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Se anche in Svezia il lupo diventa un problema

Il governo ha approvato l'abbattimento di 75 esemplari su una popolazione di 460, «la più grande caccia al predatore mai registrata» – Ma ONG e associazioni insorgono e invocato la reazione dell'UE
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Jenny Covelli
08.01.2023 14:01

La Svezia rischia l'ira dell'UE con la storica caccia al lupo. Così titola un articolo del 5 gennaio di POLITICO. Il Paese ha intrapreso la più grande caccia al lupo della sua storia recente, scatenando il contraccolpo degli attivisti e rischiando una battaglia legale con Bruxelles. 

L'abbattimento approvato dal governo, che è iniziato lunedì e dura un mese, consente ai cacciatori di sparare a 75 lupi (su una popolazione di 460) in diverse aree - Gävleborg, Dalarna, Västmanland, Örebro e Värmland - nel tentativo di diminuire «la minaccia» che rappresentano per agricoltori, bestiame e residenti. Le autorità cercano infatti di ridurre la densità dei predatori. «La caccia è assolutamente necessaria per rallentare la crescita del numero di esemplari. Il branco di lupi è il più numeroso che abbiamo avuto nei tempi moderni», ha dichiarato alla stampa Gunnar Glöersen, manager presso l'Associazione dei cacciatori svedesi.

I numeri

La popolazione di lupi della Svezia è la più grande mai registrata, ma molto al di sotto di quella di molti altri paesi europei. L'Italia - scrive ancora POLITICO - conta circa 3.300 lupi, la Polonia ne ha circa 1.886 e la Francia ne ospita 783. Sulla carta, con l'abbattimento la Svezia porterebbe la sua popolazione di lupi a 385, ma le ONG temono che potrebbe scendere sotto i 300 entro la primavera, poiché la popolazione tenderebbe a ridursi durante l'inverno indipendentemente dalla caccia in corso. Temono anche che il governo possa ridurre ulteriormente la popolazione, dopo che il parlamento l'anno scorso aveva votato a favore di un numero di lupi da abbassare a 170.

Ambientalisti in rivolta

Marie Stegard, presidente del gruppo anti-caccia Jaktkritikerna, ha dichiarato: «I lupi come principali predatori nella catena alimentare sono un prerequisito per la biodiversità. L'uccisione di un quarto della popolazione attraverso la caccia ha conseguenze negative per gli animali e la natura. È disastroso per l'intero ecosistema. L'esistenza dei lupi contribuisce a una vita animale e vegetale più ricca. La sopravvivenza umana dipende da ecosistemi sani». «È un disastro», le ha fatto eco Daniel Ekblom del gruppo di gestione della fauna selvatica dell'Associazione svedese per la conservazione della natura a Gävleborg, una delle contee in cui si sta svolgendo la caccia. «Sparare a diverse dozzine di lupi potrebbe avere un effetto molto, molto negativo su una popolazione che conta solo 460 esemplari ed è geneticamente isolata e consanguinea, dopo essere stata reintrodotta nell'area negli anni Ottanta».

In precedenza, come detto, si era discusso di voler ridurre la popolazione di lupi addirittura a meno di 300 esemplari per evitare problemi di consanguineità, come riferisce il Guardian. In pratica, questo potrebbe essere solo l'inizio. «È ovvio che c'è una forte pressione politica per la caccia autorizzata al lupo, ma anche alla lince e all'orso», ha dichiarato al giornale britannico Marie Stegard. «A nostro avviso, la ragione di questa caccia risiede semplicemente nel fatto che c'è la richiesta da parte dei cacciatori. E le organizzazioni di cacciatori hanno un potere enorme in Svezia. È un dato di fatto che il parlamento svedese abbia un circolo di cacciatori aperto a membri di tutti i partiti. Sembra uno scherzo, ma è assolutamente vero». Il problema risiede nel fatto che, come affermato da Benny Gäfvert, esperto della divisione svedese del WWF, i numeri indicati dal parlamento svedese non sarebbero stati stabiliti da nessuna organizzazione scientifica. I 170 esemplari cui si punta sono considerati troppo pochi. Secondo l'Agenzia svedese per la protezione dell'ambiente, la popolazione di lupi del Paese dovrebbe rimanere al di sopra dei 300 esemplari per considerare la specie in uno stato di conservazione favorevole per le leggi UE.

«Le preoccupazioni di allevatori e agricoltori vanno prese seriamente, ma una caccia non è una soluzione praticabile. Piuttosto, il governo dovrebbe aiutare gli allevatori a rafforzare soluzioni di sicurezza per le mandrie, come per esempio le recinzioni», ha aggiunto Gäfvert. Stoccolma, dal canto suo, insiste sul fatto che l'abbattimento del lupo - il più grande da quando la caccia autorizzata è ripresa nel 2010 - è un problema di sicurezza e non infrange le regole di conservazione. «Gli agricoltori hanno paura di investire e le loro mandrie non sono in grado di pascolare a causa della minaccia di attacchi da parte dei lupi», ha dichiarato il ministero degli Affari rurali. «Le segnalazioni di attacchi subiti dai cani sono in aumento, così come la percezione di insicurezza da parte delle famiglie», ha aggiunto. La ministra Anna-Caren Sätherberg, sulla TV pubblica ha annunciato: «Il numero di lupi cresce ogni anno, aumentano i conflitti, mentre la tolleranza è crollata».

«A nome della European Alliance for Wolf Conservation del quale siamo membri e con il supporto della Svenska Rovdjursföreningen (L’Associazione Svedese per i Grandi Carnivori) - scrive l'associazione «Io non ho paura del lupo» - abbiamo già inviato diverse lettere alla Direzione generale dell’Ambiente di Bruxelles evidenziando gli inadempienti che il governo svedese starebbe compiendo rispetto agli obblighi previsti dal diritto dell’UE e nel rispetto Direttiva Habitat. E continueremo ad appellarci alla Commissione Europea perché non solo avvii eventuali procedure di infrazione contro il governo svedese, ma soprattutto perché ribadisca a tutti i Paesi quanto la gestione del lupo debba essere supportata da validi riscontri scientifici piuttosto che dalla volontà delle lobbies di portare avanti tradizioni ormai fuori dal tempo».

Insomma, la convivenza con il lupo fa discutere. Anche in Svezia.