Coronavirus

Sarà la Pasqua dei riti interiori

Come vivono il clero e i fedeli l’impossibilità di frequentare le chiese nel momento più importante dell’anno liturgico? Don italo Molinaro: «Soffro molto per non poter celebrare col mio popolo» - Ernesto Borghi: «È un’occasione per vivere il Vangelo»
Una fedele con la mascherina sola in una chiesa di Caracas, Venezuela. (© AP/MATIAS DELACROIX)
Carlo Silini
10.04.2020 06:00

Nelle chiese si può pregare individualmente, ma le celebrazioni di popolo non sono permesse. La Chiesa ha scelto di rispettare le indicazioni sanitarie. Ma c’è chi chiede di permettere liturgie comunitarie e chi suggerisce altre vie per vivere il momento con grande intensità religiosa.

Nel panorama delle dispute religiose a margine del coronavirus si è visto di tutto: dal radio predicatore convinto che la pandemia sia una punizione celeste per i peccati del genere umano, a un leader politico che cerca di dettare la linea al Papa. Il leader, manco a dirlo, è Matteo Salvini, che sostiene «la richiesta di coloro che dicono di poter entrare in chiesa, seppur ordinatamente, con le distanze di sicurezza, per la messa di Pasqua, magari un po’ alla volta, in quattro o cinque (...) Si può andare dal tabaccaio perché senza sigarette non si sta, per molti è fondamentale anche la cura dell’anima oltre alla cura del corpo».

Le fragilità teologiche di Salvini

Come se la cura dell’anima si potesse amministrare solo in chiesa e non nell’intimità di una casa. Al di là della fragilità teologiche di Salvini, la questione del periodo pasquale senza celebrazioni di popolo tocca profondamente clero e fedeli.

«Personalmente - ci confida don Italo Molinaro, parroco della Basilica del Sacro Cuore a Lugano e giornalista - soffro molto per il fatto di essere un prete che non può celebrare i riti pasquali con il suo popolo. Questo ministero vissuto solo per me o per i miei confratelli ha poco senso».

Come un pranzo senza ospiti

«Mi sento come uno chef, prosegue don Italo, che dovrebbe preprarare un pranzo per cento persone, ma nessuno può venire a mangiarlo. Per cui ho fatto una scelta per il triduo pasquale, soprattutto per il venerdì e per la veglia del sabato di non celebreare il rito. Il vescovo lascia libertà su questo. Io guarderò la sua celebrazione in televisione. Altri confratelli preferiscono celebrarlo e li rispetto, ma per me è difficile immaginare di celebrare una Pasqua senza un popolo. I riti presieduti da un ministro isolato sono un po’ un controsenso. Tutti digiunano da tante cose: digiuno anch’io».

«Ci mancherà la dimensione comunitaria»

La Pasqua senza celebrazioni col popolo è però anche un’opportunità nuova per i credenti, come sostiene il biblista Ernesto Borghi, presidente dell’Associazione Biblica della Svizzera Italiana. «Il triduo pasquale di quest’anno, osserva, è molto particolare. Siamo chiusi in casa in un contesto di incertezza e preoccupazione, ma questo non ci impedisce di riflettere sul cuore dell’evento religioso. Gesù di Nazareth ha vissuto sempre per gli altri e ha deciso di farlo fino in fondo per mostrare agli esseri umani, anzitutto ai suoi contemporanei, che il modo migliore per vivere è amare gli altri, se è necessario fino alla propria morte. In queste giornate in cui siamo a casa vicino agli affetti più importanti, possiamo meditare su questo aspetto. Ci mancherà la dimensione comunitaria dei riti, soprattutto mancherà la possibilità di ricevere il pane consacrato».

