La Domenica del Corriere

Scatta l’ora dei risparmi, ma le ricette divergono

I partiti di Governo a confronto - Piccaluga: «Le nostre sono misure concrete» - Speziali: «La lista leghista? Qualcosa di buono c’è» - Dadò: «Dire le cose a metà non va bene» - Sirica: «Si pensi ai bisogni dei cittadini»
© CdT / Chiara Zocchetti
Red. Ticino&Svizzera
11.05.2025 20:00

Quando Berna taglia, il Consiglio di Stato si lamenta. Quando invece è il Cantone a operare dei sacrifici, è il resto del Ticino a piangere. Le misure di risparmio, federali e cantonali, sono al centro della puntata de La domenica del Corriere. Ospiti del vicedirettore del CdT Gianni Righinetti i quattro presidenti dei partiti di Governo: Fiorenzo Dadò (Centro), Daniele Piccaluga (Lega), Fabrizio Sirica (PS) e Alessandro Speziali (PLR). Si parte con una lunga lista di misure di risparmio proposta poco prima di Pasqua proprio da via Monte Boglia. «Sceneggiata o c’è sostanza?», chiede Righinetti. «Sceneggiata no, perché si tratta di misure concrete che toccano tutti i Dipartimenti, compresa la Cancelleria». Misure che, sommate, secondo la Lega porterebbero a risparmi di 80-100 milioni al Cantone. «Dal punto di vista leghista è coerente, e si dice dove si vuole andare a tagliare», rileva Sirica. «Noi siamo contrari all’impostazione di fondo che ci conduce ai tagli: da anni diciamo che la situazione molto problematica delle finanze cantonali è stata voluta da scelte politiche. Come gli sgravi fiscali». Fatta questa premessa, «entriamo nel merito per capire le voci di spesa e le possibili limature. Ma bisogna partire sempre dai bisogni della popolazione. Quando si parla, come nella lista leghista, di giovani o persone con problemi psicologici, allora io tendo a mettere uno stop». «La lista della Lega? Qualcosa di buono c’è», sottolinea da parte sua Speziali. «Penso all’utilizzo massiccio della IA nell’amministrazione, che equivale a un aumento virtuale di posti di lavoro perché si migliora la produttività». Per il presidente liberale-radicale, serve però anche una dieta normativa «per non imbrigliare lo sviluppo sul territorio. E l’ufficio clima e decarbonizzazione era davvero necessario?». In generale, e qui Speziali risponde a Sirica, «non abbiamo taglieggiato le entrate: è da 20 anni che il gettito aumenta. Ciò che aumenta di più è però la spesa. Bisogna fare delle scelte importanti». «Di principio trovo interessante che un partito faccia proposte in questo senso», rileva invece Dadò. «Tra l’altro, si tratta del partito di maggioranza relativa in Governo. Il fatto che siano loro a dire ‘dobbiamo risparmiare’ è anche interessante». «Siamo responsabili», replica Piccaluga. «Con il tuo arrivo (da coordinatore, ndr) è tornata la responsabilità, perché se andiamo a vedere cosa ha fatto la Lega in Governo in questi anni, il discorso cambia radicalmente», rilancia il presidente del Centro. «È un po’ come andare al supermercato e comprare del pesce surgelato. Salvo leggere in piccolino che quello che c’è all’interno potrebbe essere leggermente diverso da quanto c’è sull’immagine del contenitore». Dadò spiega che nella lista di risparmi leghisti si chiede di ridurre il servizio informazioni e comunicazione. «Ma poi è stato aumentato a dismisura quello della Polizia, dove ci sono 8 addetti a questa funzione». In definitiva, questa mozione dovrebbe essere più concreta. «Dire le cose a metà non va molto bene», attacca Dadò. «Se non si discute del problema e non si presentano atti, allora tanto vale», risponde Piccaluga. Sul piatto c’è anche la revisione della spesa, che però arriverà solo in novembre a un gruppo misto Governo e Parlamento. Un po’ tardi, forse? «Sono tempi legittimi», sottolinea Sirica. «Il mandato è stato dato fuori Cantone e il lavoro da fare è molto. La revisione della spesa, poi, va sul medio-lungo termine». Dadò, per contro, non è contento della possibile uscita della Lega dal gruppo che dovrà occuparsi della revisione della spesa. «Devo prendere responsabilità che non sono vostre?», tuona il presidente del Centro. «La mozione della Lega non dice niente». Il dibattito, dunque, si accende. «Siete voi a fare salti alla Lambiel», replica Piccaluga. Nel discorso si inserisce Speziali: «È doveroso essere dalla parte di questa benedetta revisione della spesa», dice. Ma «se questo esercizio di revisione diventa una sala d’attesa politica, in cui facciamo confluire tutti gli sforzi politici» e usiamo come «alibi questa analisi per non fare nulla, allora sarà tempo sprecato». «È imperativo arrivare a delle conclusioni e poi decidere», sottolinea il presidente PLR.

In conclusione, lasciati risparmi e tagli, il dibattito tocca le parole dette da Norman Gobbi in un’intervista al CdT in vista del simposio Cantone-Comuni. «Bisogna superare il dipartimentalismo», ha sottolineato ad esempio il consigliere di Stato. «Parlare ancora di Ticino 2020 a cinque anni di distanza è poco serio, bisognerebbe cominciare a parlare di Ticino 2030», rileva con ironia Sirica. «Rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo con i Comuni. Cambiamo i format ingessati di quei simposi». Basta proclami, rilancia il co-presidente del PS. «È facile raggruppare tutto sotto il Dipartimento delle istituzioni», evidenzia Piccaluga. «Ma dare la colpa a Gobbi per il fallimento di Ticino2020 è inappropriato. Lui non si tira indietro dalle critiche, è però innegabile che per alcuni Comuni è complicato riferirsi al Cantone in altri ambiti, penso ad esempio alla scuola». È una questione di autonomia degli Enti Locali. «Gobbi esce con queste boutade ma avrebbe potuto sistemare certe cose da anni», critica Dadò. «Il dipartimentalismo esiste, non esiste un Governo nel vero senso della parola. I cinque ministri non si calpestano mai i piedi a vicenda. Io ho pronta un’iniziativa per la rotazione dei Dipartimenti». «È un problema grave e che rallenta lo sviluppo del territorio», spiega Speziali a proposito del dipartimentalismo. «Su Ticino2020 lo stato clinico è il coma. L’unica possibilità è quella di identificare dove i Comuni vogliono più autonomia e cercare in breve tempo soluzioni concrete».