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Sei palestinesi uccisi da Israele a Gaza City: «Stavano ispezionando le loro case»

Droni di Tel Aviv hanno effettuato gli attacchi nel quartiere orientale di Shuja'iyya: lo hanno riferito fonti mediche – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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Sei palestinesi uccisi da Israele a Gaza City: «Stavano ispezionando le loro case»
Red. Online
14.10.2025 06:33
21:54
21:54
Abu Mazen condanna le esecuzioni sommarie compiute da Hamas

L'ufficio della presidenza dell'Autorità Nazionale Palestinese ha condannato le esecuzioni sommarie e di massa compiute da Hamas e documentate a Gaza nei giorni scorsi. Nella dichiarazione si afferma che si tratta di «crimini efferati» che non hanno giustificazione e riflettono l'insistenza di Hamas nel governare attraverso la forza e il terrore.

L'ufficio di Abu Mazen dichiara inoltre che «queste violazioni devono essere fermate immediatamente e che »il ripristino della legge e delle legittime istituzioni del popolo palestinese a Gaza è l'unico modo per porre fine allo stato di caos e ricostruire la fiducia nazionale«.

21:52
21:52
Hamas ha consegnato altre 4 salme alla Croce Rossa

Un annuncio congiunto dell'Idf e dello Shin Bet riferisce le informazioni avute dalla Croce Rossa: quattro bare con le salme di ostaggi deceduti sono state trasferite loro da Hamas. I mezzi degli operatori sono in viaggio verso le forze dell'Idf e dell'Isa nella Striscia di Gaza.

21:08
21:08
La Croce Rossa verso un punto per la consegna delle salme

I portavoce dell'Idf e dello Shin Bet hanno annunciato che secondo le informazioni ricevute, la Croce Rossa si sta dirigendo verso un punto di incontro nella Striscia di Gaza settentrionale, dove verranno consegnate diverse bare di ostaggi caduti.

«L'Idf desidera agire con delicatezza e attendere l'identificazione ufficiale, che verrà prima consegnata alle famiglie degli ostaggi caduti», ha precisato il portavoce.

18:30
18:30
Questa sera Hamas consegnerà altre salme di ostaggi

Dopo le notizie diffuse dall'emittente del Qatar Al Araby secondo cui altre salme di ostaggi saranno consegnate a Israele questa sera, alti funzionari di Gerusalemme hanno confermato ai media l'informazione.

18:08
18:08
15.600 pazienti palestinesi necessitano di evacuazione urgente

L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha lanciato l'allarme sul deterioramento della situazione sanitaria nella Striscia di Gaza, affermando che oltre 15.600 pazienti, tra cui 3.800 bambini, necessitano di urgente evacuazione medica per cure al di fuori della Striscia. Si tratta soprattutto di pazienti amputati a causa della guerra.

L'Oms, citato dalla Wafa, chiede inoltre un monitoraggio più approfondito delle malattie e delle epidemie virali causate del deterioramento della situazione sanitaria e dei danni alle infrastrutture. L'organizzazione ha quindi sottolineato la necessità di riaprire i corridoi sanitari fuori da Gaza.

17:47
17:47
L'Onu: «Un'altra Nakba, trauma durerà generazioni»

La distruzione fisica di Gaza corrisponde all'annientamento psicologico delle persone che l'abitano, e gli effetti si sentiranno per generazioni. Un trauma «profondo» simile a quello provocato dalla 'Nakba', la «catastrofe» in arabo, l'allontanamento dei residenti dalla Palestina conseguente alla creazione di Israele nel 1948.

A fare il parallelo è stato Balakrishnan Rajagopal, relatore speciale delle Nazioni Unite sul diritto a un alloggio adeguato. Che ha messo in guardia: «L'impatto psicologico e il trauma sono profondi».

D'altronde, le immagini della Striscia ridotta a detriti lasciano pochi dubbi. Per il Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp) oltre l'80% degli edifici sono distrutti o danneggiati. A Gaza City la percentuale arriva al 92%. In piedi resta ben poco.

L'organizzazione stima che sia necessario sgomberare almeno 55 milioni di tonnellate di macerie. Le operazioni di rimozione sono iniziate, ma la presenza di ordigni inesplosi le ostacola. Non solo: man mano che si procede vengono ritrovati cadaveri.

Dall'entrata in vigore del cessate il fuoco le squadre di soccorso hanno recuperato oltre 250 corpi, alcuni dei quali giacevano per strada. Il bilancio di quasi 68mila vittime dell'autorità che governano Gaza sembra destinato a salire. La loro stima è che oltre 10.000 persone siano ancora sotto le macerie.

