degli indagati di Milano con l'ipotesi di truffa aggravata anche per le uova di Pasqua della Dolci Preziosi e per la bambola Trudi. Analogo il modus operandi seguito dalle società legate a Chiara Ferragni e da Dolci Preziosi nella commercializzazione, avvenuta nel febbraio del 2021 e in quello del 2022, delle uova di Pasqua griffate dall’influencer. «Le uova di Pasqua Chiara Ferragni x Dolci Preziosi sosterranno il progetto benefico I Bambini delle Fate» scriveva all’epoca la moglie di Fedez su The Blonde Salad, il blog di moda da lei fondato. Fin qui nulla di strano, se non fosse che, anche in questo caso, si sarebbe verificato un cosiddetto «errore di comunicazione». Nei due anni di collaborazione, infatti, Dolci Preziosi ha devoluto complessivamente 36.000 euro al progetto benefico. La cifra, tuttavia, non era legata alle vendite, ma stabilita in precedenza.

Più complesso, invece, il caso della bambola Trudi. Nel 2019 Chiara Ferragni aveva iniziato a vendere un peluche a sua immagine e somiglianza sul sito The Blonde Salad. I profitti sarebbero poi stati devoluti a Stomp Out Bullying, un'organizzazione no profit per combattere il cyberbullissimo. Il condizionale, tuttavia, è d’obbligo perché sulla gestione del denaro raccolto non ci sarebbe chiarezza.

Chiara Ferragni, infine, è al centro di un esposto del Codacons sulla raccolta, avvenuta nel 2020, di fondi anti Covid attraverso un’edizione limitata di biscotti Oreo.

A chi spettano le indagini?

Alla luce di questi quattro casi, quindi, la Procura di Milano ipotizza che le tre operazioni siano state collegate dal «medesimo disegno criminoso». In particolare, spiega il Corriere della Sera, è il procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco, titolare dell’inchiesta, a sviluppare un ragionamento giuridico sulla «continuazione» che potrebbe essere esteso a tutte le attività svolte da Ferragni in connessione con la beneficenza. Minimo comune denominatore in tutti e quattro i casi è infatti la convinzione, da parte dei consumatori, che più prodotti griffati Chiara Ferragni fossero stati acquistati, più fondi sarebbero stati destinati in beneficenza.

I legali dell’imprenditrice Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, intanto, si sono affrettati a dichiarare di esser certi che emergerà la totale innocenza della Ferragni e che ogni aspetto delle vicende che vedono implicata la propria assistita saranno chiariti. Riguardo alla bambola Trudi, invece, TBS Crew SRL ha dichiarato di aver donato nel 2019 tutti i ricavi, arrivati solo dall’ e-commerce, all’associazione Stomp Out Bullying.

Cerealitalia, che detiene Dolci Preziosi, ha dal canto suo annunciato la «massima collaborazione con le istituzioni» per far luce sulla vicenda delle uova di Pasqua.

Oltre a quello delle responsabilità di Chiara Ferragni, un altro nodo da sciogliere è quello della responsabilità delle indagini. La scorsa settimana, infatti, il procuratore di Cuneo Onelio Dodero ha chiesto al procuratore aggiunto di Milano Eugenio Fusco la trasmissione del fascicolo sul pandoro Pink Christmas, in cui Ferragni è indagata con l’amministratore delegato dell’azienda di Fossano (Cuneo) Alessandra Balocco. Ci sarebbe insomma un conflitto tra le due Procure riguardo all’indagine. Per questa ragione, Fusco ha chiesto al procuratore generale della Cassazione di stabilire di quale procura sia la competenza territoriale.

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