La strategia

Riecco la zanzara tigre, è il momento di agire

Bastano cinque minuti alla settimana per evitare che l'insetto invada le nostre case – Il contributo dei cittadini è fondamentale – Al via una raccolta fondi – La parola all'esperta Eleonora Flacio
Eleonora Flacio, responsabile settore Ecologia dei vettori dell'Istituto microbiologia SUPSI; sullo sfondo, una zanzara tigre
Jona Mantovan
26.04.2023 15:30

Il classico ronzio acuto. Una puntura, poi un'altra, poi un'altra ancora... Salgono le temperature e in tutta la Svizzera italiana scatta l'allarme zanzara tigre. Il temibile insetto, che si distingue dagli altri suoi simili per le striature bianche, fa paura perché potrebbe trasmettere malattie esotiche molto pericolose. Visti i livelli da primato della sua diffusione – nel 2022 superiori al 2021 e tornati a quelli prepandemici del 2019 –, alcuni comuni in Ticino sono già corsi ai ripari, distribuendo in tutte le cassette della posta il volantino con le istruzioni da seguire senza se e senza ma per evitare la diffusione del famigerato nemico ematofago invasivo. Semplici gesti, di pochi minuti e nemmeno quotidiani, da compiere per evitare un possibile flagello: svuotare tutti contenitori d’acqua ferma e impedire i ristagni di quella piovana, primo fra tutti. Ma non solo. Perché, il 4 giugno al Palacinema di Locarno, partirà una raccolta fondi per continuare un esperimento già iniziato l'anno scorso. Introdurre nell'ambiente maschi di zanzara tigre del tutto sterili, cosicché dalle uova deposte dalle femmine non si generino le larve. «Ricordo, poi, che i maschi non pungono al contrario delle femmine», spiega Eleonora Flacio, responsabile del settore Ecologia dei vettori dell'Istituto di microbiologia della SUPSI. «Siamo preoccupati perché questa specie invasiva non ha nemici naturali e può diventare un vettore di malattie esotiche importate ogni anno tramite i viaggi in Paesi tropicali e subtropicali. Anche se oggi potrebbe essere sufficiente, molto più banalmente, una trasferta nel sud della Francia». I cambiamenti climatici hanno infatti reso varie zone in Europa vulnerabili alla Dengue, anche chiamata ‘febbre spaccaossa' a causa dei dolori che provoca. «Qualora una persona dovesse contrarre queste malattie — continua l'esperta —, al rientro in Ticino una zanzara tigre locale, pungendola, può trasmetterla al vicino di casa. Meno zanzare tigre ci sono in circolazione, meno c'è il rischio che queste malattie si possano diffondere. Abbiamo comunque un sistema di allerta con il medico cantonale che, finora, ha funzionato molto bene».

La tigre è molto più fastidiosa e aggressiva rispetto alle altre specie di zanzare. Punge di giorno e anche ripetutamente. L'iniziativa di alcuni comuni di informare a tappeto i loro abitanti, quindi, appare più che giustificata. «Lavoriamo a stretto contatto con i Comuni dal 2009. Organizziamo degli incontri con loro per coordinare le varie attività a inizio stagione e, tra queste, c'è la distribuzione del volantino ai cittadini, su libera iniziativa dei Comuni», aggiunge la 52.enne. «Non tutti lo fanno ogni anno, ma suggeriamo di considerare una distribuzione all'inizio di maggio per portare all'attenzione del pubblico il problema e uscire, diciamo così, dal torpore invernale. Le misure, che consigliamo ogni anno, sono molto efficaci».

Se togliamo loro l'acqua, non avremo i problemi a cui rischiamo di andare incontro
Eleonora Flacio, 52 anni, responsabile del settore Ecologia dei vettori dell'Istituto di microbiologia della SUPSI

Livelli da primato

Ogni settimana vanno svuotati tutti i sottovasi e i contenitori d'acqua per impedire che le zanzare possano deporvi le uova. «Se togliamo loro l'acqua, non avremo i problemi a cui rischiamo di andare incontro. E quello che non può essere svuotato, deve subire un trattamento. Sul mercato ci sono prodotti specifici che colpiscono solo le larve di zanzara. Questo tipo di sostanze può essere fornito dai comuni o si trova anche in commercio nei grandi magazzini. Fra l'altro hanno un costo molto contenuto, si parla di tre caffè a stagione e, anche in questo caso, vanno applicati con cadenza settimanale, indicativamente da maggio a metà settembre».

Ma il dato che preoccupa di più gli esperti è quello sui livelli da primato di diffusione della zanzara tigre nel 2022. «Siamo tornati indietro, al 2019. E questo dopo che, nel corso degli anni della pandemia 2020 e 2021, avevamo riscontrato un crollo del 68% nella diffusione della zanzara tigre. L'anno scorso, però, le frontiere sono state riaperte. C'è chi è andato in vacanza... e potremmo dire che, complessivamente, molti si sono dimenticati di adottare queste misure. Ed così siamo subito tornati ai livelli prepandemia».

Il contributo dei cittadini è fondamentale, da solo vale l'80% dell'efficacia complessiva

Maschi sterili, nuova prova

L'appello è seguire le istruzioni riportate dall'opuscolo. Cinque minuti alla settimana per levarsi di torno questi fastidiosi esserini succhiasangue. «Il contributo dei cittadini è fondamentale, da solo vale l'80% dell'efficacia complessiva». Anche perché, sottolinea Flacio, altri sistemi oltre che inquinare l'ambiente, non sono nemmeno efficaci per contenere questa piaga. Rischiando, fra l'altro, di provocare malattie per le persone, per gli altri animali e di creare resistenze.

Flacio parla poi di un tentativo da parte degli scienziati di contenere il fenomeno su una scala più ampia: «Sperimenteremo l'introduzione di maschi sterili di zanzara tigre. Lo faremo a Morcote, dove libereremo decine di migliaia di insetti trattati in precedenza in laboratorio». I maschi di zanzara. poi, non pungono comunque. «Le femmine deporranno uova dalle quali non uscirà nulla». Continuando ad applicare questi maschi sterili, nel giro di una stagione si dovremmo riuscire ridurre, e di tanto, la quantità di esemplari in circolazione».

Il 4 giugno al Palacinema di Locarno ci sarà una presentazione e una presenza per tutta la stagione: siamo alla ricerca di fondi

L'appello

La messa a punto di una prova del genere, anche se svolta in un solo comune, comporta una quantità non indifferente di soldi. «Proprio per questo siamo alla ricerca di fondi. L'esperimento è molto costoso. E i finanziamenti che credevamo di avere all'inizio sono poi caduti. Per fortuna, però, possiamo contare sul Comune di Locarno e su alcuni altri cittadini  che hanno deciso di puntare su questa iniziativa. Il 4 giugno al Palacinema di Locarno ci sarà una presentazione e una presenza per tutta la stagione». Flacio lancia quindi l'appello a cittadine e cittadini: «Se qualcuno vuole darci qualche franco, lo utilizzeremo a buon fine».

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