Musica

Renis, il ticinese che ha conquistato Milano con la 02 Trap Mafia

Da Locarno a Milano Centrale: la storia di Dario «Renis» Apollonio, 21 anni, arrivato sotto la direzione di Jake La Furia con il collettivo 02TM
16.10.2025 15:32

Milano, stazione Centrale. Tra i volti della nuova scena rap italiana, su un cartellone di qualche metro, c’è anche quello di un ragazzo ticinese. Dario Apollonio, in arte Renis, 21 anni, di Locarno. Oggi fa parte di 02TM – 02 Trap Mafia, il primo collettivo misto rap/trap italiano, nato all’inizio del 2025 sotto la direzione artistica di Jake La Furia, uno dei nomi storici dei Club Dogo.

«È bellissimo vedermi in un cartellone con il collettivo 02TM, con una realtà che si sta creando, che secondo me è veramente forte. Per me è un orgoglio vedere dove sono partito e dirmi: avanti così», racconta. «Vedere Milano Centrale e Roma è stata una conferma che tutto quello che ho pensato è sempre stato giusto, lavorativamente parlando».

Dario Apollonio, in arte Renis
Dario Apollonio, in arte Renis

La nuova squadra di Milano

Il progetto 02TM nasce all’inizio del 2025 come un’unione inedita di talenti e prospettive. Due rapper donne (Dubrazil e BADBARBIE), due rapper uomini (Koja e Renis) e un producer (Keyoshin, fondatore del collettivo Milano Mobster). Cinque percorsi diversi che si sono incontrati per costruire una squadra più che un gruppo, nella quale la differenza di provenienze e stili è parte della forza del progetto.

«L’idea è nata da Jake La Furia», spiega Renis. «Ci ha presi uno a uno, ci ha messi insieme e ci ha detto la sua idea di progetto. È un anno che ci stiamo dietro, e finalmente sono usciti i due singoli, 02TM e SU».

Il doppio singolo d’esordio è stato accompagnato da una campagna visiva d’impatto: due maxi cartelloni comparsi a Milano Centrale e Roma Termini, con il volto del collettivo e un QR code che rimanda direttamente alla release.

Il brano SU, in particolare, apre con un’intro in cui Jake La Furia – per la prima volta nella sua carriera – registra una producer tag dedicata a Keyoshin. «Jake è il direttore creativo, il progetto è un co-management tra MAVE e lui. Da ognuno di noi ha visto qualcosa, ha capito che poteva funzionare insieme. Non siamo molto simili, ma ognuno ha la sua cosa che, insieme, crea un mix fortissimo».

02 Trap Mafia, stazione di Milano Centrale
02 Trap Mafia, stazione di Milano Centrale

Un ticinese tra i treni e la trap

Il percorso di Renis non nasce da un colpo di fortuna. Prima della chiamata di Jake La Furia, c’è stato tempo, disciplina e una convinzione quasi ossessiva nel perfezionare la propria musica. «Sono otto anni che faccio musica in cameretta. Non volevo pubblicare niente perché doveva essere tutto come dicevo io, quasi maniacale.»

Poi, nel settembre 2024, il primo passo: pubblica un freestyle. Poche tempo dopo, la svolta. «Mio cugino vive a Milano e un giorno ha incontrato Jake in un bar. Gli ha fatto sentire la mia musica. A Jake è piaciuta e ha lasciato il numero del suo collaboratore. Ci siamo sentiti per un anno, poi un giorno mi scrive: ''Ti voglio nel collettivo''».

Da Locarno a Milano, il passo è breve ma deciso. «Ho fatto l’apprendistato alle Ferrovie e mi sono diplomato. I soldi che ho messo da parte li ho investiti nella musica. Ho fatto anche il servizio civile, ma tutto era in funzione della musica». Oggi, sorride: «Se scendo dal treno a Milano e alzo la testa, vedo la mia faccia».

La mentalità ticinese: un limite invisibile

Nelle parole di Renis, il Ticino non manca di talento, ma spesso di convinzione: «Spesso da noi c’è un limite mentale: si pensa che non si possa arrivare perché siamo di qua. Ma è solo una questione di disciplina. Bisogna andare dove c’è mercato, conoscenza, e collegarsi con qualcuno».

Le sue parole toccano un punto sensibile, quello di un territorio che guarda a Milano come a un mondo lontano, anche se è a poche ore di treno. «In Ticino tanti vedono la musica come un fare tanto per fare. Il primo passo spesso è dire ‘lo faccio, però tanto a Milano non interessa’. È una mentalità che ti blocca ancora prima di cominciare. Penso a Ele A o a Mattak: esempi di chi ha messo il piede fuori e ha dimostrato che si può fare. Il blocco è mentale, non reale».

Poi aggiunge un’osservazione che ribalta la prospettiva: «Le persone fuori, a Milano come altrove, non sanno com’è qua. Non partono prevenuti come lo siamo noi, ed è quasi paradossale come cosa. Se non lo sono loro, perché dovremmo esserlo noi?».

Oggi Renis è parte di un collettivo che si sta facendo spazio nella scena italiana, con un primo album previsto tra la fine del 2025 e l’inizio del 2026.

«Molta gente, anche miei coetanei, non se lo sarebbero mai aspettato. Quasi non ci credono. Io no: io l’ho sempre saputo che sarebbe successo».