Salgono a 16 le vittime della sparatoria a Sydney

Il numero delle vittime della sparatoria di Bondi Beach è salito a 16, tra cui un bambino, ha dichiarato all'ABC il ministro della Salute del Nuovo Galles del Sud, Ryan Park. Lo riporta la BBC. Trentotto i feriti.
Al momento non è chiaro se il bilancio aggiornato delle vittime includa uno dei due uomini armati. La polizia ha dichiarato in precedenza che uno dei presunti aggressori era stato ucciso, mentre un altro era in condizioni critiche.
«Il secondo sospettato un libanese di origine palestinese»
Il secondo terrorista che ha partecipato al massacro di Bondi Beach è Khaled al-Nablusi, un cittadino libanese di origine palestinese.
Lo scrive l'israeliano Channel 12. Al momento, l'Australia sta indagando su tutti i riscontri nel tentativo di capire se si sia trattato di un attacco «spontaneo» o se sia stato diretto da uno Stato o da un'organizzazione terroristica.
La condanna dell'Islam sunnita
I vertici dell'Islam sunnita condannano la sparatoria di Sydney e riaffermano il loro rifiuto «di ogni forma di violenza e di attacco contro persone innocenti».
Il Consiglio dei Saggi, presieduto dal Grande Imam Ahmed al-Tayeb, Sceicco di Al-Azhar, esprime in una nota la sua «ferma condanna» dell'attacco avvenuto a Bondi Beach a Sydney, in Australia e ribadisce il suo «categorico rifiuto di ogni forma di violenza e terrorismo, indipendentemente dalle loro motivazioni o giustificazioni», sottolineando che «prendere di mira civili innocenti è un crimine efferato, contrario agli insegnamenti dell'Islam e a tutte le leggi divine, nonché ai valori morali e umani, e costituisce una flagrante violazione dei principi di convivenza e pace sociale».
Chiede poi alla comunità internazionale di intensificare gli sforzi «per combattere l'incitamento all'odio, l'estremismo e il razzismo, affrontare le cause profonde della violenza, promuovere una cultura del dialogo e del rispetto reciproco e sostenere i valori della fratellanza umana come mezzo più efficace per costruire società sicure e stabili in cui prevalgano pace e giustizia».
Il Consiglio esprime infine «le sue sincere condoglianze all'Australia, al suo governo e al suo popolo, nonché ai parenti e alle famiglie delle vittime», e prega per la guarigione dei feriti.
