Il caso

Ryanair a muso duro: «Tagliamo in Spagna, occhio al turismo»

La compagnia low cost prevede circa un milione di posti in meno in vendita nel suo programma invernale – Il motivo? L'aumento delle tasse aeroportuali
Marcello Pelizzari
03.09.2025 19:30

Ryanair, che succede? Riformuliamo: la compagnia low cost irlandese sta tagliando circa un milione di posti in vendita, in Spagna, per la stagione invernale. Una mossa, scrive fra gli altri il portale aeroTELEGRAPH, giustificata dall’aumento delle tasse che l’operatore aeroportuale spagnolo, Aena, prevede di aumentare a partire dal 2026 (+6,5%).

Ryanair, nello specifico, ha parlato di «costi eccessivi» e, di riflesso, ha messo in guardia: avanti così e la Spagna rischia seriamente di soffrire in termini di flussi turistici. Apriti cielo, in tutti i sensi.

Eddie Wilson, amministratore delegato del vettore, ha affermato che Aena, «gestore aeroportuale monopolista», non ha alcun interesse a sviluppare il traffico negli aeroporti regionali spagnoli ma preferisce concentrarsi sul massimizzare i profitti negli scali principali. L’attacco, anche a muso duro, è una delle strategie di Ryanair. Da sempre. La compagnia irlandese, da un lato, pretende condizioni di favore per aprire rotte da e per gli aeroporti minori ma, dall’altro, fa largo uso di minacce e decisioni unilaterali, come l’interruzione delle rotte, se le condizioni quadro cambiano. Ad esempio, a causa dell’aumento delle tasse aeroportuali. Detto della Spagna, questo metodo ha generato non poche polemiche negli scali di prossimità francesi.

A proposito di polemiche, Aena non le ha mandate a dire. Reagendo, anzi, con forza: «Sarebbe difficile trovare un altro esempio nella storia economica recente in cui la discrepanza tra l’eccellenza operativa e la disonestà della sua politica di comunicazione sia così evidente come in Ryanair» ha affermato l’amministratore delegato dell’operatore, Maurici Lucena.

Ryanair, evidentemente, si descrive e si vende, a livello mediatico, come una vittima, pur avendo aumentato i prezzi dei biglietti in media del 21%. Dichiarazioni come «la Spagna è ora chiusa al turismo», d’altro canto, sono totalmente fuorvianti alla luce del numero record di quasi 100 milioni di passeggeri previsti.

Aena, tornando al nodo del contendere, ha spiegato che gli aumenti delle tasse, in realtà, si tradurranno in 68 centesimi di euro in più per ogni passeggero. Le tasse rimangono fra le più basse d’Europa. Lo spostamento di Ryanair dagli scali più piccoli a quelli più grandi, per contro, sarebbe legato alla possibilità di trarre maggiori profitti: su Barcellona o Madrid, per intenderci, è più facile far digerire aumenti dei biglietti.

Aena, tramite il suo massimo dirigente, ha aggiunto che «Ryanair sta perseguendo una politica di comunicazione basata sull’inganno e sul ricatto, per ottenere benefici a breve termine a spese dei contribuenti».

Chi la spunterà? Ora come ora, appare chiaro che le parti sono lontane, se non lontanissime.