Ticino

Se il burkini non è più un tabù, il topless nei lidi resta vietato

Negli stabilimenti balneari l’utilizzo del costume integrale è ormai stato sdoganato - I gestori: «Qualche polemica, ma per noi conta solo che sia del materiale giusto per questioni igieniche» - La possibilità di prendere il sole a seno nudo, invece, rimane bandita: «Troppi bambini»
© CdT/Chiara Zocchetti
Martina Salvini
18.05.2024 06:00

L’ultima in ordine di tempo è stata Losanna. In occasione della riapertura di lidi e bagni pubblici, la città ha deciso di modificare il regolamento delle strutture balneari, autorizzando - dopo anni di accese discussioni in Romandia - il burkini. Non solo. La città vodese ha pure dato il via libera al topless. Un anno fa, ricordiamo, il Consiglio comunale aveva deciso di prendere in esame un postulato della sinistra che chiedeva appunto di rivedere il regolamento considerato «discriminatorio e sessista». Ora, con la ripartenza della stagione, per consentire «l’accesso più ampio possibile» al pubblico, il regolamento delle piscine di Losanna è stato modificato «senza però compromettere le norme di igiene e sicurezza vigenti». Via libera a topless e burkini, dunque. Purché si utilizzi solo un abbigliamento del materiale idoneo all’acqua.

In passato, le polemiche attorno all’utilizzo del burkini non hanno risparmiato neppure il Ticino. Appena qualche mese fa, infatti, al lido di Lugano un bagnante aveva aspramente criticato il fatto che alcune partecipanti al corso di nuoto fossero in vasca con il costume integrale. «Una polemica - dice oggi Gianfranco Salvati, responsabile degli stabilimenti balneari di Lugano - che considero del tutto inutile: da noi il burkini è consentito da almeno un decennio e, visto che è previsto dal regolamento, trovo inopportune le critiche. Anche perché è un costume come tanti altri». Peraltro, osserva Salvati, «da noi queste polemiche si contano sulle dita di una mano: ricordo giusto due episodi di questo genere negli ultimi anni». «La questione è piuttosto legata al materiale usato, per una questione di igiene», dice il direttore del lido di Locarno Filippo Thomann. «Se il tessuto è idoneo al nuoto, e quindi simile a quello del costume, per noi non c’è alcun problema». In passato, ricorda Thomann, qualche contestazione c’è stata. «Ma si tratta comunque di un numero molto contenuto». Problemi grossi, insomma, non ce ne sono mai stati. «Anche perché, specialmente in estate, vediamo molti bambini stranieri indossare magliette o costumi interi fatti apposta per proteggere la pelle dal sole. Ecco, non c’è una grossa differenza con un burkini e penso che ormai la gente ci abbia fatto l’abitudine». Da «diversi anni», il burkini è consentito anche al bagno pubblico di Bellinzona, conferma Andrea Laffranchini, direttore di Bellinzona Sport. «Del resto - aggiunge - siamo molto attenti ai feedback che riceviamo dalla clientela e posso assicurare che il problema non è finora mai stato sollevato». «A dire il vero, i casi di persone con il burkini da noi sono piuttosto rari», premette invece Valentina Pusterla, responsabile dell’Ufficio sport e tempo libero di Mendrisio. «In tutti i casi, non ci sono particolari divieti, purché si tratti a tutti gli effetti di un costume, e quindi con il materiale adeguato». La situazione è invece cambiata solo di recente a Chiasso. «Fino a qualche anno fa - ricorda Loris Codoni, responsabile dell’Ufficio sport e tempo libero di Chiasso - il burkini non era ammesso, poi il Municipio, dopo alcune sollecitazioni, ha deciso di aprire a questa possibilità». E se prima ci si lamentava del divieto in vigore, oggi ci si lamenta al contrario: «Chi contesta il burkini, di solito, è perché non capisce che si tratta di un costume a tutti gli effetti».

