Roghi e polemiche in Portogallo: oggi la riunione d'emergenza

In piena bufera politica scatenata dagli incendi che da settimane devastano ampie zone rurali del Portogallo e minacciano i centri abitati, il premier Luís Montenegro ha convocato una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri per questo giovedì. La riunione avrà luogo a Viseu, capoluogo dell'omonimo distretto: una delle province più colpite dai roghi. L'obiettivo: approvare adeguate misure di sostegno alle popolazioni danneggiate. Nel Paese sono ancora attivi molti incendi (65 fino a mercoledì), alcuni dei quali tra i più devastanti mai visti in Portogallo. Secondo un rapporto, ancora provvisorio, dell'Istituto per la conservazione forestale (ICNF), l'incendio scoppiato a Trancoso il 9 agosto scorso ha consumato circa 49.000 ettari, mentre quello di Arganil almeno 47.000 ettari. Stime al ribasso: secondo l'esperto Paulo Fernandes, citato dal Diário de Notícias, il rogo di Arganil interesserebbe già circa 60 mila ettari, numero che lo renderebbe «molto probabilmente» il più grande mai registrato nel Paese.
Intanto, nella notte tra martedì e mercoledì, è salito a tre il numero delle vittime, con la morte di un uomo di 65 anni travolto dal cingolato che stava manovrando per creare una fascia di contenimento delle fiamme nel rogo di Mirandela. L'uomo lavorava per una ditta privata ingaggiata dallo stesso comune di Mirandela per far fronte all'emergenza.
Le critiche
La conferenza portoghese dei capigruppo ha nel frattempo deciso la data dell'interpellanza parlamentare, il 27 agosto, in cui il primo ministro risponderà alle opposizioni che, pur con sfumature diverse, accusano tutte il governo di aver tardato nella risposta alle calamità di questa estate.
Sempre su Diário de Notícias, uno dei giornali di riferimento in Portogallo, António Nunes, presidente della Lega portoghese dei pompieri, ha denunciato la «mancanza di coordinamento» nella lotta agli incendi: «Non ha senso che questi roghi durino 11 giorni in Portogallo».
In Spagna
Nella vicina Spagna, la situazione è altrettanto grave. E, anche qui, ha portato a riflessioni politiche. Gli incendi che hanno divorato 382.000 ettari e ucciso quattro persone sottolineano la necessità di "riaggiustare e ricalibrare" le capacità di preparazione e di risposta del Paese, come parte di uno sforzo non partitico per affrontare gli impatti dell'emergenza climatica, ha avvertito il primo ministro Pedro Sánchez in una visita alla regione sud-occidentale dell'Estremadura. «Gli incendi e le disastrose inondazioni dell'anno scorso nella regione orientale di Valencia sono la prova evidente che l'emergenza climatica sta colpendo la Spagna ogni anno più duramente. Dobbiamo prepararci ed essere meglio equipaggiati con meccanismi e strumenti per poter mitigare gli effetti di queste emergenze climatiche quando si verificano. L'emergenza climatica diventa ogni anno più grave e ricorrente, e gli effetti di questa emergenza si accelerano ogni anno», ha affermato Sánchez.