Locarno

Restauro un po’ più vicino per il malandato Pretorio

Si cerca la direzione lavori del progetto elaborato dallo studio Bardelli Architetti per far tornare agli antichi splendori l’edificio di inizio Novecento - L’apertura del cantiere, attesa da tempo, non è tuttavia prevista prima del 2027
Inagibile per motivi di sicurezza © CdT/Chiara Zocchetti
Spartaco De Bernardi
07.11.2025 06:00

Locarnesi, state tranquilli: il Cantone, proprietario del pregiato palazzo, non si è dimenticato del Pretorio. Inagibile a causa delle precarie condizioni di sicurezza, lo storico edificio che ospitò le riunioni per la stesura dei trattati di pace, dei quali proprio quest’anno ricorre il centenario, compie un passo avanti verso l’attesa ristrutturazione. Il Consiglio di Stato, tramite la Sezione della logistica del Dipartimento finanze ed economia (DFE), ha infatti pubblicato il concorso per la direzione lavori relativa agli interventi con i quali il palazzo, edificato all’inizio del secolo scorso su disegno dell’architetto Ferdinando Bernasconi, sarà riportato ai suoi antichi splendori. L’inizio del mandato per questo compito è indicato approssimativamente tra febbraio e marzo dell’anno prossimo. Il cantiere, specificava tuttavia il Municipio di Locarno in risposta ad una interrogazione del consigliere comunale Mauro Belgeri, non sarà aperto prima del 2027.

Lo storico palazzo accoglierà gli uffici delle due preture civili, di quella di protezione e della Polizia cantonale

Tra vincoli e crediti esecutivi

Il prolungamento della fase di progettazione, argomentava l’Esecutivo, è da ricondursi alla necessità di considerare i vincoli conservativi del bene culturale protetto. L’inizio dei lavori dipenderà comunque dall’esito delle procedure di approvazione del progetto e dal tempo necessario per lo stanziamento dei crediti di costruzione. Aspetto, quest’ultimo, che dovrebbe essere affrontato nel corso del 2026. La durata dei lavori dovrebbe avvicinarsi ai quattro anni, di modo che, se tutto filerà liscio, nella migliore delle ipotesi il Pretorio di Locarno dovrebbe poter tornare a risplendere alla fine del 2030.

Ristrutturazione conservativa

Il progetto, curato dallo studio locarnese Bardelli Architetti associati che si è aggiudicato il concorso indetto dal Cantone, è in fase di affinamento e prevede un restauro conservativo con il quale verranno valorizzati gli spazi, gli elementi caratterizzanti e le qualità dell’edificio particolarmente rappresentativo dell’epoca. L’intervento, sottolineava la nota congiunta di DFE e DI che tre anni fa annunciava il progetto vincitore del concorso, «prevede di mantenere la tipologia distributiva e gli ambienti originali del Pretorio. Risponde al connubio tra le esigenze tecniche e funzionali contemporanee ponendo particolare attenzione nel restauro degli elementi qualificanti interni ancora conservati, quali l’atrio d’entrata e lo scalone monumentale. Con interventi mirati si propone anche di recuperare la qualità degli ambienti andata persa nel corso del tempo, con particolare riferimento alla sala del Patto di Locarno, oltre che a preservare le qualità intrinseche dell’edificio».

A lavori ultimati, l’edificio tornerà ad ospitare la Polizia cantonale e le Preture di Locarno Città e Campagna, unitamente alla sede cittadina della nuova Pretura di protezione. Per soddisfare le esigenze dei futuri «inquilini» si stanno cercando delle soluzioni alternative rispetto a quelle previste nel progetto di massima. Per quanto riguarda le stime iniziali che indicavano un investimento dell’ordine dei 30 milioni di franchi, sono inoltre aumentati i costi. Anche per questo si sta rivedendo il progetto vincitore del concorso in modo significativo.

Il Patto di cento anni fa

Il più imponente monumento architettonico del Quartiere Nuovo, durante la Conferenza di pace del 1925, il palazzo del Pretorio fu la sede delle trattative diplomatiche. Era infatti l’edificio pubblico più grande e più moderno della città. È qui che tra il 5 e il 16 ottobre si riunirono le delegazioni di Germania, Francia, Belgio, Gran Bretagna, Italia, Polonia e Cecoslovacchia per discutere gli accordi di Locarno. Da allora l’edificio è stato trasformato rispettando le facciate originali, ma dell’arredo originario della sala della Conferenza del 1925 non esiste più nulla. Una targa di marmo al primo piano ricorda comunque lo storico momento con queste parole: «In questa breve aula eretta da un piccolo popolo pacifico i ministri delle nazioni da poco uscite dalla più atroce guerra che ricordi la storia convenuti a sereno convegno dal 5 al 16 ottobre 1925 all’Europa ancora fremente di odio diedero più sicura pace».

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