Se lo yacht (che affonda) appartiene all'oligarca russo

Uno yacht di 40 metri che affonda, 9 miglia al largo di Catanzaro Marina, in Calabria. Le immagini hanno fatto il giro del web, soprattutto sui siti italiani. Era stata la Guardia Costiera a condividerle sul suo profilo Twitter. Poi, la novità: l'imbarcazione non è di un ricco vip italiano.
Cosa è successo
Nella notte tra il 19 e il 20 agosto, la Sala operativa della Capitaneria di porto di Crotone ha ricevuto una chiamata dallo yacht che imbarcava acqua da poppa. In zona sono stati inviati un pattugliatore romeno in servizio per conto dell'agenzia Frontex, e la motovedetta CP 321 da Crotone. I primi quattro passeggeri e un membro dell'equipaggio sono stati messi in sicurezza nell'immediato sul pattugliatore romeno e successivamente trasbordati sulla motovedetta e condotti in porto, a Catanzaro Marina, mentre la società armatrice ha contattato una ditta di rimorchio crotonese per tentare il recupero dell'unità. All'alba del 20 il rimorchiatore «Alessandro secondo» di Crotone ha iniziato a trainare il Saga verso Crotone, l'unico porto dove la nave sarebbe potuta entrare, prendendo a bordo altri quattro membri dell'equipaggio, tra cui il comandante. Ma la situazione è peggiorata a causa delle condizioni meteo e della costante inclinazione dello yacht. Tanto che è apparso improponibile arrivare sino a Crotone e l'unica possibilità di salvarlo sembrava lo spiaggiamento. Malgrado l'impegno, però, l'acqua ha invaso lo scafo per cui si è reso necessario mollare l'unità che è affondata in brevissimo tempo. Il personale marittimo del Saga che si trovava a bordo del rimorchiatore è stato quindi trasbordato sulla motovedetta CP 321 per essere condotto a Catanzaro Marina.
...e spunta l'oligarga russo
Un'attività complessa da parte della Guardia Costiera di Crotone, che è riuscita a trarre in salvo passeggeri ed equipaggio dello yacht battente bandiera delle isole Cayman, partito da Gallipoli e diretto a Milazzo. La Procura di Catanzaro ha aperto un'inchiesta.
Ma ci ha pensato Nexta TV, testata bielorussia, ad accendere i riflettori (anche) dell'opinione pubblica su quell'imbarcazione che il popolo del web ha guardato affondare nel golfo di Squillace. Ha infatti condiviso il video della Guardia Costiera italiana aggiungendo che il lussuoso yacht - dal nome Life Saga e dal valore stimato in 50 milioni di euro - potrebbe appartenere all’oligarca russo Gennady Ayvazyan, fondatore della società Krutrade e uno dei più grandi commercianti di carbone del mondo. Nonché ex direttore della World Coal Association con sede a Londra, associazione internazionale «senza scopo di lucro e non governativa creata per rappresentare l'industria mondiale del carbone», promuovendo anche le tecnologie pulite.
Supposizioni e domande
Il procuratore di Catanzaro, dicevamo, ha aperto un'inchiesta. E per il momento da quel fronte non arriva nulla. C'è, giustamente, riservatezza. Mentre sul web e sulle testate italiane le supposizioni non si sprecano. A partire dal nome sbagliato dello yacht, che sarebbe stato dichiarato come My Saga e non Life Saga. E che non avrebbe dovuto battere bandiera delle Cayman. Che abbia viaggiato sotto mentite spoglie? Pare inoltre che l'imbarcazione superlusso provenisse dalla Grecia. E, guarda caso, il suo proprietario ha un impero basato sul carbone proprio in un momento in cui non si parla d'altro che di crisi energetica. Qualcun altro si spinge ancora più avanti e tira in ballo la Calabria, con lo yacht finito sul fondale dello Jonio, e i suoi problemi con la criminalità organizzata. Noi qui ci fermiamo, lasciando tutto in mano agli inquirenti.