Uniti tutti i giorni

Al di là di queste lacune, continua Borghi, «avremo forse la possibilità di meditare in modo più raccolto sul significato fondamentale di queste giornate, ricordando quel passo di Vangelo (Matteo 18,20) in cui si dice ‘dove due o te sono riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro’. Tutto questo vale se sono uniti tutti i giorni nel voler bene agli altri e non soltanto nel momento in cui celebrano un rito pur importantissimo come quelli che ci accingiamo a vivere in questi giorni». Come dire che non è la frequentazione puntuale della Messa di Pasqua a realizzare la vita cristiana, ma le abitudini quotidiane, con o senza emergenza sanitaria.

La Chiesa e le tecnologie

La Chiesa ai tempi del coronavirus ha in ogni caso imparto a sfruttare al meglio le nuove tecnologie. L’ABSI ci spiega Borghi, promuove ad esempio una lettura multimediale dei capitoli 26-28 del Vangelo secondo Matteo sul canale youtube «Associazione Biblica della Svizzera Italiana» (https://www.youtube.com/ watch?v=p4DtalYRuTg). «Ci sono tante iniziative per supplire alle chiese vuote», spiega dal don Molinaro. «Ci sono preti che fanno prediche su Youtube o su facebook, c’è chi riesce a radunare anche gruppetti attraverso ai social, chi fa filmati o lezioni di catechismo per i ragazzi. Molti fanno telefonate. Il buon vecchio telefono è importante soprattutto per i contatti con le persone anziane, che trovo stanche ma in genere molto positive». In attesa di una ripresa delle celebrazioni comunitarie ai fedeli non resta che internet, la radio o la televisione. Una nuova pastorale s’avanza: se la gente non può andare in chiesa, la Chiesa andrà dalla gente.

GLI APPUNTAMENTI

Quest’anno le chiese diventano davvero domestiche e telematiche. I principali appuntamenti religiosi per i cristiani possono infatti essere seguiti sui media elettronici.

La Diocesi di Lugano

Oggi, Venerdì Santo, alle 15 in diretta TV su RSILa2: Liturgia della Passione dalla Cattedrale. L’11 aprile, Sabato Santo, sempre sulla TV RSILa2 alle ore 21 sarà trasmessa la Veglia Pasquale nella Notte Santa dalla Cattedrale. Il 12 aprile, Domenica di Pasqua, alle ore 9 in diretta radio su ReteDue e in streaming sui siti catt.ch e rsi.ch ci sarà la Santa Messa di Pasqua dalla Cattedrale di San Lorenzo. Da notare che la Commissione diocesana per la liturgia pastorale ha elaborato dei sussidi liturgici per seguire le celebrazioni eucaristiche festive da casa (vedi: www.liturgiapastorale.ch).

Il Vaticano

Un calendario fitto di appuntamenti che vedrà la tv protagonista, attraverso il canale TV2000, affiancato da Rai1, seguirà tutte le celebrazioni del Papa. Sarà possibile seguire le celebrazioni anche in diretta streaming su Vatican News e sui tutti i canali ufficiali vaticani, e in radio su InBlu, radio ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana. Oggi, Venerdì Santo, Liturgia della Passione e dell’adorazione della Croce, alle 18, nella Basilica di San Pietro. Questa sera alle 21, la Via Crucis si terrà in Piazza San Pietro. Il Sabato Santo, Veglia pasquale alle 21. Alle 11 la Santa Messa pasquale in Eurovisione e la benedizione Urbi et Orbi del Papa saranno visibili in diretta TV RSILa1 e in streaming su catt.ch.

I protestanti

I culti e le cerimonie abituali non avranno luogo. Ma la Chiesa evangelica riformata in Svizzera (CERS) e altre chiese sorelle celebreranno questi giorni con altre iniziative. Per non dimenticare chi è solo o ha paura, in tutta la Svizzera le campane di tutte le chiese suoneranno alle 10 della domenica di Pasqua. Il Sabato santo, 11 aprile, le parrocchie di tutto il Paese sono invitate ad accendere luci di Pasqua, all’aperto, alle ore 20. Tutti sono invitati ad accendere, alla medesima ora, le candele sui davanzali delle finestre.