Sesso prima del matrimonio, puniti con 100 frustate in pubblico

GIACARTA - È stata punita per amore, in Indonesia, una ragazza di 22 anni costretta a subire 100 colpi di frusta in pubblico per aver avuto rapporti sessuali prima del matrimonio. Decine di spettatori hanno osservato la terribile punizione, inflitta alla donna e al suo partner nello stadio di Lhokseumawe, nella regione di Banda Aceh.
Il drammatico episodio è stato raccontato dal tabloid britannico Sun, che pubblica le foto che mostrano la ventiduenne sussultare per il dolore e implorare pietà mentre viene punita per la severa legge islamica della Sharia.
Oltre alla donna e al suo compagno, che hanno ricevuto 100 colpi di frusta, anche un ragazzo di 19 anni è stato frustato per aver praticato il sesso prima del matrimonio. Il giovane dovrà scontare anche cinque anni di prigione.
I gruppi per i diritti umani hanno definito l’episodio una barbarie, mentre il presidente indonesiano Joko Widodo ha chiesto di smetterla con questa pratica. Ma la punizione ha un ampio sostegno tra i cinque milioni di musulmani di Banda Aceh.
La regione è l’unica provincia in Indonesia che impone le percosse come punizione. A marzo di quest’anno, cinque coppie sono state fustigate pubblicamente davanti alle loro famiglie, compresi i bambini, dopo aver scontato mesi di prigione.
A novembre dello scorso anno, una donna è stata frustata per presunti rapporti sessuali al di fuori del matrimonio nella regione, mentre la folla guardava, applaudendo. La stessa cosa era successa a settembre, quando un’altra donna era stata portata su un palco e frustata pubblicamente.
A Banda Aceh, la fustigazione può essere considerata una punizione appropriata per diverse attività considerate reati, tra cui il gioco d’azzardo e il consumo di alcolici. Nella regione indonesiana viene interpretata e applicata in maniera rigida la legge islamica della Sharia, al centro di numerose polemiche per episodi di punizioni corporali in diversi Paesi del mondo.
Proprio oggi, Amnesty International ha espresso condanna sulla vicenda di un cantante curdo iraniano, autore di testi a sostegno di gruppi dell’opposizione, Peyman Mirzadeh, condannato a 100 frustate e due anni di reclusione in Iran perché riconosciuto colpevole di ‘consumo di bevande alcoliche e insulti all’Islam’. L’organizzazione umanitaria ha definito quanto subito dal cantante una punizione «orribile».