L'intervista

Raffaele De Rosa: «Un campanello d’allarme per tutti gli operatori sanitari»

Il direttore del Dipartimento sanità e socialità sulla crescita di offerta nel settore delle cure a domicilio, tra spitex pubblici, privati e infermieri indipendenti
© Keystone/Gaetan Bally
Giona Carcano
04.11.2025 06:00

La popolazione è sempre più anziana e il settore delle cure a domicilio, inevitabilmente, è in costante crescita, tra spitex pubblici, privati e infermieri indipendenti. Una crescita che, in alcuni puntuali casi, ha portato a evidenti abusi, segnalati anche dal DSS. Ne parliamo con il consigliere di Stato Raffaele De Rosa.

Recentemente, ha raccontato di aver segnalato – prima alla cassa malati, poi al Ministero pubblico – un’infermiera privata che aveva fatturato 5.000 ore in un anno. Si tratta di un caso isolato oppure è a conoscenza di altre situazioni simili? Ha notato un’evoluzione di queste casistiche?
«Mi preme innanzitutto segnalare che la maggior parte degli operatori attivi nell’ambito delle cure a domicilio svolge il proprio lavoro in modo professionale e coscienzioso. Il numero crescente di attori sul mercato delle cure a domicilio e le caratteristiche di questo tipo di attività, prevalentemente regolamentata a livello federale, hanno inevitabilmente facilitato alcuni operatori, una minoranza, ad approfittare del sistema e a fatturare un numero eccessivo di ore agli assicuratori malattia. Un caso così evidente come quello citato non era mai stato rilevato e può certamente essere considerato come un caso isolato, anche se vi sono altre situazioni, meno eclatanti, per le quali i servizi del Dipartimento, dopo le opportune verifiche, effettuano delle segnalazioni agli assicuratori malattia e nei casi più gravi al Ministero pubblico. A tale proposito il Dipartimento procede a denunciare al Ministero pubblico, sia gli infermieri, sia i servizi spitex che operano sopra una certa soglia di ore che non è ritenuta verosimile e che, oltre a generare una fatturazione eccessiva, si ritiene non possa assicurare la necessaria qualità delle cure».

Un altro caso di cronaca racconta dell’arresto, avvenuto nelle scorse settimane, di una titolare di uno spitex privato attivo nel Luganese. Come leggere questa situazione?
«Questa vicenda suona come un campanello d’allarme per tutti gli operatori sanitari a rispettare le regole della LAMal. Conferma che i controlli effettuati dai servizi del Dipartimento e le segnalazioni circostanziate e verificabili alle autorità sanitarie o penali permettono di identificare eventuali situazioni di mala-gestione. Occorre però sempre contestualizzare quanto riportato dalla cronaca e considerare che i servizi spitex autorizzati sono una settantina e che dunque la maggioranza di loro lavora in modo professionale e onesto».

Gli stessi spitex privati chiedono maggiori controlli, anche da affidare a un ente esterno. Condivide questa richiesta? Un ente esterno potrebbe contribuire ad aumentare le verifiche nel settore?
«Determinati label di qualità, attestati da organismi settoriali, vengono già richiesti. Ad esempio, nell’ambito dell’autorizzazione a fatturare a carico della LAMal, veniva preteso il label Curacasa; ora la questione non si pone nemmeno più, avendo bloccato il rilascio di nuove autorizzazioni. La richiesta avanzata nell’ambito del tavolo di lavoro sulla nuova governance delle cure a domicilio, al quale partecipano oltre ai servizi del Dipartimento tutti i principali attori pubblici e privati del settore e gli assicuratori malattia, verrà certamente approfondita, a maggior ragione se proposta dai diretti interessati che reputano utile un ulteriore inasprimento dei controlli».

A suo giudizio, nel settore degli spitex e degli infermieri a domicilio esiste una zona grigia, magari non così appariscente come i due casi di cronaca appena citati ma che causa danni?
«Partiamo dal presupposto che le situazioni di apparente frode o di truffa sono sistematicamente segnalate al Ministero pubblico in quanto si configurano come possibili reati. Esistono per contro situazioni che non possono essere facilmente identificate come reati ma che risultano in contraddizione con il principio di economicità sancito dalla LAMal e più in generale con il principio di impiego efficace delle risorse pubbliche che i servizi cantonali sono chiamati a tutelare. In tal senso, anche considerato l’aumento dei volumi del settore, i servizi del Dipartimento hanno intensificato i controlli e gli scambi con gli assicuratori malattia, con l’intento di identificare e denunciare i casi in cui le ore fatturate non sono verosimili in termini di volume di attività annua, in particolare per quelle situazioni che possono essere considerate da “zona grigia”. Abbiamo inoltre inasprito i controlli, limitato il volume di ore per gli operatori che beneficiano di un contratto di prestazione con il Cantone, innalzato i requisiti di qualità e, non da ultimo, introdotto, a fine 2024, la moratoria sul nuovo numero di attori che possono accedere al mercato delle cure a domicilio. Il tema della verifica delle fatturazioni delle prestazioni coperte dall’assicurazione malattia è comunque ben più ampio e travalica il settore delle cure a domicilio, che – non va dimenticato – origina il 5% delle spese LAMal. Il compito è assegnato per legge agli assicuratori, mentre i Cantoni ovviamente non ricevono e non hanno accesso alle fatture».

