Le tappe

Rifiuti, tra verdetti popolari e finanziamenti

La cronistoria ventennale del tormentone che ha portato all’inaugurazione dell’impianto di Giubiasco che compie 10 anni
(Foto archivio CdT)
Gianni Righinetti
18.06.2019 13:24

Dalla fine degli anni Ottanta al 10 agosto 2009 quando a Giubiasco venne acceso l’Impianto cantonale di termovalorizzazione dei rifiuti. Una saga ventennale tra votazioni popolari, colpi di scena e finanziamenti.

Novembre 1987 – Il gruppo Holderbank comunica che non è in grado di fare fronte agli impegni e realizzare l’opera nei tempi previsti.

Settembre 1990 – Il Consiglio d’amministrazione dell’Ente per lo smaltimento rifiuti del Sottoceneri firma il contratto con la comunità di lavoro TBF-Archiconsult T-Comal-Giani&Prada per progettare a Bioggio un nuovo impianto di forni a griglia, in sostituzione di quello vecchio che ha cessato l’attività. Il progetto, il cui costo era stato stimato inizialmente in 333 milioni di franchi, viene ridimensionato nel 1992 a 252 milioni. La costruzione di un nuovo inceneritore viene pianificata anche per il Sopraceneri, a Riazzino (dove i forni continueranno a funzionare fino al 1995).

Ottobre 1992 – Il Governo presenta il messaggio per il sussidiamento con 50 milioni di franchi.

Aprile 1993 – Il Parlamento lo approva. La Lega e gli ambientalisti lanciano il referendum. Nella campagna entra anche la Thermoselect, esclusa dal precedente concorso per i forni. La società tedesca, con impianto pilota a Fondotoce e sede a Locarno, dice di essere in grado di realizzare un impianto a costi nettamente inferiori (125 milioni) e praticamente privo di impatto ambientale. Il consigliere di Stato Renzo Respini la prende in considerazione per la sostituzione dei forni di Riazzino.

Giugno 1993 – È il punto di svolta. Il sussidio per i nuovi forni a griglia di Bioggio viene respinto in votazione popolare da due cittadini su tre.

Marzo 1994 – Dopo aver cambiato rotta (optando per la privatizzazione dello smaltimento e la costruzione di un unico impianto a Riazzino) il Governo decide di indire un concorso pubblico, a cui prenderanno parte dodici ditte.

Febbraio-marzo 1995 – Gli esperti hanno selezionato tre ditte: Smogless (in pole position), Thermoselect e Compagnie générale de Chauffe. Il Governo però decide di non decidere e rinvia il tutto a dopo le elezioni. Viene alla luce intanto il caso dei finanziamenti della Thermoselect (tramite il patron Günther Kiss) ai leghisti Flavio Maspoli e Giuliano Bignasca.

Aprile 1995 – La Lega entra in Governo e il PPD perde un seggio. Per evitare la patata bollente dei rifiuti, Alex Pedrazzini rinuncia al Dipartimento del territorio e si tiene le Istituzioni. Il nuovo arrivato, Marco Borradori, decide di ripartire dalle tre ditte rimaste in lizza prima delle elezioni.

Luglio 1995 – Il nuovo Esecutivo con 3 voti (Giuseppe Buffi, Marina Masoni e Marco Borradori) contro 2 (Alex Pedrazzini e Pietro Martinelli) opta per Thermoselect.

Marzo 1996 – Arriva il messaggio governativo per la costruzione di un impianto Thermoselect a Giornico. In aprile, viste le posizioni assunte dai partiti, Pedrazzini propone di ritirarlo.

Dicembre 1996 – Si abbandona l’opzione Giornico. Entrano in gioco anche altre località, fra cui Giubiasco, che poi nel 1998 si aggiudicherà l’ubicazione. Intanto a Berna viene accolta una mozione del consigliere agli Stati Renzo Respini per prorogare di due anni il termine utile per l’ottenimento dei sussidi federali (fine ottobre 1999). Per decorrenza dei termini, la stessa operazione verrà ripetuta anni dopo su proposta di Filippo Lombardi.

Aprile 1997 – Il Parlamento rispedisce al mittente il messaggio e in alternativa propone l’istituzione di un ente cantonale con il compito di scegliere il nuovo impianto. Vota inoltre un credito di 31 milioni per coprire i costi dei forni mai realizzati di Bioggio e Riazzino. Contro l’ente la Lega e il PLR di Lugano lanciano il referendum.

Giugno 1997 – In votazione l’ente unico con competenze pianificatorie viene respinto a larghissima maggioranza.

Dicembre 1997 – Il Governo sigla l’atto di concessione con il consorzio Thermoselect/Badenwerk.

Gennaio 1998 – Alex Pedrazzini scrive al Parlamento chiedendo di ripristinare una clausola stralciata. Buffi va su tutte le furie e parla di «crisi politica». Personalità di vari partiti ricorrono contro la decisione del Governo, ritenendo che la concessione sia di competenza del Parlamento. Nei mesi successivi il Tribunale federale respingerà il ricorso.

