Il caso

«Questa campagna antiporno è giusta, ma...»

Parte la nuova comunicazione «Non va bene» di Prevenzione criminalità: «Noi giovani approviamo, bisogna sensibilizzare i minori, anche se...»
Un'animazione di pochi minuti mette in guardia i più piccoli sulle imbarazzanti conseguenze in cui si può incorrere infrangendo la legge
Jona Mantovan
28.04.2023 12:30

«Ehi tu! Lo so cos'hai fatto ieri sera». È un cartone animato, d'accordo. Ma con quello scuro faccione severo, i sopracciglioni minacciosi e, soprattutto, un vocione piuttosto inquietante, non è certo un'allegra e colorata produzione Disney. Il misterioso protagonista, su sfondo nero, scandisce bene le parole più importanti. Perché si parla di reati. Di volanti della polizia sotto casa, con gli agenti che entrano a forza nelle stanze di ragazzine e ragazzini, sequestrando tutto di fronte ai genitori. «Hai guardato un porno! Ahi ahi ahi! Questo non va bene» è il tono della nuova campagna di comunicazione – in tre lingue nazionali – di Prevenzione svizzera della criminalità, servizio intercantonale che mira a migliorare il sentimento di sicurezza nella popolazione. Il quale ricorda che «non puoi, se hai meno di 16 anni». Internet, mezzo preferenziale per la circolazione di tali contenuti, rende impossibile identificare chi perseguire. «Tuttavia, se sei tu a mostrare o inoltrare materiale pornografico a minori di 16 anni, sei perseguibile penalmente. Il diritto penale minorile svizzero si applica già dai 10 anni di età». Un'animazione di pochi minuti con una sorpresa finale. Ma che cosa pensano i giovani di questa campagna di sensibilizzazione? Sarà mai efficace? I pareri sono discordanti. Anche se tutti concordano sull'importanza di portare il tema ai ragazzini più piccoli. «Questo filmato mi ha mostrato cose che non sapevo». «Forse il finale potevano risparmiarselo». «E quella voce modificata? Mah! Anche i toni sono forse un po' aggressivi». I liceali di Via Carlo Cattaneo, alla foce del Cassarate, aprono il sito non-va-bene.ch ognuno sul proprio cellulare. Il filmato è proprio in cima alla pagina principale.

«Nooo! M'ha beccato» esclama Davide, in tono scherzoso, appena parte il video, realizzato su commissione dall'agenzia Weber & Partner. Negli ultimi secondi, il personaggio minaccioso si leva la maschera rivelando un volto femminile, esclamando: «Sono la tua mamma!». «Eh? Cosa?... Nooo», è la reazione sincera del 18.enne di Sonvico. «Beh, sì. È un tema centrale nell'adolescenza e probabilmente tocca quasi ognuno di noi», afferma una volta passata la ridarella. «Credo sia un filino troppo giocoso. La voce modificata come fosse resa anonima, il fatto che si sfili una maschera diventando la madre di qualcuno, non so, credo siano dei punti che c'entrino poco lo scopo finale di questa campagna». 

È una campagna utile, perché ce ne sono parecchi che fanno queste cose. Però non credo che una campagna del genere contribuisca a farli smettere
Tessa, 18 anni

«Poco credibile»

Sulla stessa linea anche Tessa, alla quale sono scappati alcuni sorrisi in vari punti del video, soprattutto quando il vocione spiega quanto sia imbarazzante trovarsi la polizia nella propria cameretta, con i genitori esterrefatti ai quali è chiesto «cos'altro combini davvero». Un disegno, sullo sfondo buio dal quale parla il personaggio, toglie ogni dubbio. «Sì, mi ha fatto ridere in più momenti», sottolinea la 18.enne di Castagnola.

«È una campagna utile, perché ce ne sono parecchi che fanno queste cose. Però non credo che una campagna del genere contribuisca a farli smettere. Dire che la polizia entra in casa o a scuola, gli agenti ti raggiungono sul banco durante la lezione... Non sono convinta che qualcuno possa crederci, almeno finché non succede. Io, per esempio, non ho mai sentito storie del genere. Sarebbe interessante portare una testimonianza. È un'idea giusta, è realizzata in maniera carina, ma non so se sia davvero efficace. E lo dico da adolescente che conosce altri adolescenti».

Dire ti osservo, ti vedo sempre, invita a essere prudenti e riflettere. Ci sono tante cose che occorre far capire ai sedicenni che sono sbagliate. Questa è una di quelle
Sofia, 19 anni

«Non lo farei mai»

Sofia, invece, la pensa in modo un po' diverso. «Assolutamente, per me è molto efficace. È azzeccata». Secondo la 19.enne, i toni possono mettere un po' in soggezione: «Dire ti osservo, ti vedo sempre, invita a essere prudenti e riflettere. Ci sono tante cose che occorre far capire ai sedicenni che sono sbagliate. Questa è una», conclude la ragazza. 

Un altro capitolo affrontato dalla campagna è quello del cosiddetto sexting. La voce del nostro personaggio ricorda che «se hai meno di 16 anni e fai del sexting con il tuo ragazzo o la tua ragazza, ossia invii foto tue su cui sei nudo o sei nuda o in posa sexy, dal punto di vista legale sei tu a fornire il materiale pornografico illegale! In quel caso, anche tu sei perseguibile penalmente». «Mi è capitato di essere in un gruppo, non di amiche ma di ragazze, amiche di amiche, che sento che fanno questo genere di cose con i propri fidanzati. Non si fa». Anche Daniele è della stessa idea: «È imbarazzante, non lo farei mai! Nemmeno da adulto». 

Certo, ci sono cose più gravi, ma secondo me è giusto che ci sia una campagna del genere
Paolo, 19 anni

«Sono tutti più sensibili»

«Certo, ci sono cose più gravi, ma secondo me è giusto che ci sia una campagna del genere», sottolinea Paolo, 19 anni. Che comunque considera il finale leggermente fuori dai binari. «Non ha molto senso, il fatto che ci sia in realtà la madre dietro quel volto che appare già dall'inizio. Spesso, i genitori non hanno proprio idea di cosa stiano facendo i loro ragazzi».

«Penso che oggi siano tutti più sensibili sull'argomento», evidenzia Ludovica, 16 anni. «Qualche anno fa non era così e quindi poteva capitare con più frequenza che una ragazza o un ragazzo commettesse questi reati».

Correlati