Il caso

Se ChatGPT viene bloccato nelle scuole americane

Il sistema di intelligenza artificiale capace di scrivere testi precisi su (sembra) qualsiasi argomento, è finito nel mirino del dipartimento dell'educazione di New York – Ma sarà possibile vietare l'accesso all'IA nel mondo scolastico?
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Irene Solari
07.01.2023 20:00

Torniamo a parlare di ChatGPT, l’intelligenza artificiale (IA) che risponde alle domande – quasi – come farebbe un essere umano. Sì, perché negli USA la questione sta sollevando sempre più interrogativi. In particolare, sul suo utilizzo da parte degli studenti nella scrittura di testi e temi per la scuola.

Ma vediamo meglio insieme di cosa si tratta. ChatGPT – ve ne avevamo parlato qui – è un’applicazione gratuita basata sull’IA che permette a chi la usa di ottenere in pochi secondi risposte scritte alle domande che vengono poste. Semplice e intuitiva da usare, fornisce risultati di una precisione e di una cura abbastanza impressionanti, rispondendo anche in diverse lingue. Provare per credere. Nonostante ChatGPT sia in circolazione da poco più di un mese, sono già milioni gli utenti che si stanno divertendo a chiacchierare con il chatbot, ponendo qualsiasi tipo di domanda. Domande che, di fatto, “allenando” e aiutano l’intelligenza di ChatGPT a diventare sempre più efficace.

Vantaggi e grattacapi

L’applicazione di scrittura «intelligente», oltre a catturare l’attenzione di molti utenti, offre senz’altro vantaggi, praticità e rapidità. Tuttavia, è comunque sempre meglio prestare un po’ attenzione allo scritto che ci viene prodotto dall’IA, perché le affermazioni di ChatGPT non sono affidabili al 100%. Come ha ricordato il suo CEO Sam Altman: «ChatGPT è incredibilmente limitato, ma abbastanza bravo in alcune cose da creare un'impressione fuorviante di grandezza. Sarebbe un errore fidarsi delle sue risposte per questioni importanti».

Ma, quel che è certo, è che le minuziose risposte fornite dall’AI potrebbero portare delle innovazioni nel modo di lavorare in diversi ambiti. Tanto ipotizzare, come spiega Associated Press, che questo avanzato sistema di risposte possa un domani rivoluzionare anche il settore della ricerca nel web, spodestando la supremazia di Google. Quasi uno scherzo del destino se si pensa che è stato proprio il gigante di Mountain View a lanciare modelli di risposta basati sull’intelligenza artificiale sempre più grandi e capaci di “allenarsi” su un notevole repertorio di testi scritti.

Vantaggi e praticità dunque. Sì, ma non solo. All’orizzonte comincia a vedersi anche qualche grattacapo legato a questa forma di intelligenza artificiale, soprattutto nell’ambito scolastico. Come fare a capire, infatti, se un testo prodotto da uno studente sia effettivamente frutto del suo lavoro o un’abile risposta dell’applicazione spacciata per un lavoro di ricerca? La questione sta sollevando diversi interrogativi, soprattutto negli Stati Uniti.

A New York si blocca l’applicazione

Scrivere un tema sulla guerra civile in America, ad esempio. Una fatica che, d’ora in avanti, potrebbe venire risparmiata grazie all’utilizzo di ChatGPT. Ma questo non sarebbe per nulla corretto secondo gli istituti scolastici americani, anzi, sarebbe un vero e proprio imbroglio. Per evitarlo si sta già correndo ai ripari. Come? Semplice, bloccando lo strumento di scrittura tecnologica. Il primo a muoversi in tal senso è stato il più grande istituto di New York, questa settimana, che ha bloccato e limitato ChatGPT sui device dei ragazzi e sulle reti scolastiche. Gli fa eco il dipartimento dell'Istruzione della Grande Mela, preoccupato per il potenziale impatto negativo che ChatGPT potrebbe avere sull'apprendimento degli studenti. Oltre, naturalmente, alle «apprensioni relative a sicurezza e accuratezza dei contenuti». Ma davvero, viene da chiedersi, sarà possibile in futuro fermare l’entrata dell’intelligenza artificiale nel mondo dell’istruzione? Anche perché, al momento, nulla vieta a uno studente di accedere a ChatGPT da un device personale a casa propria.

La risposta di ChatGPT

Una risposta, a tal proposito è arrivata dalla startup OpenAI, creatrice dell’applicazione, già al lavoro per riuscire a individuare gli abusi: «Non vogliamo che ChatGPT venga utilizzato per scopi fuorvianti nelle scuole o in qualsiasi altro luogo, quindi stiamo già sviluppando mitigazioni per aiutare chiunque a identificare il testo generato da questo sistema», ha dichiarato la società. Una collaborazione con gli insegnanti per provare a testare sul campo ChatGPT è dunque in vista.

Essere umano o bot?

Ma quindi, chi l’ha scritto? La domanda chiave è stata ironicamente rivolta proprio da un collaboratore dell’Associated Press a ChatGPT: come fare a riconoscere un testo che è stato scritto da un essere umano da uno che invece è stato generato dall’intelligenza artificiale? «Per determinare se un testo è stato scritto da un essere umano o da un'IA, si può verificare l'assenza di esperienze o emozioni personali, controllare l'incoerenza dello stile di scrittura e osservare l'uso di parole riempitive o frasi ripetitive. Questi possono essere segni che il testo è stato generato da un'IA». Ecco. Semplice, no?

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