Riparte il percorso di ratifica del nuovo accordo fiscale sui frontalieri

Il Consiglio dei ministri italiano, su proposta del ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale Antonio Tajani, ha approvato un disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera per evitare la doppia imposizione sui salari dei lavoratori frontalieri.
Con Protocollo aggiuntivo e Scambio di lettere, fatto a Roma il 23 dicembre 2020, e Protocollo che modifica la Convenzione tra la Repubblica italiana e la Confederazione svizzera, non solo si evitano le doppie imposizioni ma si regolano talune altre questioni in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio (Protocollo aggiuntivo, conclusa a Roma il 9 marzo 1976, così come modificata dal Protocollo del 28 aprile 1978 e dal Protocollo del 23 febbraio 2015, fatto a Roma il 23 dicembre 2020). Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà in visita ufficiale in Svizzera martedì 29 e mercoledì 30 novembre
L'Accordo sostituisce il precedente del 1974 e risponde all'esigenza di aggiornare e adeguare il quadro giuridico-fiscale al fine di eliminare le doppie imposizioni sui salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe ricevuti dai lavoratori frontalieri. Inoltre, a differenza del precedente, il testo disciplina anche il trattamento economico dei frontalieri svizzeri che lavorano in Italia.
Di seguito alcuni aspetti salienti della nuova normativa:
- si definiscono le aree di frontiera, che per quanto riguarda l'Italia sono le Regioni Lombardia, Piemonte e Valle d'Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano;
- si stabilisce il metodo della tassazione concorrente;
- si prevede un regime transitorio per i lavoratori frontalieri residenti in Italia che lavorano in Svizzera o che vi hanno lavorato a partire dal 31 dicembre 2018, ai quali si applica il regime di tassazione esclusiva in Svizzera fino alla data di entrata in vigore dell'Accordo.