Salvini: «Grazie Italia», la Lega è il primo partito

MILANO (dal nostro inviato) - La Lega è il primo partito in Italia con il 30% dei voti, seguito da un PD in gran spolvero - che otterrebbe una percentuale di poco superiore al 21% - in leggero vantaggio rispetto al Movimento 5 Stelle, terzo con una percentuale attorno al 20%. Forza Italia con l’8% si troverebbe al quarto posto, mentre Fratelli d’Italia sarebbe l’unico partito ad aver superato la soglia di sbarramento, tra i piccoli, con il 5-7% dei voti. Questa la fotografia delle prime proiezioni presentate, a urne appena chiuse, da parte dei principali istituti di rilevamento in campo per esaminare i risultati delle elezioni Europee 2019, tra queste Opinio Italia (per la Rai), SWG e Tecne.
Nella storica sede della Segreteria nazionale della Lega in via Carlo Bellerio (patriota nato a Milano nel 1800 e deceduto a Locarno nel 1886) i primi dati di voto sembrano dunque confermare fino in fondo le attese del partito di Matteo Salvini e dar corpo a una rilevante avanzata sovranista in Europa che domenica ha preso vigore soprattutto dal sorprendente risultato ottenuto dalla leader di Rassemblement National Marine Le Pen, che come noto ha superato nelle preferenze il presidente Emmanuel Macron. In sala stampa (gremita di decine di giornalisti fini a notte fonda) le prime dichiarazioni del Capitano, il vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, sono state pronunciate all’una di notte. “Grazie di questo grande risultato. Ve lo dico ora perché lo devo agli italiani che si alzano per andare a lavorare”, ha osservato con le telecamere puntate su di lui e i flash dei fotografi.
Per quanto riguarda i dati del voto il leader della Lega ha detto di voler essere prudente. Ma poi parla di “grande vittoria”. “Ora - ha tuonato nel microfono - dopo mesi di campagna elettorale, possiamo dire che la Lega non è più soltanto il primo partito al Nord, ma anche al Sud”. Poi, puntuale, il suo messaggio politico rivolto al M5S (che però non cita): “Non chiederò nemmeno mezza poltrona in più, ma un’accelerazione di tutti i dossier più urgenti”. Tra questi cita la flat tax, il decreto sicurezza e la TAV. In ottica comunitaria Salvini rimarca che “il voto di oggi ci dice che cambieranno le regole dell’Europa”. Parla di un “nuovo Rinascimento europeo” forte anche dell’avanzata sovranista francese come pure del Partito della Brexit in Gran Bretagna e del voto in Ungheria che vede trionfare Viktor Orban.
In questa fortezza di periferia nella zona Nord del capoluogo lombardo, che il fondatore del movimento Umberto Bossi acquistò nel lontano 1993 in tempi ormai lontanissimi, i vertici leghisti, a conclusione di una campagna elettorale in atto da mesi, incassano una vittoria importante. “È un referendum per la vita o la morte”, aveva dichiarato più volte Salvini dalle piazze nelle scorse settimane, riferendosi alla consultazione europea. Ma tra i giornalisti italiani, in sala stampa spesso intervistati dai colleghi stranieri per capire meglio questa o quella sfumatura politica, l’impressione è che sia anzitutto la tenuta del Governo italiano ora a preoccupare, di fronte alla crescita della Lega e al relativo indietreggiamento del M5S di Luigi Di Maio.
Il leader leghista ha poi lasciato la sala stampa continuando a stringere tra le mani il rosario che tanto ha già fatto discutere. “Avremo di fronte un periodo, nonostante tutto, molto difficile. Ma ora l’Europa cambierà”. E la fede nel suo progetto, dice, non è disposto ad abbandonarla, forte del voto massiccio ottenuto dagli italiani.