Politica

Si fa presto a dire mini-arrocco: le «patate bollenti» dello scambio

Le conseguenze pratiche della nuova distribuzione dei dossier – Uno sguardo ai principali progetti che passeranno di mano – Resta da capire come i singoli consiglieri di Stato affronteranno i temi più delicati e quali rischi potrebbero emergere — A chi andrà la riforma delle ARP?
©Gabriele Putzu

Ma alla fine, questo mini-arrocco che cosa comporta a livello pratico? Il Consiglio di Stato si è limitato a comunicare il cambio di conduzione politica della Magistratura e della Polizia cantonale, settori ora entrambi sotto la responsabilità di Claudio Zali. Contestualmente, «per riequilibrare i carichi di lavoro», Norman Gobbi ha assunto temporaneamente la direzione politica della Divisione delle costruzioni. In sostanza, a cambiare sono le responsabilità politiche su alcuni dossier specifici. Ma quali sono, nel concreto, i principali progetti legati ai settori che hanno cambiato mano?

Il controllo della Galleria

Se il consigliere di Stato Claudio Zali, fin dall’inizio non ha nascosto l’intenzione di voler intervenire sulla procedura di nomina dei magistrati, Norman Gobbi, nelle ore successive all’arrocco, ha invece posto l’accento sui rapporti con la Confederazione, in particolare in relazione ai grandi progetti come la futura gestione del tunnel del San Gottardo, una volta conclusi i lavori di cantiere. «Sarà una delle mie priorità», ha spiegato Gobbi al CdT: «Quasi vent’anni fa, il Ticino ha perso il controllo sulla porta d’entrata e di uscita della galleria. Politicamente, ritengo che sia un punto su cui occorra lavorare». E ancora: «Ne ho già parlato con l’USTRA, e pertanto ci attiveremo su questo fronte, coordinandoci anche con il Canton Uri e gli altri Cantoni della Svizzera centrale». Al riguardo, Gobbi potrà far valere i suoi contatti con il direttore del Dipartimento delle costruzioni di Uri, Hermann Epp.

Circonvallazione Agno-Bioggio

Tra i progetti strategici della Divisione delle costruzioni spicca poi un altro cantiere importante per la viabilità: la circonvallazione Agno-Bioggio. All’inizio di giugno, il Consiglio di Stato ha licenziato un nuovo messaggio per la realizzazione di quest’opera attesa da oltre 30 anni. Per motivi essenzialmente legati ai costi, il progetto prevede una variante interamente in superficie, anziché la più onerosa soluzione in galleria. Una scelta che ha sollevato una valanga di critiche da parte di quasi tutti i Comuni interessati.

Che cosa farà ora il consigliere di Stato Norman Gobbi, che ha più volte ribadito l’importanza di mantenere un buon dialogo con gli enti comunali? Sosterrà il progetto in Parlamento, tirando dritto nonostante i malumori, oppure ritirerà il messaggio, magari nella speranza di ottenere - proprio da Berna - un sussidio federale? Del resto, l’Ufficio competente non ha escluso questa possibilità. «Si tratta di un progetto del Consiglio di Stato», premette Gobbi, il quale precisa: «Ascoltare la voce dei Comuni è importante. A settembre sono previste alcune serate pubbliche, e per me sarà fondamentale cogliere il polso della situazione. Va però detto che il Malcantone non si è sempre mostrato compatto su questo dossier: forse è mancata una visione d’insieme che avrebbe potuto fare la differenza».

Tram-treno e PAL 5

Se si parla di viabilità e di rapporti con la Confederazione, va menzionato anche il dossier tram-treno, per quanto questo sia ormai più una questione di attuazione che di scelte politiche da realizzare. Poche settimane fa, il Consiglio federale ha fatto sapere che i maggiori costi delle Rete saranno coperti dalla Confederazione. Ma unicamente per il collegamento fra Bioggio e Lugano. Niente da fare, invece, per il tratto tra Bioggio e Manno: i maggiori costi – stimati in circa 47 milioni di franchi – saranno dunque interamente a carico del Cantone. Al riguardo, conferma Gobbi, sarà difficile trovare nuove intese con la Confederazione. «Il Dipartimento ha già fatto tutti gli sforzi necessari per raggiungere questo obiettivo».

