Sdegno delle famiglie degli ostaggi per la candidatura dell'Unrwa al Nobel Pace

Il Forum delle famiglie degli ostaggi israeliani ha dichiarato forte sdegno per la candidatura al Nobel per la pace dell'Unrwa (l'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi) poiché diversi membri dell'organizzazione sono stati coinvolti nei fatti del 7 ottobre.
«Presto sarà annunciato il Premio Nobel per la Pace e l'Unrwa è uno dei candidati: l'idea che questa organizzazione possa vincere un premio Nobel per la pace è impensabile», dichiara il Forum.
«Nell'ultimo anno, dopo i terribili eventi del 7 ottobre, le prove contro l'Unrwa si sono moltiplicate. Tra queste, il filmato di un assistente sociale dell'Unrwa che trascina il corpo del ventunenne israeliano Yonatan Samerano ucciso il 7 ottobre, le registrazioni di insegnanti dell'Unrwa che rapiscono donne e l'ammissione da parte della stessa agenzia che 9 dei suoi dipendenti sarebbero coinvolti negli attacchi del 7 ottobre», conclude il Forum.
Intanto, l'ambasciatore dell'Iran presso le Nazioni Unite, Saeed Iravani, ha affermato che una risoluzione per la crisi in Medio Oriente «richiede il riconoscimento della sovranità e dell'indipendenza del Libano, la fine dell'occupazione illegale e dell'aggressione da parte di Israele e il rispetto del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite».
«Condanniamo fermamente la continua complicità degli Stati Uniti, del Regno Unito e di alcuni Stati occidentali nel consentire i crimini di guerra sistematici e la guerra genocida di Israele contro il popolo della Palestina e del Libano attraverso la fornitura di armi avanzate», ha aggiunto Iravani, durante una riunione presso il Consiglio di Sicurezza dell'Onu sulla situazione in Medio Oriente, come riferisce Irna.
Nel frattempo, sul terreno, un lavoratore thailandese di 27 anni è stato ucciso da un missile anticarro nel kibbutz Yiron, nell'Alta Galilea, vicino al confine con il Libano, come riferisce il servizio ambulanze Magen David Adom, aggiungendo che un'altra persona è rimasta ferita.