Divieto generalizzato

Ma se il costume integrale è ormai il benvenuto, fa decisamente più fatica a farsi largo l’idea del topless, questione che ha sempre creato qualche imbarazzo in Ticino. Basti pensare che, in un’intervista del 2018, lo storico direttore del lido di Lugano da poco scomparso Antonio Regazzoni ricordò così i cambiamenti in atto negli anni Settanta, con i primi topless: «Arrivammo al seno scoperto, una questione difficile che riuscimmo però a risolvere elegantemente dicendo alle signore di prendere il sole rimanendo distese a pancia in giù». A distanza di cinquant’anni, la possibilità di prendere il sole in topless rimane ancora negata. Per quanto alcuni lidi, come Lugano, mantengano una certa flessibilità. «Ci siamo dati una regola interna che permette di chiudere un occhio», spiega Salvati. «Se si prende il sole sdraiati sul lettino, non facciamo storie. Discorso diverso, invece, per quando ci si muove nel lido. In quel caso, se notiamo donne in topless chiediamo loro di indossare il pezzo sopra del costume. Nessuno, comunque, finora si è mai lamentato». «A Chiasso non è ammesso», rileva da parte sua Codoni. «Anche perché essendo la piscina un luogo di ritrovo soprattutto per famiglie con bambini non crediamo sia il caso. Ma essendo una regola presente da sempre, penso che la gente si sia abituata». «All’interno del nostro regolamento - dice invece Pusterla per Mendrisio - non è chiaramente espresso il divieto del topless, ma vige comunque l’obbligo di girare all’interno della struttura con il costume da bagno». Tendenzialmente, quindi, il topless non è consentito. «D’altro canto - aggiunge - negli anni non abbiamo mai avuto casi di donne che volessero prendere il sole a seno scoperto, forse perché siamo una struttura che richiama più che altro famiglie con bambini». Il topless resta bandito anche a Locarno, dove peraltro l’ipotesi di consentirlo non è mai stata presa in considerazione. «Forse - dice il direttore Thomann - perché siamo un cantone più conservatore, più vicino, almeno da questo lato, all’Italia».

Stagione al via con prezzi rimasti invariati

Come da tradizione, a Lugano le porte del lido hanno già aperto il 1. maggio. Il 4 maggio è stata la volta di quello di Locarno, il 9 di Bellinzona, mentre oggi toccherà a Chiasso e Mendrisio. Ma se il tempo, per ora, non permette grandi bagni, per la clientela c’è almeno una buona notizia: i prezzi sono rimasti invariati. A Locarno, spiega il direttore Thomann, «anche grazie all’ottimo andamento dello scorso anno, i prezzi non sono stati toccati». L’ingresso per gli adulti costa 9 franchi per i residenti e 13 per le altre persone. Tariffe invariate «ormai da anni» anche a Bellinzona, come conferma Laffranchini: 6 franchi per gli adulti domiciliati (10 per i non residenti), 4 per i ragazzi dai 7 ai 18 anni (6 per i non residenti) e 1 franco dai 4 ai 6 anni. «Per noi è fondamentale cercare di mantenere prezzi accessibili per la popolazione. E questo nonostante i costi, soprattutto quelli legati alla manutenzione, siano aumentati». Altro anno all’insegna della stabilità anche a Mendrisio, dove i residenti con l’apposita tessera di riconoscimento pagano 4 franchi e i non residenti 8, mentre l’entrata singola per i beneficiari di AVS/AI, per i ragazzi tra i 7 e i 15 anni, così come per gli studenti, costa 2 franchi. «Rispetto allo scorso anno non è cambiato nulla a livello di costo. La piscina deve restare alla portata di tutte le famiglie, già alle prese con tutta una serie di rincari», dice invece Codoni per la piscina di Chiasso, che applica 5 franchi per i residenti (anche dei Comuni convenzionati), 11 per i non residenti e tariffe agevolate per AVS/AI e ragazzi. Sono invece una novità, al lido di Lugano, le tariffe legate all’applicazione MyLugano, «che offrono vantaggi speciali sui ticket d’ingresso» ha spiegato Palazzo civico. Fra le novità rispetto allo scorso anno ci sono, ad esempio, la diminuzione di un franco per studenti e bambini sulla tariffa ridotta, gli effettivi 6 franchi e 30 che pagheranno i possessori di MyLugano Card e la diminuzione di un franco per i possessori della MyLugano Card analogica. Per chi viene da fuori, invece, il prezzo è di 10 franchi per gli adulti, 6 franchi per AVS/AI e per i ragazzi dai 14 ai 20 anni e 3 franchi per i bambini dai 3 ai 13 anni.