«Ratzinger? Manco voleva fa' er papa!»

Lo dice Roberto Fulvimari, proprietario della trattoria «Al Passetto di Borgo"
Carlo Silini
06.03.2013 08:59

ROMA (dal nostro inviato Carlo Silini) - Ritiratosi sui colli romani, Joseph Ratzinger fa ancora parlare di sé e soprattutto della sua ultima scelta, le dimissioni da Papa. Ma mentre teologi ed ecclesiastici discettano sulla natura teorica e sulle conseguenze pratiche del suo gesto, la gente semplice sembra avere scoperto di colpo un volto inedito del professore tedesco: più vicino, caloroso, fragile. Solo nelle borgate romane c?è chi giura che il suo passo indietro non l?ha per niente sorpreso. «Se figuri, ma lo sa che manco voleva fà er Papa?» Così giura, davanti a un piatto di polpettine al sugo rosso e spaghetti chi sostiene di averlo conosciuto bene («bene bene, lo scriva pure»): Roberto Fulvimari, proprietario da cinquant?anni della trattoria «Al Passetto di Borgo», frequentata da Ratzinger quando era cardinale. «La correggo subito - osserva Fulvimari - da quando era vescovo e abitava in Piazza Leonina. Ci veniva spesso con la sorella Maria, che adesso è morta. Nun posso dì che sia un magnone, quello no. Ma non disdegnava lo spaghetto alla carbonara o una scaloppina di vitello. Per i dolci: un pezzettto di tiramisù, che lo fa mio fijo. Vino invece, no, nun ne toccava». Il carattere? Fulvimari allarga le braccia: «Che le posso dì? Era tedesco, un po? timido, riservato. Ma se uno ce prendeva era gentilissimo. Qui a Borgo Pio lo conosciamo, passeggiava con le mani dietro la schiena e salutava tutti». «Per dirle il tipo: quando passava di qui giocava sempre col mio cane, Billy, che qualche anno fa, poco prima che Ratzinger diventasse Papa, è rimasto schiacciato da un?auto. Ma n?dov?é finito Billy? ha chiesto allora a mio fijo Antonello. Quanno ha saputo che era morto mi ha mandato a dì de mannargli quarche sua fotografia. Gliene ho fatte avere due, bellissime. I giornali de Roma hanno scritto che Billy era er cane der Papa. Nientemeno!». Da Papa, invece, Ratzinger non si è più visto. «No, anche se un giorno me telefonano da l?America per dimme de cucinargli le sogliole come quelle che ho appena fatte ar Papa». Girava infatti voce che una sera, Ratzinger, diventato Benedetto XVI, fosse uscito dalle mura vaticane per togliersi qualche sfizio culinario proprio al Passetto. «Ma io smentisco categoricamente, so? tutte storie ?nventate dai giornalisti». Il locale, comunque continua ad essere frequentato da molti cardinali. «Sì, l?altra sera c?era Coccoplamerio, che è assiduo, poi viene anche n?americano, nun me ricordo er nome». Dicono che il conclave si faccia qui da lei, provoco. «Beh, vanno e vengono in quattro o cinque, quello è vero, ma soprattutto per magnà». «Io, se lo vole sapé, tifo pe?n Papa americano». Mica per ragioni teologiche: «Da quando è cresciuto l?euro ed è calato il dollaro - spiega - di americani qui nun se ne vedono più. Se invece ce fosse un Papa dei loro... Però me sa che nun ce stanno speranze: gli americani già comannano politicamente il monno, se poi se pijano pure la Chiesa...».Mentre parla non riesci a capire fino a che punto Fulvimari la racconti giusta e fino a che punto ci giochi e si diverta. Fatto sta che lascia per ultima la rivelazione principale: «Ratzinger nun voleva fà er Papa». Scusi, e lei come lo sa? gli chiediamo. «Senta, me l?ha detto lui ?na sera poco prima che morisse Giovanni Paolo. Era seduto lì (mi indica una sedia al tavolo in faccia al nostro, n.d.r.). Me disse: senti Roberto, te devo dì ?na cosa. Io me ne vorrei annà a casa in Germania in pensione assieme a mio fratello, sa quello che fa er maestro de musica (Georg, n.d.r.). Gliel?ho detto a Giovanni Paolo II ma lui me l?ha proibito: tu non te ne devi annà in pensione adesso! Devi stà qua che c?è bisogno. E io ho accettato, me disse. Beh, qualche mese dopo Wojtyla era morto». Usciamo dall?osteria vagamente increduli. Ma è più forte di noi: nella nostra testa prende forma un pensiero rigorosamente in romanesco: «E mo? sì che se spiegano tante cose!».Tutte le novità in vista del conclave sul CdT in edicola oggi, con i servizi del nostro inviato a Roma Carlo Silini.

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