L'obbiettivo adesso è ricostruire Gaza, ha spiegato l'anziano leader della Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen. Una cosa che «richiede sforzi internazionali e arabi». Jaco Cilliers, funzionario del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo (Undp), ha spiegato che alcuni paesi, come Stati Uniti o alcuni paesi arabi ed europei, sono disponibili a contribuire ai 70 miliardi di dollari necessari per la ricostruzione.

Ma fino a che la ricostruzione non sarà terminata, migliaia di palestinesi sfollati continueranno ad essere costretti a vivere in rifugi di fortuna. Non a caso Rajagopal ha chiesto che Israele permetta la consegna di tende e roulotte. Bisogna consentire i transiti ai valichi. «Soccorsi e aiuti non sono possibili a meno che Israele non smetta di controllare tutti i punti di accesso» ha aggiunto. Sottolineando che il «domicidio», cioè la distruzione sistematica delle abitazioni nella Striscia, è «tra i principali modi in cui è stato commesso questo genocidio».

16:14
16:14
«Israele ha consegnato una prima parte di salme palestinesi a Gaza»

Le autorità israeliane hanno consegnato la prima parte delle salme di palestinesi uccisi dal 7 ottobre 2023 in poi, come è previsto nell'accordo di scambio. In Israele ci sono ancora centinaia di corpi, compresi quelli dei terroristi che presero parte al massacro di due anni fa. Lo riferiscono i media.

16:14
16:14
Abu Mazen: ora ricostruire Gaza e conferenza su pace

«Vogliamo completare questo processo con due questioni importanti: la prima è lavorare per la ricostruzione di Gaza, che è importante e richiede sforzi internazionali e arabi. La seconda è la pace, ovvero costruire la pace in seguito attraverso una conferenza internazionale organizzata a questo scopo».

Così il Presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, secondo quanto riporta l'agenzia palestinese Wafa che cita un'intervista del canale russo Sputnik.

Abu Mazen ha osservato che il vertice di Sharm el Sheik ha affrontato principalmente le questioni iniziali, tra cui il cessate il fuoco, i prigionieri, gli aiuti umanitari e il ritiro israeliano.

15:27
15:27
Egitto: selezionati 15 tecnocrati palestinesi per amministrare Gaza

Il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty ha dichiarato all'Associated Press, prima del vertice di ieri, che 15 tecnocrati palestinesi sono stati selezionati per amministrare la Gaza del dopoguerra. Abdelatty ha aggiunto che i loro nomi sono già stati esaminati da Israele, senza però rivelarli.

«Dobbiamo schierarli per prendersi cura della vita quotidiana della gente di Gaza e il Consiglio di pace dovrebbe sostenere e supervisionare il flusso di finanziamenti e denaro che arriveranno per la ricostruzione di Gaza», ha detto, riferendosi al consiglio che governerebbe Gaza e sarebbe presieduto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

Abdelatty ha affermato che il comitato composto da 15 membri è già stato approvato da tutte le fazioni palestinesi, tra cui Hamas .

15:18
15:18
Al Jazeera, 9 persone uccise a Gaza dall'alba

Dall'alba sono state uccise almeno nove persone in tutta Gaza, di cui sei nella città di Gaza. Lo riporta Al Jazeera.

15:09
15:09
Starmer: «L’accordo di pace a Gaza è merito di Trump»

L'accordo di pace a Gaza è «merito» del presidente americano Donald Trump e «non sarebbe stato possibile» senza il suo intervento. Lo ha detto il premier britannico Keir Starmer riferendo alla Camera dei Comuni dopo aver partecipato ieri, insieme gli altri leader internazionali, al vertice di Sharm el-Sheikh in Egitto.

Il primo ministro, parlando alla riapertura dei lavori parlamentari dopo la pausa per i congressi dei diversi partiti, ha sottolineato che comunque «servono urgentemente più aiuti umanitari» nella Striscia.

14:59
14:59
Al-Arabi: «Squadre egiziane al lavoro a Gaza per recuperare gli ostaggi deceduti»

Secondo l'emittente del Qatar Al-Arabi «squadre egiziane stanno operando all'interno della Striscia di Gaza per aiutare a individuare la posizione degli ostaggi deceduti e a restituirli». Secondo il report, «una squadra tecnica israeliana si sta consultando con alti funzionari egiziani per risolvere la crisi relativa al ritorno in patria degli ostaggi deceduti».

