Se sposarsi diventa una missione impossibile

«Allora, quando ti sposi?». Una domanda che, soprattutto dopo una certa età, ci perseguita come il ritornello di una canzone in heavy rotation alla radio. Ma se in tempi migliori rimandare il matrimonio era soprattutto una nostra scelta (o del partner), in questi due anni il rinvio delle nozze ha preso tutt’altra direzione. Già, la pandemia ha spinto moltissime coppie a posticipare la data del fatidico sì, con tutti i disagi annessi e connessi. E gli addetti ai lavori hanno dovuto convivere con tutta l’incertezza legata all’andamento del coronavirus. La pandemia ha avuto il suo durissimo impatto anche sul mondo dei matrimoni e la situazione, con le restrizioni mandate finalmente in pensione, appare ancora complicata, perché gli anni persi, a un certo punto, vanno recuperati. Risultato? Organizzare un matrimonio nel 2022 non è proprio una passeggiata. Ne abbiamo parlato con Mery Belvedere, emotional wedding planner in Ticino.
Dal nulla al tutto esaurito
Ovviamente la paura del contagio e le varie restrizioni messe in campo per combattere il virus hanno lasciato il segno, spiega Mery Belvedere, facendo un bilancio dei due anni di pandemia: «Dal 2020 il nostro settore è caratterizzato da una grande instabilità, non sapevamo a cosa stavamo andando incontro. Io in quell’anno ho fatto solamente 4 matrimoni, circa il 70% in meno rispetto al 2019, e agli altri non è andata meglio. Ogni categoria ha fatto i conti con rinvii e annullamenti, pensiamo ad esempio ai servizi di catering. Solo le coppie che hanno tenuto duro fino alla fine sono riuscite a sposarsi nel 2020. C’è stata una vera e propria battuta d’arresto». La wedding planner aggiunge: «I matrimoni programmati per il 2020 sono slittati al 2021, e, nonostante avessimo un quadro più chiaro della pandemia durante l’estate, c’è stata comunque parecchia instabilità. La Confederazione ha dato il via libera il 19 di giugno, a ridosso dell’inizio della stagione, quindi le coppie che dovevano sposarsi a maggio o a inizio giugno hanno rimandato ai mesi successivi. È stato molto complicato, e chi non ha voluto rischiare ha rimandato a quest’anno. Io al momento ho tre coppie acquisite contrattualmente nel 2019 e spero di farle nel 2022, ma probabilmente c’è chi finirà nel 2023. Ad oggi il 2022 è praticamente esaurito, lo era già verso ottobre dell’anno scorso». Mery Belvedere fa poi notare come in alcuni casi ci siano stati dei cambiamenti all’interno delle coppie che attendavano di dirsi di: «C’è chi nel frattempo ha avuto figli, e qualcuno si è persino lasciato con il partner».
Paura del contagio e restrizioni
Secondo l’esperta, «tante coppie hanno rimandato per paura del contagio, anche se nel nostro settore ormai avevamo l’esperienza del 2021. È rimasto il timore per il virus, ma anche il bisogno di tutelare le persone più a rischio». E non solo, anche le misure anti-COVID adottate dai diversi Paesi hanno rappresentato un impedimento. Mery Belvedere racconta: «Pensiamo a chi aveva tra gli invitati persone che arrivavano dall’estero, dove le regole erano più severe che in Svizzera. Io ho avuto una coppia di inglesi che ha rinviato la cerimonia perché alcuni invitati, per rientrare nel Regno Unito, avrebbero dovuto fare tre tamponi e spendere centinaia di franchi. Conosco poi gente che ha deciso di sposarsi prima con rito civile e successivamente in chiesa, o con cerimonia simbolica. A causa di tutte queste situazioni, come detto, l’anno corrente è praticamente pieno, a molti clienti ho dovuto dire che non potevo occuparmi del loro matrimonio prima del 2023».