Capitolo tavolo di lavoro spitex privati, spitex pubblici, Dipartimento e infermieri a domicilio. L’esperienza ha funzionato?
«È stata molto positiva e gli incontri sono stati costruttivi. Riteniamo che questo gremio multidisciplinare debba continuare i propri incontri e scambi anche in futuro».

A inizio ottobre il suo dipartimento ha ricevuto il rapporto dei membri del tavolo di lavoro. Fra le richieste, la garanzia di equità di trattamento fra tutti gli operatori, un contratto unico per la categoria, nessun aumento dei costi per Cantone e Comuni. Condivide queste rivendicazioni?
«Stiamo analizzando tutte le proposte formulate nel rapporto e ne stiamo già implementando alcune, per quanto concerne le questioni di competenza cantonale. Altre rivendicazioni, come ad esempio la creazione di un contratto di lavoro unico per tutto il settore, dovranno essere concretizzate dai diretti interessati e dalle parti sociali».

Come intendete muovervi sulle moratorie? Un domani, anche seguendo le indicazioni della pianificazione integrata case anziani-cure a domicilio, il fabbisogno di cure aumenterà. È verosimile sospendere la moratoria sugli spitex?
«La moratoria è basata sull’articolo 55b della LAMal, che prevede di poterla attivare quando in un Cantone i costi annui per assicurato delle cure domiciliari aumentano in misura maggiore rispetto ai costi annui della media svizzera. Il Dipartimento segue costantemente l’evoluzione di questi indicatori e valuterà se questa misura dovrà essere mantenuta, per esempio nel prossimo periodo di pianificazione, durante il quale il fabbisogno di cure aumenterà coerentemente con l’evoluzione demografica. Al momento attuale non vi sono elementi per valutare una sospensione della moratoria entrata in vigore a fine 2024: secondo i dati statistici LAMal a fine 2024 il costo pro capite in Ticino per le cure a domicilio ammonta a 356 franchi all’anno, più del doppio rispetto al dato svizzero di 167 franchi. Va poi anche ricordato che la moratoria sospende il rilascio di nuove autorizzazioni a spitex e infermieri indipendenti, ma non può bloccare nuove assunzioni nei servizi già operativi».

«Un contratto di lavoro unico per la categoria»

Truffa e falsità in documenti. Sono le ipotesi di reato che hanno portato all’arresto – avvenuto nelle scorse settimane – di una titolare di uno spitex privato con sede nel Luganese. In seguito al fatto di cronaca, l’Associazione spitex privati svizzeri (ASPS) sezione Ticino ha inviato alle redazioni una presa di posizione con cui prende nettamente le distanze dall’accaduto. «Confidiamo», conclude la nota, «che i controlli continuino in modo sistematico per tutto il comparto, dalle organizzazioni spitex agli infermieri indipendenti». «Abbiamo deciso di prendere posizione perché volevamo sottolineare l’importanza di far emergere i casi di abuso», spiega la delegata ASPS per il Ticino Paola Lavagetti. «A nostro avviso, infatti, i controlli sono insufficienti e vanno aumentati». Per la delegata, «la categoria degli spitex privati lavora in modo serio, ma anche noi nutriamo dubbi su alcune situazioni poco chiare. Siamo dunque contenti che questi casi vengano alla luce. Ne va della reputazione della categoria». Lavagetti tocca un tasto sensibile: a suo avviso, in Ticino, non si fa abbastanza per verificare che gli operatori lavorino con coscienza. E il caso dell’arresto, allora, potrebbe indurre a credere che sia solo la punta dell’iceberg. «Stiamo parlando di un caso grave», premette la delegata. «Ma sono convinta che sul territorio ci siano dei servizi – per fortuna una piccola parte – che trovano degli escamotages per aggirare la legislazione vigente. Abusi magari non così eclatanti, eppure sempre di abusi si tratta». Secondo la nostra interlocutrice, una parte di responsabilità ce l’ha il Cantone. «Solamente gli spitex contrattualizzati vengono controllati, e questo è un problema», sottolinea. «Ripeto, c’è una zona grigia che permette di uscire dai radar e aggirare i regolamenti». Come far ricadere sotto la LAMal prestazioni che in realtà non sono rimborsate, come le pulizie di un appartamento o altri servizi. «Il problema riguarda anche gli infermieri indipendenti: come si fa a controllare che forniscano davvero le prestazioni che sono tenuti a svolgere?». Nel 2023, dopo una serie di critiche e polemiche fra spitex privati e pubblici, è stato istituito un tavolo di lavoro comune fra gli attori del settore, in modo da trovare soluzioni condivise. Il rapporto finale è stato consegnato a inizio ottobre al DSS. Tre le richieste principali contenute nel documento: la creazione di un regolamento cantonale per l’autorizzazione a fatturare alla casse malati per il settore delle cure a domicilio (Spitex e indipendenti) con la definizione di criteri di qualità obbligatori per tutti (cartella informatizzata, strumenti di valutazione standardizzati); investire sulla qualità per migliorare l’economicità, promuovere il dialogo tra assicuratori malattia e DSS, sensibilizzare sugli obblighi e controlli; la creazione di un sistema uniforme e semplice per garantire equità di trattamento fra tutti gli operatori, un contratto di lavoro unico per la categoria, nessun aumento dei costi per Cantone e Comuni. «Il diverso finanziamento tra spitex pubblici e privati è un altro problema che abbiamo identificato», commenta Lavagetti. «Bisogna arrivare ad avere pari obblighi e pari diritti per tutti gli attori del settore».

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