14:35
14:35
Iniziate le difficili discussioni sulla «fase 2» a Gaza

«Sono iniziate le difficili discussioni su come sarà la messa in sicurezza di Gaza, la sua amministrazione e la garanzia che non ci sarà più una guerra», ossia la cosiddetta «fase 2» nel processo di pace tra Israele e il movimento islamista palestinese Hamas. Lo afferma il portavoce del ministero degli esteri del Qatar, Majed al-Ansari, in un'intervista all'emittente televisiva statunitense Fox News, ripresa dal quotidiano britannico The Guardian.

Doha, insieme al Cairo e a Washington, è stata un mediatore chiave tra Israele e Hamas durante i negoziati che hanno portato al cessate il fuoco. Al-Ansari ammette che «abbiamo rimandato molte discussioni sulla fase 1 per assicurarci che si concretizzasse».

12:27
12:27
Sono 6 i palestinesi uccisi oggi da Israele a est di Gaza City

Una fonte medica ha affermato all'agenzia di stampa ufficiale dell'Autorità nazionale palestinese Wafa che sono sei i palestinesi uccisi dai droni israeliani contro i residenti che stavano ispezionando le loro case nel quartiere di Shuja'iyya, a est di Gaza City.

11:49
11:49
Identificate le salme di due ostaggi restituite da Hamas

L'esercito dello Stato ebraico ha reso noto che è stato completato il processo di identificazione delle salme di due ostaggi consegnate ieri dal movimento islamista Hamas: il musicista Guy Iloz, rapito al Nova Festival e morto in un ospedale di Gaza a causa delle ferite riportate, e uno studente di agraria nepalese. L'identità delle altre due salme trasmesse ieri a Israele non è ancora stata resa nota.

11:28
11:28
Israele fissa la fine della giornata come scadenza per la restituzione dei corpi degli ostaggi da parte di Hamas

Lo Stato ebraico ha fissato la fine della giornata odierna come termine ultimo per la restituzione, da parte di Hamas, dei corpi degli ostaggi israeliani morti, dopo aver accusato il movimento islamista palestinese di non aver rispettato gli impegni presi nell'ambito del cessate il fuoco non rilasciandoli tutti.

Lo riporta il quotidiano in linea The Times of Israel. I mediatori tra Israele e Hamas hanno affermato che il gruppo terroristico ha difficoltà a localizzare tutti i corpi. Tuttavia, secondo la radiotelevisione pubblica israeliana Kan, Israele ritiene che Hamas abbia già in mano alcuni dei corpi, ma non li abbia consegnati.

Intanto media palestinesi riferiscono che tre persone sono state uccise dal fuoco israeliano nel quartiere orientale di Shejiaya a Gaza City, sotto il controllo dell'esercito dello Stato ebraico (Idf) in base all'accordo di cessate il fuoco tra Israele e Hamas elaborato dal presidente statunitense Donald Trump.

Secondo una fonte militare, citata da The Times of Israel, i tre si erano avvicinati alle truppe: i soldati hanno sparato colpi di avvertimento e, siccome i tre palestinesi continuavano ad avvicinarsi, sono stati colpiti da un aereo.

L'Idf ha messo in guardia dall'avvicinarsi alle zone di Gaza sotto il controllo militare israeliano nel cessate il fuoco.

L'agenzia di stampa ufficiale dell'Autorità nazionale palestinese Wafa denuncia che ieri sera un altro palestinese è stato ucciso a Khan Yunis.

08:25
08:25
Ucciso un palestinese a Khan Yunis: per Wafa è una violazione del cessate il fuoco

Ieri sera, le «forze di occupazione israeliane hanno ucciso a colpi d'arma da fuoco un palestinese a Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale, in violazione dell'accordo di cessate il fuoco», scrive l'agenzia di stampa ufficiale dell'Autorità nazionale palestinese Wafa, citando proprie fonti giornalistiche.

Wafa riferisce che i militari dell'esercito israeliano «hanno aperto il fuoco contro K. B. mentre questi ispezionava la sua abitazione nel quartiere di Al-Sikka, nel centro della città, uccidendolo».

Dal 7 ottobre 2023, i palestinesi uccisi in totale, secondo il movimento islamista palestinese Hamas, attualmente ancora al potere a Gaza, sono 67'869.

06:43
06:43
La dichiarazione di Trump per una Pace e una Prosperità durature

«Noi sottoscritti accogliamo con favore il vero e storico impegno e la realizzazione, da parte di tutte le parti, dell'accordo di pace di Trump, che pone fine a oltre due anni di profonde sofferenze e perdite — aprendo un nuovo capitolo per la regione, definito dalla speranza, dalla sicurezza e da una visione condivisa di pace e prosperità»: inizia così la 'Dichiarazione di Trump per una Pace e una Prosperità durature' diffusa dalla Casa Bianca e firmata, oltre che dal presidente americano, dai leader di Egitto, Turchia e Qatar nel vertice a Sharm el Sheik.