Tra location andate a ruba e feste più intime
Vista l’enorme richiesta attuale, non è sempre possibile festeggiare nel luogo dei propri sogni. La nostra interlocutrice sottolinea un’altra problematica: «Le location un po’ “particolari” si stanno esaurendo anche per il 2023, e mi riferisco soprattutto a quelle italiane, anche perché in Ticino purtroppo non c’è molta disponibilità per determinate categorie. Ad esempio, dopo la chiusura di Villa Heleneum, abbiamo perso l’unica villa sul lago per fare matrimoni. Se mi chiedono una location del genere devo per forza cercare in Italia. Poi, ovviamente, dipende da quello che vogliono gli sposi. Se scelgono un albergo o un ristorante, nel nostro cantone ne abbiamo di qualità eccelsa. Sulla ristorazione, c’è davvero una scelta molto ampia. Il vero problema sono le location in affitto di una certa categoria, soprattutto se si parla di offerte particolari, magari con un grande parco che possa ospitare centinaia di ospiti. In questi casi bisogna per forza rivolgersi oltre confine. C’è anche chi sceglie l’Italia perché in Ticino determinate tipologie di strutture sono ormai tutte prenotate, perché sono andate a ruba. Questo vale anche per i partner, pensiamo ad esempio ad alcuni fotografi o servizi di catering». Con la pandemia ha però preso piede anche il matrimonio più intimo. La wedding planner spiega: «Tanti scelgono di sposarsi in casa propria, questo è un buon escamotage per chi ha un giardino grande. Molti in questi anni si stanno orientando su questa tipologia di matrimonio. Con la pandemia hanno iniziato a prendere piede le nozze più intime, con meno invitati. In Ticino le cerimonie con 150 persone sono un evento raro, generalmente si va dagli 80 ai 130 partecipanti. Ecco, in questi due anni abbiamo richieste per 30-40 persone, in location più piccole, dove si può fare un matrimonio più contenuto, per poi fare successivamente un wedding party con molti invitati, per esempio al lido. In questo modo è più facile trovare il luogo ideale».
Niente mascherine al matrimonio
Un ballo in mascherina non è certo un ballo in maschera, e molti hanno rimandato il grande evento proprio per evitare di coprire sorrisi. «Le mascherine, i tavoli da un massimo di 4 persone, magari senza poter ballare», Mery Belvedere non ha dubbi: «Anche se un matrimonio si sarebbe potuto celebrare, stando alle norme in vigore, è stato rinviato perché alcune restrizioni erano davvero troppo impattanti: quando ci si sposa, si vuole fare festa, ballare e baciarsi. Il matrimonio è, sì, l’unione di due persone, ma in quella giornata anche tutti i partecipanti si uniscono per celebrare le due persone. Con le restrizioni si perde proprio questo senso di unione. Anche quando le misure decise da Berna permettevano di sposarsi e fare una festa, molte cerimonie sono state cancellate per i più svariati motivi e, a tal proposito, mi sento di dare un consiglio ai futuri sposi: se non vi affidate a una wedding planner, attenzione all’annullamento contrattuale. Se rinunciate all’evento per motivi legati alla pandemia, è possibile incappare nelle penali da pagare».
Vaccini, tamponi e certificato COVID
Un bilancio del 2021? Molto positivo, nonostante tutto. Questo grazie all’arrivo dei vaccini e l’uso dei tamponi, che hanno evitato il diffondersi del virus nel giorno del sì. Mery Belvedere racconta la sua esperienza: «L’anno scorso ho fatto 12 matrimoni e non ho mai avuto né contagi né annullamenti legati a contatti con positivi. La stagione è andata bene. Il virus in estate ha perso potenza, e le location erano quasi tutte all’aperto, ma è indubbio che vaccini, tamponi e certificato COVID abbiano giocato un ruolo fondamentale. Praticamente tutti gli invitati hanno accettato di farsi controllare. La gente ha seguito le regole per potersi godere il matrimonio. Il pass COVID è stato effettivamente uno strumento per sentirsi più tranquilli in una giornata di festa».