Se la Camera alta non dà scampo

BERNA - Dal divieto del burqa all'amnistia fiscale, solo per citare i casi più vistosi, il Consiglio degli Stati si è rivelato la tomba di molti atti parlamentari approvati dal Nazionale. Ed è anche il muro contro cui si sono infrante le speranze di quei deputati che, a volte contro ogni pronostico, erano riusciti a far passare una loro proposta alla Camera bassa, per poi essere riportati duramente alla realtà.
Il Consiglio degli Stati in effetti non si dimostra ben disposto verso mozioni e iniziative accolti nell'altro ramo del Parlamento. Si dirà che è quasi sempre stato così, ma negli ultimi tempi il tasso di severità è aumentato. Secondo la «Aargauer Zeitung», dall'inizio della legislatura al mese di marzo di quest'anno sono state inoltrate 503 mozioni al Nazionale. Nel frattempo 106 sono state approvate, ma sessanta di queste non hanno avuto scampo nell'altro ramo del Parlamento. Viceversa, i rappresentanti dei Cantoni hanno trattato solo 57 mozioni da loro inoltrate, approvandone 26. «Diventa legge ciò che sopravvive al Consiglio degli Stati» ha scritto il quotidiano argoviese.
Fabio Regazzi è un po' il simbolo di questa recrudescenza, che sta creando malumore anche fra certi esponenti del Nazionale. Nell'edizione odierna le sue parole e quelle di Filippo Lombardi, che spiega il punto di vista della Camera alta.
