L'iniziativa

Sedici ciottoli rossi contro i femminicidi in piazza a Locarno

Mattinata di sensibilizzazione sulla violenza di genere con un'azione dimostrativa ai piedi di Palazzo Marcacci, sede del municipio della città sul Verbano
Ogni ciottolo rosso rappresenta un femminicidio del 2022.
Jona Mantovan
02.12.2023 20:00

Locarno, Piazza Grande. È un sabato mattina promettente. Alcune famiglie stanno già pattinando sulla pista del villaggio natalizio, mentre ai piedi di Palazzo Marcacci–sede del Municipio della città–Pamela sta scavando in uno spazio vuoto tra due ciottoli, aiutandosi con un trapano per smuovere la terra sabbiosa. Un'operazione che, ovviamente, sta svolgendo con il permesso delle autorità, dato che la preziosa pavimentazione gode di una protezione paragonabile a quella di un monumento. In mano ha un ciottolo con la parte superiore levigata e dipinta di rosso. Sul lato, con un pennarello indelebile, sta scritto «11 aprile 2022, Ticino, 61 anni». Il richiamo è al fatto di sangue di Avegno. Con grande perizia, Pamela ripone il sasso a terra e comprime bene il terreno. Tranne che per la tonalità cremisi, sembra proprio appartenere alla piazza, da sempre. Come ultimo tocco, ecco una bandierina con le stesse indicazioni che ora non sono più visibili. Nell'area, con un po' di distanza gli uni dagli altri, ce ne sono altri 15. Ognuno con il suo segnaposto: «Zurigo, febbraio 2022, 54 anni». «San Gallo, marzo 2022, 32 anni». E poi ancora Berna, Soletta, Vallese... C'è pure la 22.enne uccisa da uno svizzero ad Amburgo, in Germania. Sedici ciottoli contro la violenza di genere, uno per ogni femminicidio avvenuto in Svizzera nel 2022.

L'azione dimostrativa è stata messa a punto per sensibilizzare al tema coloro che non hanno potuto partecipare alla mattinata di dibattito nella sala del Consiglio comunale, un'iniziativa organizzata dal Coordinamento donne della sinistra e da Sinistra unita. L'incontro, moderato dalla municipale Nancy Lunghi (in veste di membro in entrambe le realtà), vede in prima fila i principali enti che a livello comunale e cantonale si occupano di violenza domestica.

«Dai membri del Servizio per l'aiuto alle vittime di reati al comandante della polizia comunale, fino alla direttrice delle scuole comunali di Locarno», spiega Lunghi. «Come pure la responsabile della formazione continua, Pepita Vera Conforti, la polizia cantonale, dei rappresentanti delle Autorità regionali di protezione», aggiunge la 32.enne. «Ognuno ha portato le sue esperienze e le sue testimonianze a proposito del tema della violenza di genere».

La conferenza inizia con un giro della tavola rotonda «con una presentazione dei vari servizi. Fra l'altro in un primo momento c'era anche l'associazione Armonia, la quale offre anche una casa di protezione per le donne. Adesso, invece, dopo una pausa caffè, ci ritroveremo per accogliere criticità e osservazioni da parte dei partecipanti. E, soprattutto, idee e spunti da sviluppare».

Questi ciottoli sono un segno tangibile di questa mattinata di riflessioni e mostrano anche la punta dell'iceberg della violenza di genere: i femminicidi

Fare qualcosa in più

Lo scopo è, secondo la municipale, riuscire a fare qualcosa in più. «Anche a livello comunale, a livello di comunità. Far sì che tutte le persone partecipino alla prevenzione e alla lotta contro la violenza. Vogliamo sviluppare un discorso attorno alle tre ‘P’ della violenza: protezione, prevenzione e perseguimento».

Finita la breve pausa, tutti tornano ai propri posti. Partono le domande, gli interventi. Dal pubblico si condividono storie, idee, visioni. I relatori rispondono mentre sui tre fogli (uno per ognuna delle ‘P’) si accumulano le parole chiave espresse dalla platea.

Di cose da dire ce ne sarebbero ancora tante, ma è il momento di partecipare all'azione dimostrativa. Una volta installati tutti i ciottoli rossi, a turno si leggono i dati che ognuno dei quali rappresenta. «È un segno che resta di questa mattinata, che intende anche mostrare la punta dell'iceberg della violenza di genere che sono i femminicidi», spiega ancora Lunghi.

Ci siamo affidate a una persona competente, Attilio Wismer, che ha già realizzato un'opera artistica all'interno della piazza

«Serve educazione e prevenzione»

«Ci siamo affidate a una persona competente, Attilio Wismer, che ha già realizzato un'opera artistica all'interno della piazza», spiega la politica, alludendo al progetto Agorà Mundi. Una a una, varie voci annunciano date, località e le età delle vittime di femminicidio. Il gruppo è in cerchio attorno all'area dei 'punti rossi'.

Fino all'ultimo del 2022, una 29.enne a Kehrsatz, nel canton Berna. A concludere, una riflessione su quanto siano ancora frequenti questo genere di crimini, anche in Svizzera: «Ogni due settimane, una donna è uccisa dal marito, dal partner, dall’ex-partner, dal fratello, dal figlio o da uno sconosciuto. Ogni settimana, ce n'è una che sopravvive ad un tentato femminicidio».

«In Svizzera non esiste un organismo ufficiale con il compito di registrare i femminicidi e stilare una statistica sugli omicidi basati sul genere. Questo tipo di omicidi non sono fenomeni isolati, ma il risultato di una violenza strutturale, il cui punto di partenza risiede nel rapporto di potere patriarcale presente nella nostra società.  Nonostante questo, però, la violenza domestica contro le donne è ancora considerata come una questione privata e quando se ne parla, l’atto è impropriamente descritto come ‘dramma familiare’, ‘atto passionale’ o ‘caso isolato’. Mancano educazione e prevenzione. I colpevoli hanno una lunga storia di violenza alle spalle. Ogni femminicidio va considerato come un fallimento dei meccanismi di controllo sociale: da parte della polizia, degli esperti e del sistema giudiziario».

In questo articolo:
Correlati