Risparmi, arriva in Parlamento un pacchetto ridimensionato

Finora i conti della Confederazione se la passano relativamente bene, ma dal 2027 la musica è destinata a cambiare. All’orizzonte si profila un deficit strutturale di 4 miliardi di franchi all’anno, perché le spese stanno aumentando a un ritmo superiore a quello delle entrate. Le cause dello squilibrio sono due in particolare: il potenziamento delle spese per la vecchiaia (con l’introduzione della 13. AVS) e di quelle per l’esercito. Il freno all’indebitamento, previsto dalla Costituzione, esige un equilibrio fra le entrate e le uscite. Per rispettarlo, il Governo ha messo a punto un pacchetto di 57 misure che interviene principalmente (90%) sulle uscite, perché a suo avviso i deficit sono da ricondurre all’elevata crescita della spesa. Il pacchetto governativo consente di sgravare il bilancio di 2,4 miliardi di franchi dal 2027 per poi raggiungere i 3 miliardi dal 2028 e i 3,1 miliardi nel 2029. Ciononostante le uscite continueranno a crescere di oltre il 2% all’anno. La spesa passerà pertanto dagli 80 miliardi del 2023, ai 93 miliardi del 2027 e a circa 98 miliardi nel 2029. Per quell’anno è comunque previsto un deficit di 1,4 miliardi di franchi.
Le alternative
E se tutto cadesse o il pacchetto venisse fortemente ridimensionato? Il Consiglio federale dice che bisognerebbe tagliare drasticamente le uscite debolmente vincolate oppure procedere a un ulteriore aumento delle imposte (nel 2024 l’IVA è stata ritoccata per l’AVS). Per mantenere i conti in equilibrio, la necessità di correzione sarebbe di un punto percentuale IVA. Una terza possibilità, gradita alla sinistra, anche se non di immediata realizzazione, sarebbe di allentare i collaudati meccanismi del freno all’indebitamento. Già oggetto di consultazione, il pacchetto deve misurarsi con molte resistenze: dalla sinistra che si oppone ai tagli alla cooperazione internazionale e alla politica climatica ai Cantoni (ai quali oggi è destinato il 30% della spesa federale), che non vogliono il ribaltamento di oneri, passando per i partiti borghesi che osteggiano l’aumento del prelievo fiscale sul ritiro del capitale del secondo e terzo pilastro.
Si parte
Oggi iniziano le discussioni in Parlamento. La prima Camera è il Consiglio degli Stati, la cui Commissione delle finanze ha operato una serie di tagli ai tagli. Il volume di risparmio è stato ridotto da 2,4 a circa 1,8 miliardi (-650 milioni) nel 2027. In pratica, l’impatto delle misure è stato decurtato di un quarto. Nel 2028 e nel 2029 l’effetto ammonterà a circa 2,4 miliardi. La maggioranza è convinta che in questo modo si possano comunque attuare gran parte delle proposte di risparmio; e che, grazie all’adeguamento di misure controverse, si potrà aumentare la probabilità di approvazione popolare in caso di referendum.
No a più imposte sui prelievi
Sono stati defalcati i 190 milioni che il Governo prevedeva di incassare con l’imposizione più elevata dei prelievi del capitale pensionistico, 100 milioni destinati al Fondo per l’infrastruttura ferroviaria, 67 milioni a livello di perequazione finanziaria, e una novantina in altre singole misure. La commissione ha inoltre concordato con la Segreteria di Stato della migrazione tre provvedimenti per accelerare le procedure nel settore dell’asilo e conseguire risparmi sui costi.
La minoranza commissionale ha respinto buona parte delle misure di sgravio, criticando anche il fatto che siano state decise solo poche entrate supplementari (il Governo aveva previsto 340 milioni). In aula saranno presentate una trentina di proposte per correggere il pacchetto. Lo stesso Consiglio federale, tuttavia, aveva detto di essere contrario a un aumento della pressione fiscale, perché nel 2024 la popolazione e l’economia hanno già dovuto sostenere maggiori imposte, dovute per finanziare l’AVS e all’introduzione dell’imposizione minima del 15% per le multinazionali. Inoltre, in vista di un finanziamento solido dell’AVS, a medio termine sarà necessario aumentare IVA e contributi salariali.
Il PLR pensa al 2029
Intanto il PLR ha presentato una mozione firmata dal consigliere nazionale Alex Farinelli che chiede al Governo di mettersi all’opera per un ulteriore pacchetto nel 2029, visto che già si profila un nuovo deficit strutturale. Quattro i settori di intervento: amministrazione, sussidi, rafforzamento del federalismo e stato sociale. Servono scelte di priorità, perché le alternative sotto forma di debiti, maggiori imposte, o rinunce agli investimenti nella sicurezza sono considerate insoddisfacenti. «Rispetto ai piani iniziali, il pacchetto 2027 è già stato sfoltito e potrebbe esserlo ulteriormente alle Camere», spiega il deputato ticinese. «Il risultato finale sarà insufficiente. Tenuto conto che le spese per la difesa dovranno crescere rapidamente entro il 2032, bisogna pensare a creare il necessario margine di manovra». Il rapporto del gruppo di esperti presieduto da Serge Gaillard, osserva il PLR, aveva mostrato che risparmi sono possibili e realistici.
