Ticino

«Sarà una vendemmia tardiva e arriverà dopo molte fatiche»

La Federazione dei viticoltori ha fatto il punto in vista della raccolta: «Quest’anno non cadrà prima del 22 settembre» – Tra i temi affrontati anche il cosiddetto patentino per i prodotti fitosanitari: «Il termine per adeguarsi alla norma federale si avvicina»
©Chiara Zocchetti
Francesco Pellegrinelli
30.08.2024 19:01

Il meno che si possa dire è che il 2024 è stato un anno piuttosto complicato. «Impegnativo». Lo ha spiegato bene Davide Cadenazzi, che in veste di presidente di Federviti - la Federazione dei viticoltori ticinesi - ha fatto il punto in vista della prossima vendemmia. Come ogni anno è stata anche l’occasione per passare in rassegna le principali sfide che attendono il settore. Tra le priorità, spicca la questione «patentino». Ma iniziamo dalle bizze del tempo con cui, sempre più spesso, il settore è confrontato: «La primavera è stata contrassegnata da piogge continue che hanno favorito l’insorgere di malattie, obbligando i viticoltori a un estenuante lavoro di profilassi fitosanitaria». Poi è arrivato il gelo che, localmente, ha prodotto danni ingenti; e per non farsi mancare nulla, il settore ha pure dovuto fare i conti con gli eventi estremi: «Nel Mendrisiotto, gli scoscendimenti provocati dalle piogge del 7 luglio hanno danneggiato diverse strutture, mentre nel Bellinzonese la grandinata del 12 luglio ha devastato alcuni vigneti, compromettendone completamente la produzione. Le conseguenze sulla fertilità del terreno si faranno sentire per diversi anni». 

Vendemmia tardiva

Malgrado le premesse sfavorevoli, nel complesso il settore guarda alla prossima vendemmia con fiducia. Il ritardo nella maturazione delle uve posticiperà la vendemmia di una settimana. «Allo stato attuale prevediamo che l’inizio della raccolta dei rossi sarà sicuramente dopo il 22 settembre - ha detto Cadenazzi. Non è una situazione straordinaria, ma la vendemmia un po’ tardiva può rivelarsi interessante, nella misura in cui lo sbalzo termico tra il giorno e la notte favorirà un’ottima maturazione dei tannini e dei complessi aromatici». Roba da intenditori. Ad ogni modo, i viticoltori si attendono comunque, anche per questa vendemmia, una buona qualità. Per quanto concerne invece la produzione, le stime indicano un livello poco sopra la media decennale di 55 mila quintali di uva merlot.

Il patentino

Tema scottante, il cosiddetto «patentino», ossia l’autorizzazione speciale per l’utilizzo dei prodotti fitosanitari. «Come Federviti ci teniamo molto», ha premesso Cadenazzi. «In collaborazione con il servizio Sanitario stiamo promuovendo i corsi necessari per l’ottenimento dell’abilitazione che diventerà obbligatoria a partire dal 1. gennaio 2026». Il termine coincide infatti con l’entrata in vigore dell’ordinanza federale voluta per ridurre il rischio e promuovere un uso sostenibile dei prodotti fitosanitari. «I viticoltori si devono preparare a questo cambiamento - ha detto Cadenazzi. Certamente, potranno formarsi anche dopo questa data, ma il metodo sarà diverso. Fino ad oggi la formazione è stata gestita dal servizio fitosanitario in Ticino. Dal 2026, invece, sarà gestito direttamente dall’Ufficio federale dell’ambiente». Ad ogni modo, con l’entrata in vigore della normativa federale, per acquistare il prodotto fitosanitario sarà necessario aver svolto la formazione e ottenuto l’abilitazione. «Meglio, quindi, formarsi oggi, piuttosto che attendere l’armonizzazione federale».

Il prezzo dell’uva

Con le difficoltà non mancano però alcune buone notizie, a cominciare dal prezzo dell’uva che quest’anno verrà pagata di più. «Le discussioni all’interno dell’Interprofessione della vite e del vino si sono svolte in un clima costruttivo e sereno», ha sottolineato ancora Cadenazzi. «Le parti hanno deciso di rivedere la scala dei prezzi e, a partire da quest’anno, le uve di qualità verranno pagate 20 centesimi di più, ossia 4,80 franchi al chilo». Il prezzo medio dell’uva non è stato cambiato ma si è voluto favorire il viticoltore che porta uva buona con buone gradazioni, è stato spiegato. La nuova tabella dei prezzi verrà presentata a metà settembre. «Nella filiera abbiamo riscontrato grande competenza e comprensione. Sono piacevolmente sorpreso dal buon clima che si è instaurato», ha detto Cadenazzi. Ancora pendente, invece, il tema della diversificazione del prezzo dell’uva in funzione della zona di coltivazione. «Questa proposta è stata pensata per valorizzare la produzione di collina, più onerosa e quindi meno redditizia», ha ricordato Mirto Ferretti, presidente di Federviti Bellinzona e Mesolcina. «In un certo senso, la decisione di premiare il vino di qualità, alzando il prezzo al chilo, va proprio in questa direzione e, in parte, risponde alle medesime esigenze».

Consumi in calo

Più in generale, comunque, la stagione si inserisce in un’annata caratterizzata da una diminuzione dei consumi, ha detto dal canto suo Valerio Cimiotti, direttore della Cantina di Giubiasco. «Il maltempo ha influito negativamente sul turismo e, di conseguenza, anche sulla ristorazione, portando a un calo della domanda». Non solo. Il direttore della CAGI evoca anche la particolare situazione economica del momento, caratterizzata inflazione e potere di acquisto in calo: «Tendenzialmente il vino ticinese costa qualcosa in più rispetto alle bottiglie importate. È quindi inevitabile che la scelta possa cadere su prodotti più economici», ammette Cimiotti. Non bastasse, da alcuni decenni le statistiche indicano una progressiva flessione nei consumi di vino pro capite. «Dal profilo delle vendite il 2024 non verrà ricordato come un anno eccezionale», conclude Cimiotti. Il quale resta tuttavia fiducioso: «Speriamo nel bel tempo e che il turismo possa portare uno slancio sul finire della stagione».