Febbraio 1998 – I cittadini di Giubiasco respingono il referendum contro la revisione del Piano regolatore per l’accesso stradale al terreno sui cui sorgerà l’impianto.

Gennaio 1999 – A Karlsruhe, in Germania, entra in funzione il primo impianto su scala industriale della Thermoselect. L’atto di concessione prevede che per realizzare quello in Ticino l’impianto tedesco dovrà essere in grado di funzionare a pieno regime per almeno sei mesi. Intanto, nel corso dell’anno, inizia l’esportazione (parziale) di rifiuti verso gli inceneritori della Svizzera tedesca. Dal 2006, con la chiusura della discarica della Valle della Motta, tutti i rifiuti freschi vengono smaltiti oltre San Gottardo.

Maggio 1999-luglio 2000 – Un primo periodo di prova viene fissato all’inizio di maggio 1999. Ma ci sono problemi. Alla luce delle difficoltà sorte durante il collaudo il Governo concede altre due proroghe. L’ultima, infruttuosa, scade il 31 luglio del 2000. Il 1. settembre il Governo dà l’ultimatum e pone nuove condizioni, che il consorzio non accetta.

Settembre 2000 – Il Governo dichiara decaduta la concessione. Thermoselect ricorre al Tribunale arbitrale.

Dicembre 2000 – Viene annunciata la nuova strategia. Si rinuncia alla privatizzazione e si coinvolge il Gran Consiglio, che approva un credito di 900.000 franchi per un nuovo concorso. La scelta dell’impianto spetta comunque al Governo. In questa sede il Governo ribadisce che la realizzazione di un impianto cantonale di termodistruzione appare come la migliore soluzione al problema dello smaltimento dei rifiuti in Ticino.

Febbraio-marzo 2001 – Viene indetto un nuovo concorso per l’impianto (parte elettromecca­nica). Thermoselect ricorre per motivi formali al Tribunale fede­rale, ottenendo ragione. Il con­corso deve essere ripubblicato. La parte edile è oggetto di un concorso separato.

Ottobre 2001 – Il Gran Consiglio decide di non entrare in materia sulla tassa sul sacco.

Febbraio 2002 – Il Governo propone l’istituzione di un’Azienda rifiuti per la gestione dello smaltimento.

Dicembre 2002 – Il Tribunale arbitrale dichiara legittima la decisione di far decadere l’atto di concessione. Thermoselect è definitivamente fuori gioco.

Marzo-maggio 2003 – Il Parlamento approva lo stanziamento di un credito di 10,75 milioni per gli atti preparatori dell’impianto e uno di 2,85 milioni per la strada d’accesso. Flavio Maspoli lancia il referendum, che però fallisce. La Cancelleria dello Stato scopre che moltissime firme sono state falsificate. Maspoli è oggetto di un’inchiesta penale e si dimette da tutte le cariche cantonali. Il quotidiano da lui diretto «Ticino Oggi», nato nel mese di settembre del 2002 e sponsorizzato da Thermoselect, chiude.

Ottobre 2003 – Nessuna delle due ditte rimaste in gara (Martin/Atel e Von Roll) soddisfa appieno i requisiti. Il Governo annulla il concorso e decide di procedere per incarico diretto, chiedendo alle due ditte di formulare un’offerta congiunta.

Novembre 2003 – Il progetto dell’architetto locarnese Livio Vacchini si aggiudica il concorso (ad invito) per la parte del genio civile, in pratica l’involucro dell’impianto. Costo stimato dell’opera, oltre 70 milioni di franchi.

Febbraio 2004 – Viene pubblicato il concorso pubblico per la fornitura della parte elettromeccanica. Il Consiglio di Stato procederà all’assegnazione per incarico diretto. Il Gran Consiglio intanto approva la realizzazione da parte dell’ESR delle stazioni di trasbordo rifiuti di Bioggio e di Coldrerio.

Marzo 2004 – Il Gran Consiglio approva la legge concernente l’istituzione dell’Azienda Cantonale dei Rifiuti e in giugno il Piano d’utilizzazione cantonale per l’impianto di termodistruzione dei rifiuti (PUC-ICTR) a Giubiasco. In ottobre il Legislativo cantonale nomina i cinque membri del CdA e in novembre stanzia un credito di 40 milioni d franchi quale sussidio per la realizzazione del nuovo ICTR.

Aprile 2005 – A Giubiasco viene pubblicata la domanda di costruzione per l’ICTR e in luglio il Municipio rilascia la licenza edilizia.

Settembre 2006 – Iniziano i lavori di costruzione dell’ICTR a Giubiasco.

10 agosto 2009 – Viene acceso il primo fuoco, con la messa in funzione della prima linea di combustione.