Più in generale, va poi ricordato anche il Piano d’agglomerato di quinta generazione del Luganese (PAL 5), oggetto, nel recente passato, di un duro braccio di ferro tra il DT e la commissione regionale dei trasporti del Luganese (CRTL). Va detto che le maggiori divergenze di opinioni sono state in parte archiviate con l’allestimento del Piano, che ora è nelle mani di Berna per la sua valutazione finale. In questo ambito, la conduzione politica di Gobbi sulla Divisione delle costruzioni, potrebbe - in futuro - semplificare i rapporti tra alcuni uffici e i vari interlocutori, laddove in passato si sono verificate difficoltà o incomprensioni burocratiche. La ciclopista tra Lugano e Melide è un buon esempio, tenuto conto delle difficoltà incontrate nell’avanzamento del progetto per una questione essenzialmente legata al piano cantonale delle ciclopiste e ai costi di realizzazione. «La situazione finanziaria di Cantone e Comuni impone delle scelte. Fare tutto è impossibile. Ci sono progetti che, per le medesime ragioni, attendono ancora. Capire la priorità dei progetti, in questo senso, è fondamentale».

Tra i compiti della Divisione delle costruzioni vale la pena ricordare, in conclusione, anche la protezione del territorio dai pericoli naturali e dal rischio di alluvioni, in particolare attraverso la gestione delle acque. Un tema estremamente attuale, alla luce non solo di quanto accaduto in Vallemaggia. «L’attività di premonizione sarà sempre più essenziale», conclude Gobbi. «Si tratta di competenze che andranno valorizzate».

La riforma della Polizia

E Claudio Zali, quale nuovo «responsabile politico» di Magistratura e Polizia, di quali dossier «scottanti» si occuperà? Detto della «spoliticizzazione» del sistema di nomina dei magistrati, già indicato dallo stesso Zali come una sua priorità, nel settore della Magistratura non mancano altri temi di rilievo. Molti dei quali (come d’altronde quello delle nomine) sono oggi discussi e portati avanti dalla sottocommissione giustizia del Gran Consiglio: pensiamo alla proposta di dare maggiore autonomia finanziaria alla Magistratura, alla reintroduzione della figura del sostituto procuratore, alla creazione di una direzione del Ministero pubblico eletta dal Gran Consiglio, alla riforma delle giudicature di pace (per la quale era stato avviato un gruppo di lavoro, che però sembrerebbe fermo al palo). Dossier importanti sui quali Zali dovrà confrontarsi con la Commissione. Di qui, ricordiamo, nascono anche i timori (in particolare del Centro), su una possibile impasse nel dialogo tra Commissione e consigliere di Stato. Il presidente Fiorenzo Dadò, al riguardo mercoledì al CdT aveva affermato: «Zali in questi anni ha dimostrato di non essere incline al dialogo e di preferire l’imposizione delle proprie soluzioni, che reputa sempre le migliori». E, appunto, il timore del Centro è che Zali voglia fare lo stesso anche sulla riforma della Giustizia, «mettendo a rischio un percorso già fragile costruito con tutte le forze politiche all’interno della Commissione».

Ma non solo: rimane ora anche da capire se l’importante cantiere della riforma delle ARP rientrerà nelle competenze di Zali. Su questo fronte Gobbi ci ha confermato che «si tratta di uno di quegli aspetti che io e Zali dovremo chiarire quest’estate per essere allineati». Poi, sempre riguardo al terzo potere dello Stato, c’è un altro cantiere rilevante a cui si lavora da tempo: la digitalizzazione della Giustizia tramite il progetto federale Justitia 4.0. Senza dimenticare (si veda l’articolo a pagina 5) il tema della logistica per il comparto della Giustizia nel Luganese: un altro dossier che, specialmente dopo la bocciatura popolare dell’acquisto dello stabile EFG, è diventato scottante. E la Polizia? Su quel fronte c’è il tanto discusso progetto «Polizia ticinese», che mira a rendere più efficace la collaborazione tra Polizia cantonale e Polizie comunali. Un altro cantiere sul quale, ci conferma Gobbi, «ci confronteremo per capire a chi andrà la gestione».