Diplomazia

Segnali di disgelo tra Corea del Sud e Giappone?

L'incontro di oggi tra il premier nipponico Fumio Kishida e il presidente sudcoreano Yoon Suk Yeol segna la ripresa delle visite diplomatiche che mancavano da ben dodici anni – Sullo sfondo la preoccupazione per la minaccia missilistica di Pyongyang – Ma restano alcune ferite aperte
© AP/Kiyoshi Ota
Irene Solari
16.03.2023 21:49

Tra Corea del Sud e Giappone c’è aria di disgelo. E non è solo la tiepida primavera che comincia a farsi sentire. Parliamo di diplomazia e dei passi avanti durante l’incontro avvenuto oggi a Tokyo tra il premier giapponese Fumio Kishida e il presidente sud-coreano Yoon Suk Yeol. Un meeting che manda un forte segnale di distensione tra i due Paesi dopo anni segnati da rigidità e da un certo astio. Oggi i due leader, durante il loro dialogo, hanno affermato di voler lavorare «a più stretto contatto per affrontare le sfide di sicurezza della regione». Ma non solo, anche gli accordi commerciali sulle esportazioni giocano un ruolo fondamentale. Vediamo di capire meglio perché questo incontro è così importante e le possibili implicazioni per il futuro in materia di sicurezza internazionale.

Il peso della storia

La visita di oggi di Yoon Suk Yeol a Tokyo è stata la prima di un presidente sudcoreano dopo 12 anni, come spiega Reuters. Un chiaro segno che, negli ultimi tempi, i rapporti tra i due Paesi non sono stati dei più idilliaci, segnati da tensioni che affondano le loro radici nella storia, acuite ancora di più dalla Seconda Guerra mondiale. Le relazioni tra Corea del Sud e Giappone, infatti, si erano già deteriorate durante le precedenti amministrazioni sotto i colpi di contese e litigi. Da un lato, sono ancora vive le discrepanze nella memoria storica dei due Paesi riguardo all’occupazione della Penisola coreana da parte del Giappone, avvenuta tra il 1910 e 1945. Dall’altro lato, pesano non poco le dispute sui risarcimenti per i crimini di guerra commessi dall’esercito imperiale nipponico ai danni della popolazione civile sudcoreana. Un rimpallo di colpe e responsabilità, vecchi rancori e irrigidimento che hanno portato all’interruzione, durata oltre un decennio, delle visite diplomatiche tra i due Paesi orientali.

Il ritorno della «Shuttle democracy»

Tutto ciò fino, appunto, a questa mattina, con l’incontro che ha segnato una svolta nei rapporti tra Giappone e Corea del Sud. Il premier nipponico si è detto «contento di iniziare un nuovo capitolo nelle relazioni bilaterali tra i due Paesi vicini». Al centro degli interessi di entrambe le parti ci sono anche importanti accordi commerciali sulle esportazioni di materiali tecnologici. Ma l’idea centrale dell’incontro è quella di intessere nuovamente una rete di visite reciproche e frequenti tra i due Paesi: una vera e propria «Shuttle diplomacy» (diplomazia a navetta), che era stata interrotta in passato. «L'incontro di oggi con il primo ministro Kishida ha un significato speciale per comunicare ai cittadini dei nostri due Paesi che le relazioni tra Corea del Sud e Giappone, che hanno attraversato momenti difficili a causa di varie questioni in sospeso, sono a un nuovo punto di partenza», ha dichiarato Yoon. Senza tralasciare il pensiero che va alla possibile minaccia nordcoreana, sempre più presente: «Come si è visto dal lancio di un missile balistico a lungo raggio da parte della Corea del Nord prima della mia partenza per Tokyo questa mattina, le crescenti minacce nucleari e missilistiche della Corea del Nord sono un grave pericolo non solo per l'Asia orientale, ma anche per la pace e la stabilità internazionale».

Sullo sfondo le preoccupazioni internazionali

Infatti, dietro a questo riavvicinamento, ci sarebbe anche la volontà dei due Paesi di fare fronte comune davanti a eventuali minacce internazionali, come riportato da Reuters. A preoccupare, in particolar modo, sarebbe la Corea del Nord con i suoi lanci missilistici di volta in volta più frequenti. Ma anche la figura di una Cina sempre più forte sullo scacchiere internazionale. Cina che, di fatto, non ha atteso molto per comunicare il proprio biasimo nei confronti di questo tentativo di riavvicinamento tra i due Paesi, con il ministro degli Esteri cinese che ha fatto sapere di «opporsi al tentativo di alcuni Paesi di formare circoli esclusivi».

Ferite aperte

Nonostante le buone intenzioni dimostrate durante l’incontro, in Corea del Sud regna comunque una sensazione di scetticismo nei confronti della parte giapponese. Secondo quanto riportato recentemente da un sondaggio di Gallup Korea, il 64% degli intervistati ha dichiarato che non c'è bisogno di affrettarsi a migliorare i rapporti con il Paese del Sol Levante se non c'è un effettivo cambiamento nel suo atteggiamento. Non solo. Secondo l'85% dei pareri raccolti, l'attuale governo giapponese non ha presentato le sue scuse per il passato coloniale del Giappone. Il riferimento è agli episodi, avvenuti in tempo di guerra, di lavoro forzato degli operai e di sfruttamento delle donne sudcoreane, costrette a lavorare nei bordelli giapponesi. Ferite che restano ancora aperte nella memoria storica della Corea del Sud. Insomma, un primo e importante passo di ricongiungimento tra i due Paesi è stato fatto, ma la strada per trovare una vera e propria intesa che accontenti tutti sembra ancora lunga.

© AP/Franck Robichon
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