Rimodellare gli argini costerà due milioni in più

Costerà due milioni e duecentomila franchi in più, ma consentirà di riutilizzare buona parte del materiale inerte e di aumentare l’area sfruttabile per le attività artigianali. Il progetto di arginatura del fiume Maggia e di valorizzazione ambientale che si estende nei comprensori di Maggia e Cevio, segnatamente nel comparto Riveo-Visletto, ha dovuto essere aggiornato rispetto a quello approvato dai rispettivi consigli comunali nel 2014 con lo stanziamento di un credito di quasi 5,2 milioni di franchi per gli interventi previsti. Un aggiornamento, scrive il Municipio di Maggia nel messaggio con il quale chiede il credito supplementare in qualità di capofila del progetto, che è da ricondurre al mutamento delle condizioni quadro: se da un lato non è più possibile vendere il materiale inerte in esubero in quanto il mercato è saturo e le discariche in cui depositarlo sono al limite delle loro capacità, dall’altro sono emersi nuovi inquinamenti del terreno, in particolare nella zona occupata dall’ex Bionda graniti e nei mucchi di scarti di cava presenti sulla sponda sinistra del fiume. Da qui la necessità di trovare delle soluzioni per gestire in maniera ottimale, dal punto di vista sia ambientale sia economico, gli esuberi degli inerti provenienti dalla realizzazione del progetto che in totale hanno un volume di oltre 160.000 metri cubi e che sono costituiti in gran parte da materiale alluvionale e da scarti di cava da frantumare. Così, oltre ad un’analisi ambientale delle zone inquinate, sono stati elaborati due nuovi elementi che vanno ad innestarsi sul progetto originario che, lo ricordiamo, prevede il rimodellamento degli argini del fiume Maggia e la rinaturazione della zona golena. Ebbene, queste due modifiche del progetto permetteranno di riutilizzare in loco circa 120.000 metri cubi di materiale inerte, di modo che il volume di esuberi da gestire risulterà di soli, si fa per dire, 48.000 metri cubi.
Bonifica già eseguita
Nel concreto si prevede l’innalzamento fino alla quota della strada cantonale dell’area ex Bionda, con una capacità di deposito di circa 40.000 metri cubi di inerti, e la sistemazione ambientale dell’ex cava Pollini che consente di riutilizzare 80.000 metri cubi di materiale. Scopo primario di quest’ultimo intervento è quello di rimediare alla forma innaturale del deposito esistente sulla sponda destra del fiume e, in parallelo, propiziare il processo di rimboschimento utilizzando parte del materiale inerte in esubero proveniente dal progetto di sistemazione idraulica integrale del comparto Riveo-Visletto avviato nel 2020. Nell’area ex Bionda, come detto, è stato riscontrato un importante inquinamento del terreno. Il risanamento del sito, per il quale ad inizio anno era stato stanziato un credito di 723.000 franchi, si è nel frattempo concluso.
Si riparte nel 2023
Se non vi saranno ulteriori intoppi la ripresa di lavori - dopo lo stop intervenuto nel 2021 a causa dalla scoperta della presenza di sostanze inquinanti - è prevista all’inizio del prossimo anno. Lavori i cui costi di esecuzione preventivati sono lievitati ad oltre 7,3 milioni di franchi rispetto ai quasi 5,2 calcolati nel 2014. E questo a causa dell’esecuzione dei due interventi non previsti originariamente nelle aree ex Bionda ed ex cava Pollini, del risanamento degli inquinanti riscontrati, dell’aumento dei quantitativi di materiale depositati negli ultimi anni e dell’integrazione di demolizioni nel progetto. Lieviterà però di pari passo l’importo derivante dai sussidi federali e cantonali che dovrebbe raggiungere i 5,16 milioni di franchi, ovvero circa il 70% dell’investimento complessivo.