«Sosteniamo e appoggiamo con convinzione - prosegue il testo - i sinceri sforzi del presidente Trump per porre fine alla guerra a Gaza e portare una pace duratura in Medio Oriente. Insieme, attueremo questo accordo in modo da garantire pace, sicurezza, stabilità e opportunità per tutti i popoli della regione, inclusi sia i palestinesi che gli israeliani. Comprendiamo che una pace duratura - continua la dichiarazione - sarà quella in cui sia i palestinesi che gli israeliani potranno prosperare con i loro diritti umani fondamentali protetti, la loro sicurezza garantita e la loro dignità rispettata».

I quattro leader affermano che «un progresso significativo nasce attraverso la cooperazione e il dialogo continuo, e che rafforzare i legami tra nazioni e popoli serve agli interessi duraturi della pace e della stabilità regionali e globali». E riconoscono che «il profondo significato storico e spirituale di questa regione per le comunità di fede le cui radici sono intrecciate con la terra della regione — tra cui cristianesimo, islam e giudaismo. Il rispetto per questi legami sacri e la protezione dei loro siti del patrimonio rimarranno fondamentali nel nostro impegno per la pacifica convivenza».

«Siamo uniti - si legge ancora - nella nostra determinazione a smantellare l'estremismo e la radicalizzazione in tutte le loro forme. Nessuna società può fiorire quando la violenza e il razzismo vengono normalizzati, o quando ideologie radicali minacciano il tessuto della vita civile. Ci impegniamo ad affrontare le condizioni che favoriscono l'estremismo e a promuovere l'istruzione, le opportunità e il rispetto reciproco come fondamenta per una pace duratura».

I firmatari si impegnano «a risolvere le future controversie attraverso il dialogo diplomatico e la negoziazione, piuttosto che con la forza o conflitti prolungati. Riconosciamo che il Medio Oriente non può sopportare un ciclo persistente di guerre prolungate, negoziati bloccati o un'applicazione frammentaria, incompleta o selettiva di termini concordati con successo. Le tragedie vissute negli ultimi due anni devono servire come un urgente promemoria che le generazioni future meritano di meglio rispetto ai fallimenti del passato».

«Cerchiamo tolleranza, dignità e pari opportunità - assicurano i leader - per ogni persona, assicurando che questa regione diventi un luogo in cui tutti possano perseguire le proprie aspirazioni in pace, sicurezza e prosperità economica, indipendentemente da razza, fede o etnia. Perseguiamo una visione globale di pace, sicurezza e prosperità condivisa nella regione, fondata sui principi del rispetto reciproco e del destino comune».

«In questo spirito - conclude la dichiarazione - accogliamo con favore i progressi ottenuti nel creare accordi di pace completi e duraturi nella Striscia di Gaza, nonché le relazioni amichevoli e reciprocamente vantaggiose tra Israele e i suoi vicini regionali. Ci impegniamo a lavorare collettivamente per attuare e mantenere questa eredità, costruendo basi istituzionali su cui le future generazioni possano prosperare insieme in pace».

06:36
06:36
Il punto alle 6

Dopo l’annuncio di ieri sulla firma dell’accordo di pace promosso da Donald Trump per porre fine al conflitto a Gaza, durante la notte è stato diffuso il testo completo della «Dichiarazione di Trump per una Pace e una Prosperità durature», firmata a Sharm el Sheik dal presidente americano insieme ai leader di Egitto, Turchia e Qatar.

Nel documento, i firmatari affermano di voler «aprire un nuovo capitolo per la regione, definito dalla speranza, dalla sicurezza e da una visione condivisa di pace e prosperità», impegnandosi a garantire diritti, sicurezza e dignità per israeliani e palestinesi. La dichiarazione ribadisce inoltre la volontà comune di combattere l’estremismo «in tutte le sue forme» e di affrontare le future controversie attraverso il dialogo, abbandonando la logica dei conflitti prolungati.

Un passaggio centrale è dedicato al valore spirituale e culturale del Medio Oriente, con l’impegno dei leader a proteggere i luoghi sacri delle tre grandi religioni monoteiste come base per una convivenza duratura e rispettosa.

A margine del vertice, Trump ha raccontato di aver deciso «sul momento» di proporre la grazia per Benjamin Netanyahu, mentre l’ex presidente Joe Biden ha accolto con favore l’accordo, definendolo un passo importante verso una pace stabile e condivisa nella regione.