Se le parole non escono: l'arteterapia

Curare con le immagini per toccare l'individualità: l'intervista all'esperta
Marco Della Bruna
27.12.2014 05:41

L'adolescenza rappresenta per un ragazzo il momento della ricerca del senso della propria esistenza e della definizione della propria identità. Tutto ciò implica necessariamente un confronto con il mondo esterno e una contrapposizione alla tradizione familiare e con il mondo adulto in genere. I sentimenti prodotti da questa ricerca a volte esplodono in maniera non controllata e portano ad emozioni contrastanti che possono sfociare in difficoltà relazionali, insicurezze, paure e atteggiamenti a volte contrastanti. Ma questa sorta di ribellione può anche portare al desiderio del ragazzo di esprimere in maniera «comunicativa» la propria voglia di distinguersi, di non appartenere ad una sorta di omologazione generazionale, magari esprimendosi con il disegno, la pittura, la comunicazione figurativa. Una forma di comunicazione questa che, a volte, può diventare vera e propria arte, intesa come linguaggio dell'anima, che con le sue molteplici espressioni scaturisce dal bisogno interiore di raccontarsi, di manifestarsi, di esprimere le proprie emozioni.Per capire se è possibile e come «interpretare» questa necessità dei giovani di esprimere emozioni con i disegni, abbiamo incontrato la psicologa e psicoterapeuta Giuliana Bitelli. Laureata in psicologia clinica all'Università degli studi di Torino, con specializzazione in psicoterapia espressiva, ottenuta presso l'Istituto di psicoterapia espressiva (I.P.S.E.) di Bologna, e in Sand play therapy, Giuliana Bitelli è fondatrice del Centro di psicologia e psicoterapia di Torino (CPP), dove vengono offerte consulenze, sostegno psicologico, psicoterapia a bambini, adolescenti e adulti, secondo orientamenti differenti, quali per esempio la psicoanalisi, l'analisi junghiana, la terapia sistemica; e secondo modelli di intervento diversi: verbale e colloquio, arteterapia, terapia della sabbia. In particolare, la dottoressa Bitelli si occupa di psicoterapia di adolescenti e di arteterapia.

In cosa consiste la psicoterapia espressiva?

«Si parla di arteterapia da molto tempo. All'inizio i filoni della psicoterapia e dell'arte erano separati con una certa prevalenza o della psicoterapia sull'arte o viceversa; nessuno metteva in dubbio una certa funzione curativa dell'arte, ma molti si chiedevano come un impulso spontaneo ad esprimersi in forma artistica potesse trasformarsi in una modalità strutturata con finalità terapeutiche. Poi l'arte e la psicoterapia sono state coniugate in una realtà dove l'estetica è funzionale all'espressione di messaggi inconsci e viceversa, e ci si è accorti delle potenzialità di questa unione, ed in seguito l'arteterapia è stata proposta come vero e proprio metodo di intervento terapeutico. Questa terapia non viene applicata solo dove ci sono dei sintomi di disagio conclamato, ma viene proposta anche a scopi riabilitativi, occupazionali, preventivi. Io la uso anche nel caso di adolescenti che, in merito alle loro difficoltà di crescita, sentono il bisogno di esprimere qualcosa con le tecniche di disegno o composizione grafica, senza necessariamente avere dei veri problemi da richiedere l'intervento psicoterapeutico. L'intervento con l'arteterapia è uno strumento molto importante per entrare in contatto con le emozioni, i vissuti interiori che un adolescente non riesce, o non può, esprimere con le parole. È un metodo che va a toccare spazi interni che sono di vitale importanza per l'individuo».

Perché un adolescente esprime le proprie emozioni con i disegni?

«Perché le emozioni positive e negative passano attraverso l'immaginazione; l'immaginazione stimola la creatività, e la persona, adulta o giovane, crea disegni e opere grafiche o pittoriche (non solo naturalmente, l'arte ha linguaggi i più svariati). L'immaginazione è una fortunatissima risorsa di cui l'essere umano si avvale per traghettare, portare alla luce, quei contenuti che altrimenti non potrebbero uscire allo scoperto. Le parole a volte non possono portare le emozioni, i contenuti interni di una persona. Molto più potere hanno le immagini. Attraverso le immagini possiamo capire cose difficilmente comprensibili con le parole e, allo stesso tempo, attraverso le immagini un adolescente riesce a farci capire emozioni che non esprime a parole».

Il disegno, l'espressione artistica, può anche essere un modo per «incanalare» positivamente le frustrazioni?

«Sì, certo. È un po' lo scopo del nostro intervento, che si basa proprio su questo: canalizzare le emozioni in esperienze comunicative positive. Per esempio attraverso un disegno un ragazzo può esprimere sentimenti che non dice: rabbia, delusione, contrasto con l'adulto. Chi fa un certo disegno a volte non sa cosa vuole esprimere, non sa di avere dentro di sé un sentimento molto forte, ma poi lo esprime attraverso il disegno, con segni forti, colori accesi, con la scelta di materiali particolari o accostamenti ben precisi. Naturalmente spetta poi a noi arteterapeuti decodificare questi messaggi e parlarne col ragazzo per capire, e forse far capire a lui stesso, qual è il "messaggio" che intende mandare con il disegno».

L'espressione artistica di un adolescente può essere un modo per comunicare con il mondo degli adulti?

«L'adulto rappresenta per il giovane quel mondo sconosciuto che, entrando un po' nella problematica adolescenziale, il ragazzo sente come diverso, estraneo, un qualcosa a cui opporsi, specialmente a volte proprio quando vorrebbe avvicinarsi alla sua problematica per aiutarlo o sostenerlo, o invitarlo a rientrare nelle regole convenute. La possibilità di esprimere qualcosa con i colori, con i disegni, crea proprio un nuovo modo di comunicare con l'adulto, attraverso l'interpretazione del disegno stesso, in particolare quando la creazione del disegno avviene sotto gli occhi di entrambi, nello stesso momento e in uno spazio protetto. In questi momenti si stabilisce uno scambio comunicativo che permette all'adolescente "creatore" di comunicare il suo mondo interno, anche segreto, in maniera probabilmente più libera, qualcosa forse difficile da comunicare in altro modo, ad esempio a parole, e all'adulto di essere testimone della creazione e del linguaggio espressivo artistico».

LEGGI LA VERSIONE INTEGRALE DEL PRIMO PIANO SULL'EDIZIONE CARTACEA DEL CDT DEL 27 DICEMBRE

In questo articolo: