Quindici anni al "guaritore" di Berna

Inoculò intenzionalmente il virus dell'Aids ad almeno 16 persone tra il 2001 e il 2005
Ats
11.04.2014 10:48

BERNA - Il Tribunale d'appello del canton Berna ha condannato oggi a 15 anni di carcere il sedicente "guaritore" accusato di aver inoculato intenzionalmente il virus dell'Aids ad almeno 16 persone tra il 2001 e il 2005. Il 22 marzo 2013 in prima istanza il maestro di musica italo-svizzero 55.enne era stato condannato a 12 anni e nove mesi.

La difesa chiedeva l'assoluzione invocando il beneficio del dubbio. Il Tribunale d'appello ha invece seguito la richiesta di pena dell'accusa, che aveva a sua volta presentato ricorso contro la sentenza di primo grado. Esso ha riconosciuto l'imputato colpevole di lesioni gravi e propagazione di malattie dell'uomo, respingendo quindi anche la richiesta della difesa di derubricare eventualmente l'accusa a "lesioni semplici".

Secondo la corte le prove sono schiaccianti. Si è trattato sì di un processo indiziario, ma di "rara chiarezza". Il tribunale ritiene accertato che l'imputato si sia procurato sangue contaminato e l'abbia inoculato in modo mirato e senza scrupoli nelle sue vittime.

L'imputato ha continuato durante tutto il procedimento a dichiararsi innocente e a respingere ogni addebito, dicendosi vittima di un complotto e sostenendo che sono state le vittime, sieropositive, a infettarsi a vicenda con rituali o rapporti sessuali.

Lesioni gravi o semplici?

Il difensore aveva chiesto, nel caso non fosse riconosciuto il beneficio del dubbio, una condanna ridotta per lesioni semplici, invocando una sentenza del Tribunale federale emessa proprio nel marzo 2013. Nella sentenza i supremi giudici di Losanna hanno sostenuto che oggi, con i progressi fatti dalla medicina, le persone contaminate possono ormai vivere quasi quanto coloro che godono di buona salute, a condizione che la diagnosi sia precoce e che il trattamento sia di qualità. Il pericolo di morte non è quindi più un criterio da prendere in considerazione, ritiene il Tribunale federale, che in precedenza considerava invece una lesione grave la trasmissione cosciente della malattia a un partner all'oscuro della situazione.

Il pubblico ministero ha ribattuto che nonostante questa revisione di giurisprudenza quelle inflitte dal "guaritore" devono essere considerate lesioni gravi. È infatti vero che una infezione da HIV è trattabile con i farmaci, ma non è ancora guaribile. Le 16 vittime infettate hanno avuto gravi problemi di salute e i medicinali hanno causato forti effetti collaterali. In parte queste persone sono incapaci di lavorare e la loro speranza di vita si è accorciata.

Caso emerso nel 2004, reso noto nel 2010

Il caso era diventato di pubblico dominio nel 2010, anche se era emerso già nel 2004, quando durante una consultazione all'Inselspital di Berna un paziente aveva espresso forti sospetti che all'origine della sua infezione da HIV ci fosse un trattamento di agopuntura fattogli dal "guaritore", di origini italiane ma naturalizzato svizzero negli anni Novanta. Poco dopo altre due persone avevano raccontato una storia analoga. L'ospedale ha allora cominciato a indagare sistematicamente su casi poco chiari e ha infine consigliato alle vittime di sporgere denuncia. Un'inchiesta penale è stata aperta nel 2005.

Il processo di prima istanza si era aperto il 6 marzo 2013. Il 14 c'era stato un colpo di scena. L'imputato non si era presentato in aula il mattino adducendo ragioni mediche e i giudici avevano ordinato alla polizia di prelevarlo a casa. L'uomo aveva accolto gli agenti brandendo un coltello e una spada da samurai, poi si era barricato in casa e aveva minacciato di sparare dalla finestra. Dopo un assedio di circa 24 ore, le forze speciali avevano preso d'assalto l'appartamento e arrestato il "guaritore".