L'editoriale

Riconoscere gli abusi non basta

È giusto pretendere massima trasparenza sui fatti di ieri e sul rapporto che abbiamo oggi con la Chiesa
Paolo Galli
13.09.2023 19:30

La questione, in conferenza stampa, è stata definita come «spinosa». In realtà è molto altro. E non ci sono aggettivi che tengano. Pastori che agiscono come lupi, per citare Alain de Raemy. Lupi tra gli agnelli. Se negli scorsi giorni l’attenzione è rimasta focalizzata sui lupi, ora deve trasferirsi sugli agnelli. Sulle vittime. Il lavoro svolto dall’Università di Zurigo è fondamentale proprio perché ci ricorda che, in questa storia, nella storia della Chiesa svizzera - Ticino compreso -, ci sono delle vittime. Si è parlato di oltre mille casi di abuso e di violenza sessuale, tra il 1950 e i nostri giorni, principalmente ai danni di minori. «Ed è solo la punta dell’iceberg». L’avvertimento delle ricercatrici suona come un ulteriore atto d’accusa nei confronti della Chiesa, di una Chiesa che si è nascosta per troppo tempo dietro il silenzio, dietro una cultura omertosa e l’alibi dei «tempi».

Oggi le vittime sono chiamate a farsi avanti, di fronte alla promessa di essere ascoltate e capite, accompagnate. Una promessa, questa, che è quella di ogni pastore, in realtà, una promessa fondante per il Cristianesimo. Ma una promessa - ora lo sappiamo, una volta per tutte - che è stata a lungo e, in troppi casi, colpevolmente tradita. E allora perché fidarsi oggi? Che cosa è cambiato? Certo, questa attenzione ai fatti del passato è una novità incoraggiante. E lo è pure l’intenzione di formare il corpo presbiteriale del presente e del futuro sulla tematica, oltre i tabù di ieri, oltre il silenzio. Tematizzare però non è abbastanza. È qualcosa, ma non la soluzione ultima. E allora, se da una parte bisogna continuare a cercare - anche là dove le carte sono state bruciate -, dall’altra è necessario anche riflettere su alcuni valori della Chiesa, ma soprattutto sulla punibilità dei carnefici. E dobbiamo farlo anche noi. Dobbiamo pretendere la massima trasparenza, sui fatti e misfatti di ieri e sul rapporto che abbiamo oggi con la Chiesa. Con una Chiesa che si è dimostrata debole, collusa e non all’altezza proprio di quanto promesso. Con una Chiesa che ha generato vittime, violentandole, silenziandole, colpevolizzandole. Anche in Ticino.

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